Il cuore grande delle suore Sacramentine
Un bellissimo progetto di formazione scolastica per studenti piccoli e grandi di Kenya e Uganda quello promosso dalle monache monzesi
La Quaresima è periodo per un cattolico di preghiera, digiuno e opere di carità. Per quella appena passata le monache Adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento di Monza hanno riportato all'attenzione una loro importante e pregevole opera di carità in corso in Africa, per cui chiedono un contribuito volontario a chi voglia dare una mano a portarla avanti.
Il cuore grande delle suore Sacramentine
Si tratta di un progetto di educazione scolastica per dare un’istruzione a bambini e ragazzi che vivono in Kenya e in Uganda. Per l’esattezza sono 18 gli studenti tra le due nazioni a cui l’attività di beneficenza delle suore sacramentine sta permettendo di avere un’istruzione progredita.
«In Kenya siamo già attivi da tre anni – ci ha spiegato la madre superiora del Monastero delle Adoratrici perpetue suor Benedetta dell’Unità – mentre in Uganda abbiamo iniziato solo da tre mesi. Riusciamo in quest’opera grazie a una nostra fidata referente del luogo, Nancy Makena, kenyana e sorella di una nostra monaca. Ciò che facciamo è portare dei bambini o ragazzi via dalle scuole del villaggio, e permettere loro di iscriversi in scuole migliori, più formative, che diano la possibilità di accedere alle università. La nostra referente – ha proseguito – li segue raccogliendo informazioni a scuola sul loro rendimento. Il nostro finanziamento è a microcredito, cioè anticipiamo il denaro occorrente che poi le famiglie nel tempo ci restituiscono. Infatti lavoriamo anche per le famiglie, cercando di dare ai genitori un lavoro che permetta la loro sufficienza economica. Ad esempio – ha continuato – abbiamo inserito tre mamme a lavorare in un campo, mentre altre quattro ora vendono i prodotti della coltivazione nei negozi. Abbiamo anche acquistato stalle e mucche con un consorzio dove fare lavorare i genitori. È un metodo che funziona – ha proseguito – perché emancipa le famiglie, al punto che in un caso noi abbiamo provveduto agli studi della primogenita, mentre sulla secondo genita sono stati i genitori stessi a poter pagare le spese, proprio in virtù del lavoro acquisito. Non è sussistenza insomma, ma inneschiamo una dinamica produttiva».
La possibilità di una scuola migliore
Gli studenti seguiti dall’opera di bene delle sacramentine sono della primary (primaria) e secondary (secondaria) e uno è in università. Si tratta di scuole private del Kenya, che sicuramente rispetto a quelle di villaggio sono di un livello superiore, per quanto nell’ultimo caso possa dipendere da istituto a istituto. Gli studenti più bravi possono entrare alla National School, in cui già due di quelli seguiti dalle monache sono riusciti ad accedere.
«Da quando abbiamo aperto le donazioni – ha concluso suor Benedetta – è stata forte la partecipazione. Le offerte sono libere e le raccogliamo anche nella nostra chiesa, dove vendiamo libri usati, sempre a offerta libera, il cui ricavato va a questo fine».
Un legame profondo con il territorio africano e con la città di Monza
In Kenya i ragazzi seguiti sono della contea di Nyeri e di quella del Meru, ma è da lungo tempo che le suore sacramentine sono presenti nello stato africano. Nel lontano 1975 a Karima hanno fondato il loro primo monastero di clausura che ha ospitato un numero notevole di novizie provenienti anche dall’Uganda. Molte di loro dopo l’entrata in monastero passano un periodo nel convento di Monza. Negli ultimi anni un altro monastero è stato costruito a Kangulumiri, dando vita così al gruppo Ka.Mo.Ka., acronimo dei tre monasteri di Karima, Monza e Kangulumir, segno del legame profondo con il luogo africano.