La sentenza

Il lavoratore licenziato per presunto superamento del comporto di malattia sarà reintegrato

La Corte di Cassazione ha confermato integralmente la decisione della Corte d’Appello di Milano, disponendo la reintegra del lavoratore Nicola, operaio del settore Igiene Ambientale

Il lavoratore licenziato per presunto superamento del comporto di malattia sarà reintegrato

Con la sentenza pubblicata ad agosto 2025 la Corte di Cassazione ha confermato integralmente la decisione della Corte d’Appello di Milano, disponendo la reintegra del lavoratore Nicola, operaio del settore Igiene Ambientale, licenziato nel luglio 2022 per presunto superamento del comporto di malattia. La notizia è stata diffusa nelle ultime ore dalla Fit Cisl di Monza e Brianza che commenta: “Una vittoria di giustizia e di dignità”.

Il lavoratore licenziato per presunto superamento del comporto di malattia sarà reintegrato

Il licenziamento era avvenuto nonostante tra i giorni conteggiati vi fossero assenze dovute a positività da Covid-19, regolarmente documentata da tampone. Iscritto alla FIT CISL Monza Brianza Lecco, Nicola si è rivolto all’Ufficio Vertenze CISL Monza Brianza Lecco, che ha seguito il caso in tutte le fasi processuali.

Il Tribunale di Monza, in primo grado, aveva convalidato il licenziamento, ritenendo computabili i giorni di assenza precedenti alla conferma tramite tampone. Contro questa interpretazione, la difesa ha proposto ricorso in appello, sostenendo l’applicazione piena della normativa emergenziale (Legge 18/2020) che esclude dal comporto l’intero periodo di assenza per positività al Covid-19.

La Corte di Appello di Milano – si legge nella nota della Cisl – ha accolto in toto la tesi del lavoratore, riformando la sentenza di primo grado e disponendo la reintegra con condanna del datore di lavoro al risarcimento del danno.

La Cassazione ha confermato definitivamente questa interpretazione, chiarendo che la norma – di natura eccezionale e legata al contenimento della pandemia – si applica a tutte le assenze per Covid-19, che pertanto non possono essere conteggiate nel periodo di comporto.

“Questa sentenza rappresenta una vittoria importante per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, tutelando non solo il caso individuale di Nicola e della sua famiglia, ma affermando un principio generale di giustizia – sottolinea il sindacato. La FIT CISL Monza Brianza Lecco esprime piena soddisfazione per l’esito della vicenda confermando il proprio impegno al fianco dei lavoratori, per difendere diritti, dignità e giustizia nei luoghi di lavoro”.