Autodromo

Il Gran Premio rischia di saltare la corsa

Se gli interventi legati al rifacimento dei sottopassi non verranno portati a termine in tempo, il prossimo anno niente gare

Il Gran Premio rischia di saltare la corsa
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I timori non sono solo rivolti al 2025, anno in cui scade il contratto siglato con Liberty Media. Ma anche al 2023.
Perché se non si riuscirà a finire per tempo i lavori legati al rifacimento e alla messa in sicurezza dei sottopassi dell’Autodromo, il Gran Premio del prossimo anno è destinato a saltare. Con tutte le conseguenze del caso sia dal punto di vista dell’immagine che dell’indotto.

Il Gran Premio rischia di saltare la corsa

A fare appello al Governo, e in particolare al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, affinché tale rischio venga scongiurato è stato il presidente dell’Aci Angelo Sticchi Damiani in occasione del convegno sul futuro economico della Brianza organizzato sabato scorso dalla Lega proprio in Autodromo.

«Non lo nego, siamo a un punto cruciale. Le risorse economiche ora le abbiamo e le dobbiamo spendere bene - ha esordito Sticchi Damiani alludendo ai 45 milioni stanziati per l’ammodernamento del circuito - Ma ora il vero nodo è legato ai lavori relativi ai sottopassi dell’impianto».
Interventi indispensabili perché metteranno finalmente fine alla promiscuità tra i mezzi a motore che passano e i pedoni.
Nel 2019 era dovuta intervenire la Prefettura per bloccare il flusso dei veicoli in uscita al termine della gara e far defluire il pubblico a piedi. Un’operazione che aveva richiesto ore viste le presenze record che quell’edizione aveva fatto registrare.

Una questione di sicurezza

Una questione di sicurezza, dunque, per la quale la Formula 1 non intende soprassedere. Anche perché, come ha precisato ancora il presidente Aci, «quest’anno è previsto l’arrivo di molte più persone anche rispetto ai numeri record del 2019. Il che ci rende ovviamente molto felici, ma rende anche sempre più evidente come gli interventi debbano essere fatti con la massima urgenza».
Un particolare, questo, sollecitato anche dallo stesso amministratore delegato della Formula 1 Stefano Domenicali. «Ci siamo incontrati a Imola e non mi ha nascosto che, qualora Monza non sistemasse i sottopassi, ci sarebbe il rischio che questo sia l’ultimo anno», ha commentato ancora Sticchi Damiani.
Le risorse economiche per i lavori, come si diceva, ci sono. Il progetto preliminare pure. «Ora dobbiamo approvare quello esecutivo». Il tempo però stringe. E a preoccupare maggiormente non sono le tempistiche legate al cantiere in sé, bensì quelle necessarie per ottenere le autorizzazioni. La burocrazia, insomma.

«E’ indispensabile che i lavori partano a ottobre di quest’anno e che vengano portati a termine entro massimo giugno 2023. Sarà un grande sacrificio per Sias perché per forza di cose tutte le attività previste in questo lasso di tempo verranno bloccate. Entro fine giugno la pavimentazione dovrà tassativamente essere terminata altrimenti salteranno tutte le gare successive, compreso il Gran Premio».

Uno scenario nemmeno troppo remoto, le cui ricadute si faranno sentire anche a livello economico visto che il weekend del Gran Premio porta al territorio (Monza in primis) qualcosa come 150 milioni di euro tra indotto diretto e indiretto. «Il senatore Massimiliano Romeo (anche lui tra gli ospiti del convegno di sabato, ndr) ha accennato al recupero della sopraelevata - ha aggiunto ancora Sticchi Damiani - Le risorse ci sarebbero, ma tutto ciò che esula dalla pista non ha la medesima urgenza».

Il Ministro rassicura

Da parte sua il Ministro Giorgetti ha rassicurato (o per lo meno ci ha provato). «Di sfide ne abbiamo raccolte tante e non ci tiriamo indietro davanti a questa - Serve un intervento normativo per velocizzare le procedure».
Qualora si riuscisse a superare lo scoglio del 2023 i problemi per il circuito non sarebbero certo finiti. Il 2025 è dietro l’angolo «e ad oggi siamo ben lontani dagli standard internazionali», ha ammesso il presidente dell’Autodromo Giuseppe Redaelli. Anche perché la concorrenza di altri Paesi, con disponibilità economiche decisamente più elevate e con circuiti all’avanguardia, è spietata.
Non ha nascosto la sua preoccupazione circa il futuro della Formula 1 a Monza nemmeno il capogruppo in senato della Lega Massimiliano Romeo che, in clima da piena campagna elettorale, non ha risparmiato frecciate agli ex sindaci di Monza di centrosinistra.
«L’Autodromo ha vissuto momenti molto difficili - ha esordito - Ricordo quando con l’ex sindaco Michele Faglia parlava di abbattere la sopraelevata, o quando con Roberto Scanagatti si parlava di portare il Gp a Roma. Monza ha sempre lottato per tenersi la gara e, devo ammetterlo, non sono tranquillo».

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