Il nuovo comparto sull’area dell’ex Dell’Orto. La censura del Carroccio: «E’ uno scempio»
Presentato dal privato il Piano integrato d’intervento con quattro condomini al posto dell’area dismessa

«Uno scempio. Praticamente corso Matteotti e tutto il circondario saranno saturi. E oscureranno pure il campanile del San Rocco». Non usa mezzi termini il segretario locale della Lega, Edoardo Trezzi, per commentare la proposta del Piano integrato d’intervento per la rigenerazione dell’area sulla quale sorge ciò che resta dello storico stabilimento della Carburatori Dell’Orto, in centro a Seregno.
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Il progetto presentato dalla proprietà prevede un intervento residenziale con quattro palazzi, oltre a spazi destinati a terziario e servizi pubblici. Nel comparto è allo studio la pedonalizzazione di un tratto di via San Rocco.
Il progetto, indubbiamente destinato a cambiare volto al centro città, sta già suscitando perplessità, in attesa della versione definitiva che sarà discussa in Consiglio comunale, in variante al Pgt.
Nelle scorse settimane Acli Seregno ha discusso della faccenda e, «vista la complessità del progetto e le ricadute sul quartiere San Rocco e sulla città intera», ha delegato una commissione interna per redigere un documento, che sarà presentato pubblicamente. Anche la politica locale si agita sul futuro dell’ex Dell’Orto.
«I Piani integrati sono previsti per legge e non ho nulla contro il privato, che vuole edificare su un’area totalmente edificata - commenta il capogruppo consiliare Giacinto Mariani della Lega - O in altezza o in larghezza, quelli sono i volumi edificatori. L’Amministrazione deve essere brava a chiedere qualcosa in più alla proprietà, ma manca una visione e un progetto ben preciso sulla città. Non sanno cosa chiedere e fanno interventi casuali. Zero progettazione del futuro».
A giudizio dell’ex sindaco «non è stato considerato l’impatto viabilistico della chiusura di via San Rocco, visto che ci saranno circa 150 nuovi appartamenti: è in sintonia con il Piano urbano del traffico? Se si prevede la riqualificazione della piazzetta davanti alla chiesa, saranno eliminati dei posti auto, così come in via San Rocco: questo piano non risolve uno dei problemi più urgenti, cioè la carenza di parcheggi, anzi lo aggrava. Ci saranno dei parcheggi interrati, ma saranno di pertinenza delle abitazioni e quelli pubblici equivalgono ai posti eliminati in superficie. La rotatoria fra corso Matteotti e via Cavour? Non ci sta».
Con 800mila euro di oneri di urbanizzazione «fai il sollecito all’ex biblioteca, è una cifra insufficiente per la ristrutturazione e senza sapere con quali finalità».
Mariani lamenta che il progetto «cambierà la vivibilità dell’intera zona, ma non è mai stato discusso apertamente, perché fanno le cose di nascosto. Non ci sono stati passaggi preliminari alla Commissione, né contribuiti e proposte da partiti, associazioni di categoria e del territorio. Se porti il progetto già pronto, cosa fai?».
In tema di sicurezza «il proprietario sta facendo di tutto per evitare bivacchi e intrusioni, ma il Comune oltre a ordinanze e ingiunzioni cosa sta facendo? Il sindaco è responsabile della sicurezza e mi sembra assurdo scaricare le responsabilità sul privato».
Dal consigliere pollice verso anche sulla rigenerazione delle altre aree dismesse: «Il sindaco Rossi governa da sette anni, quante ne sono state rifatte? Zero e la città ne soffre. Per l’ex Parà sono passati tre anni e non si sa nulla».
Un grattacielo e tre palazzi attraversati da un giardino pubblico
Come diventerà l’area dell’ex Carburatori Dell’Orto in centro città? Sono previsti quattro corpi di fabbrica con un’altezza graduale, da 5 a un massimo di 15 piani, con circa 150 appartamenti oltre a una piccola quota di uffici e negozi. I condomini, fra cui un grattacielo in via Cavour, saranno attraversati in diagonale (da corso Matteotti a via D’Azeglio) da un «cannocchiale» di verde pubblico.
I numeri rendono bene l’idea dell’importanza del comparto, destinato a rivoltare come un calzino un angolo storico del centro città: una superficie territoriale di circa 8mila metri quadrati, 13mila metri quadrati di potenziale ricostruzione, di cui oltre 4mila di superficie non edificata che saranno in gran parte ceduti al Comune, in buona parte permeabile. Più di duemila metri quadrati di giardino (pubblico, più una parte privata) con vegetazione arborea per garantire una maggiore permeabilità dell’area, altri duemila con il parcheggio interrato a ridosso del semaforo fra via Cavour e corso Matteotti.
Nelle intenzioni del privato, ultimato l’iter amministrativo con il via libera del Consiglio comunale, la realizzazione dei quattro condomini è prevista in tre lotti, dopo la complessa fase di demolizione dell’ex fabbrica: il primo per gli immobili di via San Rocco, il secondo su via d'Azeglio, il terzo in corso Matteotti, da ultimare in dieci anni, da coordinare con le opere di urbanizzazione e i parcheggi pubblici, che devono avere la priorità nell'intervento. Occhio e croce, salvo intoppi e lungaggini burocratiche, potremo vedere il complesso nel mandato amministrativo 2033-2038.



«Non rispetta le linee di indirizzo»
Un mese fa la proprietà dell’area ex Dell’Orto ha presentato al Comune il Piano integrato d’intervento, «ma non recepisce tutte le indicazioni della nostra delibera di indirizzo, che risale alla fine dell’anno scorso - commenta l’assessore all’Urbanistica, Giuseppe Borgonovo - Si tratta indubbiamente di un progetto di qualità in termini di arredo urbano e infrastrutture, ma l’intervento prevede il 97 per cento di residenziale privato che non risponde al mix funzionale con opere e servizi pubblici da mettere a disposizione della città. Il pre-progetto presentato in precedenza è sostanzialmente accoglibile, mentre quello protocollato ha trasformato le proposte iniziali in monetizzazione pura delle opere, in assenza di conformità con gli indirizzi della delibera che, invece, vanno rispettati nella loro totalità. Così si valorizza l’ambito di intervento, ma è necessario anche realizzare qualcosa per la città visto l’impatto notevole del comparto sul piano urbanistico e viabilistico. Il privato ha i suoi obiettivi, che l’Amministrazione non vuole certo ostacolare, ma occorre una forte quota di compensazione con l’interesse pubblico, in un ambito con una serie di problematiche. I punti essenziali sono il mix funzionale dell’intervento e il ritorno di una quota di edilizia convenzionata».
Fra i temi caldi ci sono i parcheggi.
«C’è il timore che non sia sufficiente il previsto parcheggio pubblico interrato da 50 posti in fondo a via Cavour, che non era presente nel pre-progetto. Abbiamo anche delle riserve sulla proposta di pedonalizzare il secondo tratto di San Rocco fino a via D’Azeglio», anziché il primo tratto antistante la chiesetta e in continuità con la prevista area pedonale fra via Cavour e via San Rocco, dove adesso c’è il parcheggio di fronte alla farmacia e nella quale rimarranno soltanto alcuni posti auto.
Borgonovo replica anche alle obiezioni della Lega: «Gli 800mila euro sono il corrispettivo della quota di edilizia convenzionata e sappiamo bene che non sono sufficienti per la sistemazione dell’ex biblioteca. Tutto nascosto? Il privato presenta la sua proposta, il relativo pre-progetto e il progetto sono pubblicati nella sezione Trasparenza del sito del Comune».
Adesso si apre una fase di confronto fra Amministrazione e proprietà per trovare un punto di convergenza e ridefinire il progetto urbanistico, che vale decine di milioni di euro. «Se il progetto non rispetta le linee guida, non viene approvato, ma il privato può costruire e non possiamo pretendere di fare, per esempio, un parco pubblico sull’intera area. C’è l’interesse delle due parti a dare attuazione al Piano».