Il disastro del Vajont non è dimenticato: Usmate e Longarone unite dal ricordo
La famiglia Callegari si è recata in visita al cimitero Monumentale dove riposano alcuni parenti vittime del dramma
Due comunità legate da una disgrazia e dal dolore, ma anche da legami familiari che a dispetto del tempo ormai passato restano più saldi che mai.
E’ una storia tutta da raccontare quella della famiglia Callegari, che lo scorso 26 luglio si è recata a Longarone, cittadina del Veneto tristemente nota per il disastro del Vajont, in cui ancora oggi trovano riposo eterno alcuni parenti inesorabilmente travolti dall’inondazione che il 9 ottobre del 1963 spazzò via oltre 2mila vite.
Il disastro del Vajont non è dimenticato: Usmate e Longarone unite dal ricordo
«Noi siamo originari del Polesine, ma a causa dell’alluvione del 1951 fummo costretti a trovare ospitalità, come sfollati, in alcune colonie lontano da casa - raccontano Adriano, il fratello Rossano e il figlio Davide - Quando l’emergenza rientrò e potemmo tornare indietro, il cugino Almerino decise di rimanere a Longarone, avendo nel frattempo trovato l’amore di sua moglie Maria Luigia. Non solo, perché, scherzo del destino, trovò anche lavoro proprio alla famosa diga».
Una famiglia e una vita felice, coronata anche dalla nascita della piccola Marinella. Fino alla notte in cui la frana del Monte Toc e lo straripamento del lago sottostante aprirono una ferita che ancora oggi non può definirsi rimarginata. Il legame con gli affetti familiari, però, resta indissolubile. Da qui la visita al cimitero di Longarone da parte dei Callegari, usmatesi ormai a tutti gli effetti dopo aver lasciato il Polesine una seconda volta, che hanno voluto rendere omaggio al cugino così tragicamente scomparso.
La visita alla diga
«E’ stata per tutti un’esperienza devastante e indimenticabile vedere l’immensità delle tombe tutta ben alienate per ogni campo - proseguono - Un cimitero silenzioso che lascia un senso di angoscia e fa meditare su quanto male inutile ci sia oggi nel mondo. Abbiamo anche visitato la diga che ha resistito al terribile impatto dell’acqua che l’ha superata quando dalla montagna si è staccata una enorme frana andando a cadere nel bacino d’acqua, emettendo un’enorme onda che ha distrutto l’intera cittadina e gli altri paesi vicini».
Non solo, perché l’emozionante tappa è stata anche occasione di incontrare direttamente il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, al quale è stata consegnata una targa per conto dell’Amministrazione comunale di Usmate Velate quale segno di solidarietà per tutti i defunti e per i cittadini sopravvissuti.
«Ci ha dimostrato grande attenzione, ascolto, sensibilità; ha voluto sapere la nostra storia e il motivo per cui abbiamo chiesto di incontrarlo in questo giorno - raccontano ancora i Callegari - Ci ha accompagnato al cimitero monumentale dei caduti del Vajont e in quel momento abbiamo donato anche una statua della Madonna realizzata da noi. Lì, al camposanto, rimarrà per sempre a vegliare sugli innocenti, morti per colpa del cinismo dei potenti. Ringraziamo il nostro sindaco Lisa Mandelli e il vicesindaco Mario Sacchi per aver dimostrato la vicinanza di Usmate Velate al Comune di Longarone in ricordo delle vittime del Vajont».