La testimonianza

Il coraggio del consigliere “arcobaleno” dopo le polemiche del Pride: “La nostra è sofferenza vera”

L'intervento emozionato e commosso di Roberto Motta, che fu il primo a unirsi civilmente con il compagno a Bernareggio e in tutto il Vimercatese

Il coraggio del consigliere “arcobaleno” dopo le polemiche del Pride: “La nostra è sofferenza vera”

Patrocini e polemiche, cortei e proteste. Ma anche una testimonianza. E il coraggio di affidarla, con coscienza e profonda commozione al Consiglio comunale. A offrirla, nel corso dell’ultima Assise di Bernareggio, è stato il consigliere di maggioranza Roberto Motta, che nel 2016 fu protagonista insieme al compagno Walter Orioli della prima unione civile officiata in paese e in tutto il Vimercatese.

Il coraggio del consigliere “arcobaleno”

Al tempo fu una rivoluzione. Arcobaleno. Proprio come il colore della cravatta indossata durante la seduta dello scorso martedì. Una scelta non casuale. In apertura dei lavori, infatti, si è discusso a lungo sul patrocinio concesso dall’Amministrazione comunale al Pride di sabato scorso, il corteo LGBTQ+ scandito dalle polemiche e dalle bufere. In particolare il polverone si è alzato non tanto sulla manifestazione in sè, quanto più sulla scelta degli organizzatori di nominare il momento clou della giornata “Via Frocis”, ovvero un corteo composto da dieci tappe che ha storpiato (che piaccia o meno) la “Via Crucis” della tradizione cattolica.

Le polemiche sul Pride

Un termine che, dicevamo, non è affatto piaciuto non solo al mondo del centrodestra, ma anche a tante Amministrazioni di centrosinistra, che hanno preso le distanze dalla scelta degli organizzatori. Tanto che qualche Comune, pur non ritirando il patrocinio, ha deciso di non partecipare al corteo. Non Bernareggio, che invece ha confermato la propria presenza, dichiarando però piena contrarietà alla scelta del termine. In aula, dicevamo, si è scatenata la bagarre:

“Ancora oggi diverse persone ritengono gli omosessuali come dei pervertiti che vogliono solo provocare e che non sono normali e in molte occasioni accusano, insultano o umiliano chi si trova in questa condizione. Il Pride è un momento per far riflettere sul fatto che le persone LGBTQ+ sono esseri umani come gli altri. Ma poi esiste davvero un essere umano normale? Pochi giorni prima del Pride, il cardinale Gerhard Ludwig Müller ha attaccato ancora la comunità LGBTQ+ affermando che Dio ha benedetto solo il matrimonio tra uomo e donna e che non si può benedire il peccato. Dopo queste dichiarazioni gli organizzatori del Pride hanno deciso di chiamare le tappe del percorso “Via Frocis”. Ora, questa scelta è stata vista come un attacco alla religione cattolica, ma quella che è stata vista come una parodia, in realtà è una similitudine”.

“La nostra è vera sofferenza”

Poi il momento più profondo della sua testimonianza:

“Il termine “Via Crucis” ricorda la Croce, simbolo di sofferenza e disprezzo che Gesù ha patito lungo il Calvario. “Via Frocis” ricorda invece la parola “frocio”, simbolo di sofferenza e disprezzo che ogni gay ha ricevuto almeno una volta nella sua vita. Qualcuno obietterà che la sofferenza di Gesù non è paragonabile a quella di un omosessuale, ma andatelo a raccontare ai genitori di quei ragazzi che si sono tolti la vita per la vergogna e per le umiliazioni subite – ha proseguito Motta con voce rotta dalla forte emozione di un momento così intimo e sentito – Io non ho mai pensato al suicidio, ma umiliazioni e offese ne ho ricevute tante”

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