I tappi raccolti al matrimonio consegnati al medico del Niguarda che lo salvò quando aveva tre anni
Medie Rodari, grazie all’iniziativa della prof Calcina la bella storia che aiuta a dare speranza a chi è malato.
Tutto è partito da una raccolta di tappi di sughero. Obiettivo: la solidarietà al reparto di tumori del Niguarda. Protagonisti, una professoressa della scuola superiore di primo grado di Desio, la Rodari, la collaboratrice scolastica e il figlio, che quando aveva tre anni è stato in cura proprio all’ospedale milanese, a causa del Linfoma di Hodgkin.
I tappi raccolti al matrimonio consegnati al medico del Niguarda che lo salvò quando aveva tre anni
L’incontro dopo tanti anni con il medico che l’ha salvato e un matrimonio suggellato da un dono per salvare vite. Un intreccio di coincidenze per una storia che unisce sensibilità, altruismo e speranza. Tutto è partito qualche tempo fa dalla professoressa Tiziana Calcina, che alle Rodari insegna francese. Residente a Casatenovo, racconta: «La scuola frequentata dai miei figli aveva distribuito il volantino con la richiesta di raccogliere dei tappi di sughero - ricorda - Non era un grande sforzo aggiungere un altro sacchettino di raccolta differenziata a casa. Io che sono sensibile al tema dell’ambiente ho pensato che così si poteva contribuire a limitare i rifiuti da smaltire e, soprattutto, raccogliere fondi per la ricerca biologica sui tumori del sangue del laboratorio di ematologia del Niguarda di Milano».
Il progetto
Un progetto molto bello che la docente ha deciso di esportare e proporre anche alla scuola desiana, coinvolgendo inizialmente la propria classe, e poi esteso a tutta la scuola.
«I ragazzi si sono subito dimostrati entusiasti, fornendo idee e risorse come solo gli adolescenti motivati possono realizzare», evidenzia la professoressa. E, casualmente, un giorno, mentre stava fotocopiando la locandina per promuovere l’iniziativa, la scoperta. Morena Rastelli, collaboratrice scolastica della scuola, da mamma aveva frequentato lo stesso reparto pediatrico dove uno dei medici, il dottor Fausto Fedeli, 29 anni prima aveva salvato suo figlio, Luigi Cardillo, di tre anni, dopo averlo avuto in cura per due lunghissimi mesi.
Una coincidenza incredibile. La storia non è però finita qui. «Morena ricordava il nome del medico che aveva avuto in cura suo figlio. L’ho cercato e sono riuscita a mettermi in contatto con lui. Nel frattempo è andato in pensione ma collabora ancora con il Niguarda», precisa.
Intanto, quel bambino, che è cresciuto, a giugno 2021 si è sposato, dopo aver dovuto rinviare il matrimonio a causa della pandemia. E, credendo nell’importanza della ricerca dell’ospedale milanese, ha raccolto i tappi della cerimonia per il progetto del Niguarda. «Un gesto simbolico di vita», rimarca la prof.
Un incontro emozionante
Non solo, li ha potuti consegnare direttamente nelle mani del professor Fedeli, il medico che l’ha salvato. Meno di un mese fa, infatti, a distanza di tanti anni, il dottore con Luigi e la mamma si sono potuti ritrovare. E’ stato veramente emozionante. Una serata a cui era presente la professoressa Calcina, che si è spesa molto per riuscire a fare in modo che si rivedessero.
I tappi del matrimonio sono stati consegnati durante la serata tutti insieme.
«Il medico si ricordava ancora del suo paziente - ci tiene a dire la docente - E’ stato bellissimo. Un semplice gesto, che può diventare abitudine di ciascuno, può avere un’importante ricaduta di tipo ambientale e civica, può aiutare a salvare delle vite, supportando la ricerca. Quei tappi speciali saranno portati in reparto, come buon auspicio per i futuri malati e come testimonianza potentissima e simbolica della competenza di sanitari che non si arrendono per salvare vite. Tutti noi con un piccolo gesto possiamo contribuire a raccogliere fondi - afferma la professoressa - affinché alcuni intrecci di vita producano circoli virtuosi che non andrebbero interrotti».
«In quel reparto ci abbiamo passato tanto tempo, momenti difficili ma ce l’abbiamo fatta - ricorda Morena - Luigi era un coccolone, medici e infermieri si erano affezionati. Siamo stati felicissimi di incontrare di nuovo il dottor Fedeli, che ha espresso gratitudine per l’iniziativa dei tappi, un piccolo gesto ma con un intento davvero grande».