Tutti all'ascolto del Requiem di Mozart

Il concerto per don Giussani conquista Monza: in Duomo oltre 1200 persone

Una chiesa gremita ha assistito al Requiem di Mozart in Re minore K 626, eseguito da una formazione di 46 coristi, 4 solisti e 31 orchestrali, sotto la direzione di Giorgio Brenna.

Il concerto per don Giussani conquista Monza: in Duomo oltre 1200 persone
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Un Duomo colmo di gente come non si vedeva da tempo. Sono state oltre 1200 le persone che venerdì 21 ottobre hanno gremito la Basilica di San Giovanni Battista a Monza in occasione del concerto della corale Disincanti Vocale Ensemble. Una grande serata di musica tutta dedicata a don Giussani.

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(foto Ignazio Perego)

Il concerto per don Giussani conquista Monza: in Duomo oltre 1200 persone

Una chiesa gremita ha dunque assistito in silenzio al Requiem di Mozart in Re minore K 626, eseguito da una formazione composta da 46 coristi, 4 solisti e 31 orchestrali, sotto la direzione del maestro Giorgio Brenna.

In occasione del centenario della nascita

L’evento, nato per celebrare il centenario della nascita del sacerdote brianzolo fondatore di Comunione e Liberazione, è andato oltre oltre ogni aspettativa degli organizzatori, l’Associazione “La Bellezza Disarmata” e il Centro Culturale Talamoni.

"Un tuffo al cuore il Duomo così pieno"

"Eravamo sicuri che proporre un concerto gratuito del Requiem di Mozart sarebbe stato
il modo migliore per ricordare Giussani, attraverso la musica classica che tanto amava come strumento per gustare la bellezza più profonda», è stato il commento di Luigi Guidi, presidente de “La Bellezza Disarmata”. "Ed eravamo sicuri che la risposta della gente sarebbe stata positiva. Ma davvero è stato un tuffo al cuore vedere il Duomo così pieno, con gente di ogni età e provenienza, monzesi e non, amanti della musica classica e neofiti".

Organizzazione interamente volontaria

Guidi ci ha tenuto a sottolineare inoltre che l'intera organizzazione del concerto è stata volontaria: dalla disposizione delle sedie sino al servizio d’accoglienza.

"Prima di aprire le porte del Duomo attendevamo con una certa trepidazione, fin quando ci siamo accorti della marea di gente che c’era fuori in attesa".

Le sedie così non sono bastate: tante persone hanno riempito le cappelle laterali e molti hanno seguito il concerto dal fondo, in piedi.

"È bello accorgersi che ciò che muoveva Giussani sa richiamare, a distanza di anni dalla sua
scomparsa, ancora tante persone, la gran parte delle quali evidentemente non legate all’esperienza di Comunione e Liberazione. Si è visto ciò, anche, dal silenzio perfetto che
ha accompagnato l’intera esecuzione del Requiem, un silenzio che abbiamo colto pieno
di stupore per quella bellezza in azione e per le domande che essa smuove".

Don Giussani, la musica e i giovani

Don Giussani, nel corso della sua attività di educatore e sacerdote, amava scegliere brani di musica classica per accompagnare i giovani a cogliere la presenza di Dio e la bellezza che questa presenza genera. Il Requiem di Mozart era uno dei suoi preferiti: in esso individuava una “sorgente di pietà per ricostruire l’uomo”.

Scriveva, a commento di questa composizione:

«In questo mondo incristiano, scristianizzato, l’uomo è senza possibilità di perdono, non sa cosa vuol dire perdono, non sa cosa vuol dire essere perdonato e perciò non può ricostituire se stesso […]. La miseria cristiana è quella che si sente invasa, accerchiata e stretta dal perdono, come un bambino nelle braccia della madre».

Un altro appuntamento venerdì 28 ottobre

Venerdì 28 ottobre, alle 21, è previsto infine un secondo evento per ricordare la figura didon Giussani: nel teatro del Collegio della Guastalla si terrà l’incontro dal titolo “Ecumenismo oggi: il contributo originale di don Giussani”.

L’evento è organizzato anch’esso da “La Bellezza Disarmata” e dal Centro Culturale Talamoni. Dialogheranno don Pierluigi Banna, docente di Patrologia al Seminario di Venegono, e Enrico Maria Sironi, religioso barnabita, docente emerito di teologia ecumenica nella Pontificia Università Urbaniana e nel Pontificio Istituto Orientale di Roma.

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