Pensando a Lea Garofalo

Il coraggio di Lea e delle donne contro la mafia in un documentario

Libera di Monza e Brianza vuole celebrare le donne che si sono ribellate in un filmato. Ma serve l'aiuto di tutti con una donazione

Il coraggio di Lea e delle donne contro la mafia in un documentario
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La vita è fatta di scelte. Lea Garofalo, testimone di giustizia e tutte le donne che hanno detto di no ai sistemi mafiosi hanno fatto una scelta.

Al loro coraggio, alla loro forza, alla loro lotta per la legalità, Libera di Monza e Brianza vuole dedicare un documentario dal titolo «La scelta. Storie di donne contro la mafia» che si potrà finanziare con una donazione alla Fondazione Comunità di Monza e Brianza con l’obiettivo di raggiungere 20mila euro per la produzione e realizzazione.

Un documentario

Il documentario sarà curato da Jurij Razza, regista impegnato in tematiche sociali sui temi della memoria e dell’inclusione.

«Abbiamo deciso di fare un video che dalla scelta di Lea Garofalo si estende alle scelte delle donne nelle famiglie dove subiscono il potere omertoso e patriarcale», ha sottolineato Valerio D’Ippolito referente provinciale di Libera, impegnato in questi giorni nel lungo cammino verso Santiago. Così lontano eppure così vicino.

Sulle sue spalle lo zaino con la bandiera della pace e le foto di Lea Garofalo e Maria Chindamo, vittime di mafia. «Nel mio marciare sono solito rappresentare sul mio zaino i desideri e gli obiettivi che accompagneranno i miei passi» ha spiegato D’Ippolito.

Il documentario è un obiettivo ambizioso e nel suo cammino non manca di lanciare appelli sui social per invitare a aderire alla raccolta fondi.

Il video non solo per le scuole

«Il video è destinato in primo luogo alle scuole, ma non solo – ha precisato – La figura di partenza è Lea Garofalo, una vera e propria pioniera nella scelta di rottura del legame patriarcale, oppressivo e violento che si vive in quelle famiglie. Una pioniera il cui esempio è stato ed è tuttora seguito da tante altre donne, basta pensare all’esperienza di “Liberi di scegliere”».

Il nome di Lea Garofalo è ricordato nei giardini, nella toponomastica di molti Comuni e in tanti simboli, per esempio la pietra a lei dedicata a Muggiò, svelata alla presenza di Libera e ora Lea rivivrà anche in questo documentario.

Protagoniste le donne contro la mafia

Come ha illustrato il referente di Libera, nel video tra i protagonisti ci saranno i giovani che hanno partecipato al processo, sostenendo Denise, la figlia di Lea e quelle donne che hanno svolto un ruolo importante nella fase processuale, dall’avvocato Enza Rando alla giornalista Marika Demaria autrice del libro «La scelta di Lea», alle magistrate.

«Pensiamo di allargare lo sguardo ad oggi con figure importanti di donne, che con ruoli diversi studiano, raccontano, informano, indagano sul fenomeno in corso della inquietudine o ribellione delle donne allo strapotere patriarcale dei capi famiglia, che oltre a negare la loro libertà, mettono anche a rischio la vita e il futuro dei propri figli» ha detto D’Ippolito.

Nel cantiere di Libera un ampio progetto educativo

Il documentario «La scelta. Storie di donne contro la mafia» per Libera Monza Brianza è la scintilla di un progetto educativo e culturale più ampio.

«Questa iniziativa contribuirà a rafforzare un progetto culturale ed educativo che stiamo proponendo alla città di Monza, affinchè adotti Lea Garofalo come figura di riferimento per un più vasto intervento proprio a San Fruttuoso dove furono fatti rinvenire i suoi resti» ha sottolineato D’Ippolito.

Intanto nel paese natale di Lea...

E mentre Monza è vicina più che mai alla «scelta di Lea», è notizia di questi giorni, che nel paese natale della collaboratrice di giustizia, Petilia Policastro, il sindaco Simone Saporito ha fatto affiggere un manifesto funebre per Rosario Curcio, condannato per l’omicidio di Lea e morto suicida alla fine di giugno in carcere, esprimendo la vicinanza.

Un gesto che non ha lasciato indifferente il referente di Libera. «Con tutta la pietas che si deve ad una persona che scompare, dato il personaggio e quello che ha fatto, il silenzio sarebbe stata la scelta più giusta» ha commentato.

Ma è tempo di rimettersi in cammino per la legalità, ricordando Lea e sostenendo un progetto importante «La scelta. Storie di donne contro la mafia».

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