Il Cai di Villasanta premia i suoi soci più fedeli e marcia spedito verso il secolo di vita
Ieri sera, mercoledì 15 novembre, il sodalizio guidato da Enrico Cambiaghi ha festeggiato il 95esimo di fondazione del Club Alpino Italiano in Villa Camperio
Novantacinque anni e non sentirli. Buon compleanno al Club Alpino italiano di Villasanta, sezione Andrea Oggioni, che ieri sera, mercoledì 15 novembre, in Villa Camperio, ha organizzato una serata per festeggiare lo speciale compleanno del sodalizio.
Durante la serata sono sati consegnati, ai soci, i riconoscimenti per il 25esimo e il 50esimo anniversario di appartenenza al Cai villasantese.
Le foto della serata
I soci premiati durante la serata
Durante la serata i vertici del sodalizio guidato da Enrico Cambiaghi hanno premiato Francesco Montani, Claudio Crespi, Angelo Maggioni e Virginio Origo per aver trascorso ben 50 all'interno del sodalizio.
Mentre Laura Crippa, Stefano Darbesio, Raffaele Dell'Aquila, Angelo Fumagalli, Laura Galbiati, Andrea Maggioni, Daniela Marinelli, Enrico Radaelli, Luca Santambrogio, Gloria Tomaini, Fausto Trope, Stefano Gaiani e Monica Ticozzi per i 25 anni.
Presenti in Villa Camperio anche il sindaco Luca Ornago e il consigliere di maggioranza con delega allo Sport Lorenzo Galli.
Novantacinque chilometri nelle gambe... e nel cuore
Durante la serata il sodalizio, attraverso un lungo filmato, ha ripercorso tutte le uscite organizzate dal Cai durante il 2023.
"Tre gli eventi che hanno caratterizzato i festeggiamenti per il 95 anniversario del nostro sodalizio - ha dichiarato Cambiaghi - Domenica 7 Maggio " Tutti in cammino ...nel Parco di Monza", mentre a fine luglio ci siamo recati in Piemonte per l'evento "Una vetta da 95" salita al Rocciamelone 3538mt. Infine lo scorso 9 settembre abbiamo organizzato una biciclettata intitolata "95km x 95 anni in bici" da Mezzoldo, Santuario Madonna della Neve fino alla Val Brembana . Ora continuiamo a camminare insieme sul sentiero per raggiungere un' ulteriore traguardo: i lontani, anzi no prossimi 100 anni".
Una storia iniziata nel 1928
Era il lontano 1928 quando un gruppo di appassionati di montagna e alpinismo fondava una sottosezione del Cai di Monza.
Fin dalle origini della sua presenza nell’ambito del Cai, Villasanta è stata affiliata come sottosezione di Monza. «Pur svolgendo un’attività autonoma, Villasanta dipendeva da Monza per il tesseramento, ricevendo un contributo sulla quota pagata dai nostri soci - hanno dichiarato i membri del sodalizio - A Monza mandavamo un nostro rappresentante che partecipava alle riunioni assembleari che decidevano le scelte generali oltre alla gestione dei rifugi e del patrimonio della sede monzese. Nel 1958 siamo diventati sede autonoma». La sezione villasantese nel corso degli anni è stata intitolata ad Andrea Oggioni, famoso alpinista villasantese scomparso nel 1961 durante la scalata del Monte Bianco.
Il primo presidente del sodalizio fu Enrico Tronconi
Il primo presidente del sodalizio fu Enrico Tronconi, facoltoso industriale, che rimase in carica per 18 anni. A lui successero, Carlo Magni (dal 1945 al 1947), Mario Colombo (fino al 1950), il Dottor Italo Montali (fino al 1952), Angelo Rossi (fino al 1954), Valerio Pasta (dal 1954 al 1961), Battista Montrasio (dal 1961 al 1973), ancora Valerio Pasta (dal 1973 al 1978), Andrea Recalcati (dal 1978 al 1979), Innocente Brambilla (dal 1979 al 1981), Giorgio Corbetta ( dal 1981 a Marzo 1983), di nuovo Innocente Brambilla (da Marzo a Novembre 1983). Qui incomincia il lungo periodo di Presidenza di Franco Citterio, (dal Novembre 1983 al Novembre 2010). E qui comincia un nuovo periodo di gestione del sodalizio, un proficuo alternarsi alla presidenza di Enrico e Franca Cambiaghi che dura fino ai giorni nostri. Sostenuti da un Consiglio composta da collaboratori – amici, Alessio Valaguzza, Renato Gaiani, Paolo Colombo, Massimo Crotti, Franco Citterio, Maurizio Simonetto, Osvaldo Noli, Antonio Montani, Giancarlo Paleari, Sergio Cambiaghi, Edgardo Fontana, Sergio Bertulessi, Franco Steiner, Carlo Fontana, Franco Gaiani, Enzo Turri, Santo Gargantini, Guido Comparozzi, Walter Corno, Roberto Galbiati, Renato Mattavelli, Felice Teruzzi, Amilcare Panzeri e Gabriele Perego. Questi fino ad oggi coloro che hanno gestito un sodalizio che ha realizzato nel tempo un notevole lavoro, organizzativo e costruttivo, realizzando programmi e opere che testimoniano la presenza qualificante del Cai di Villasanta.
Il sodalizio dedicato all'indimenticato Andrea Oggioni
Andrea Oggioni, nacque a Villasanta il 20 luglio 1930 ed è stato un importante alpinista che morì sul Monte Bianco il 16 luglio 1961. Formatosi, come molti altri alpinisti lombardi, sulle pareti della Grigna, negli anni Cinquanta Oggioni si impose come uno dei più forti alpinisti italiani, diventando il più giovane «accademico» del Club Alpino Italiano. Compì numerose prime ascensioni sulle Alpi, spesso insieme all'amico Walter Bonatti, e partecipò a una spedizione sulle Ande. Dallo spigolo Walker alle Grandes Jorasses, dalla Nord-Est del Badile alla Ovest di Lavaredo, le salite con il grande amico Josve Aiazzi, con Bonatti, la Nord del Roseg con Mauri, la Livanos-Gabriel in Civetta, la spedizione nelle Ande di Apolobamba e la conquista del Rondoy Norte (Cordigliera Huayhuash in Perù) insieme ad altre due cime andine. Ma, come per Riccardo Cassin, anche per Oggioni vi furono cime negategli con discutibili motivazioni da Desio e dal C.A.I.: il K2 e il Gasherbrum IV.
La tragedia del Freney
Oggioni morì nel 1961, all'età di soli trentun anni, in quella che viene ricordata come la tragedia del Freney: Bonatti, Oggioni e Roberto Gallieni si unirono a una cordata di quattro alpinisti francesi per salire il Pilastro centrale del Freney: una cima fino ad allora inviolata, nel gruppo del Monte Bianco. Dopo aver percorso più di metà della salita, furono investiti da un'ondata di maltempo eccezionalmente prolungata, che li bloccò in parete per un'intera settimana, e impedì loro sia di salire che di scendere. Infine decisero di tentare la discesa, ma solo in tre (Bonatti, Gallieni e Mazeaud) riuscirono a giungere vivi a valle. Oggioni e tre francesi (Pierre Kohlmann, Robert Guillaume e Antoine Vieille) morirono, stroncati dal maltempo, per il freddo e lo sfinimento, prima di poter essere raggiunti dai soccorritori. «Non ce la faccio più», furono le sue ultime parole: aveva speso tutto se stesso per aiutare i compagni. Morì di notte al Colle dell'Innominata, tentando di giungere alla Capanna Gamba dove le squadre di soccorso stavano riposando, a un'ora dalla salvezza.