Dopo nove anni alla guida della Comunità pastorale Santo Crocifisso di Meda, a settembre monsignor Claudio Carboni lascerà l’incarico per trasferirsi a Milano come residente. Al suo posto arriverà don Fulvio Rossi, attuale parroco di Lainate (Milano).
Dopo nove anni monsignor Claudio Carboni lascia Meda
La notizia è stata data recentemente, a seguito della lettera inviata dal vicario episcopale, monsignor Michele Elli, in cui comunicava ai fedeli:
«Il vostro parroco, avendo raggiunto il limite del suo mandato di nove anni - come prescrive il direttorio delle Comunità pastorali - con il prossimo settembre termina il suo servizio da voi. Continuerà il suo ministero assumendo l’incarico di residente con incarichi pastorali nella Comunità pastorale Paolo VI a Milano e mantenendo incarichi a favore delle Confraternite, dell’Oftal e di gruppi con riconoscimento diocesano. Ringrazio di cuore don Claudio per il lavoro che ha offerto in questi anni con voi e per voi. Gli auguro ogni bene per il suo nuovo incarico». Ha quindi annunciato che «l’arcivescovo ha nominato don Fulvio Rossi vostro nuovo parroco e responsabile di Comunità pastorale. A lui auguro ogni consolazione pastorale e buon lavoro».
Monsignor Claudio Carboni
Il saluto del parroco: "Grazie a chi ha condiviso questo percorso con me"
In attesa di congedarsi dai parrocchiani medesi, monsignor Carboni ha affidato il suo pensiero al bollettino parrocchiale. I suoi saluti sono occasione per fare un bilancio del percorso e per ringraziare quanti lo hanno accompagnato e aiutato nel suo cammino:
«Con il presente decreto, a decorrere dal 7 settembre 2016, nominiamo Lei all’ufficio di responsabile della Comunità Pastorale S. Crocifisso in Meda, composta dalle tre parrocchie di S. Maria Nascente, S. Giacomo e Madonna di Fatima. […] L’incarico di responsabile della Comunità pastorale e parroco avrà la durata di nove anni». Riportava questo appunto la nomina del card. Angelo Scola nei miei confronti. I nove anni son passati ed è giunto il momento di passare questo servizio ad un altro sacerdote. Questo avverrà entro il prossimo settembre, quando accoglieremo il nuovo parroco. Io andrò in una Comunità pastorale a Milano centro storico, non come parroco come da me richiesto, ma a svolgere il servizio di vicario di Comunità, mantenendo i vari incarichi diocesani.
È vero quanto ebbe a dire il card. Martini entrando in diocesi come Arcivescovo: «La vita cristiana è un itinerario, è un muoversi: partire da un punto per arrivare a un altro, per tappe intermedie. Non è un possedere». Nove anni molto intensi e impegnativi, spesi con gioia e riconoscenza per la condivisione di un cammino di Comunità che ha reso concreto il sentire l’appartenenza alla Chiesa. Questa appartenenza è il sale della vita del presbitero; fa sì che il suo tratto distintivo sia la comunione, vissuta con i laici in rapporti che sanno valorizzare la partecipazione di ciascuno.
In questo tempo povero di amicizia sociale, il nostro primo compito è quello di costruire comunità; l’attitudine alla relazione è, quindi, un criterio decisivo. Ognuno di noi ha dei carismi diversi da mettere a disposizione e trasmette sensibilità proprie; in questi anni il filo rosso — chiamiamolo così — che ho cercato di evidenziare e trasmettere è stato un certo modo di vivere la liturgia. Nella liturgia, «culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù» (SC 10), io entro: non la creo. La creatività nella liturgia è, come nella musica, una variazione su un tema imposto: il tema mi è dato, non viene da me. Occorre entrarci in atteggiamento di servizio. Scriveva il vescovo Adriano Caprioli: «Il mistero che noi celebriamo è anzitutto l’opera di un Altro, l’opera stessa di Dio. La liturgia è l’epifania del mistero di Dio, della redenzione, di Cristo. Essa prolunga l’incarnazione nei nostri simboli e nei nostri riti, nella nostra proclamazione e nella nostra partecipazione». Spero di aver comunicato tutto questo.
Ringrazio tutte le persone che mi hanno aiutato in questi anni, condividendo con me momenti di gioia e di fatica, particolarmente coloro che con molta dedizione seguono le segreterie e i vari aspetti amministrativi, la Diaconia passata e presente, il Consiglio Pastorale e il Consiglio per gli Affari economici. Aver preparato molte coppie al Sacramento del Matrimonio, accompagnato molte persone (più di cinquecento) alla dimora eterna, contribuito alla rinascita battesimale di tanti bimbi con le loro famiglie sicuramente mi ha sempre aiutato a bilanciare i tanti aspetti formali e burocratici che l’incarico di responsabile di Comunità comporta.
I tanti lavori realizzati in questi anni nelle quattro chiese, le tre parrocchie e la scuola S. Giuseppe della Comunità Pastorale mi hanno sempre coinvolto nella responsabilità come un “padre di famiglia”, occupando molto tempo ed energie e confidando nella provvidenza e nella generosità di tante persone. Desidero rivolgere un pensiero particolare con un ricordo nella preghiera alle tante persone anziane e malate, soprattutto a coloro che almeno tre volte all’anno incontravo di persona. La vicinanza di mia mamma — con le sue fragilità nella malattia di questi ultimi anni — mi è sempre stata di aiuto a cogliere il mistero della Croce di Cristo come redenzione e salvezza, unita alle fragilità e sofferenze umane; in questi ultimi due anni il buon rapporto con la Fondazione Besana si è maggiormente intensificato con il trasferimento lì della mia cara mamma. Proprio questa sua presenza in casa Besana sarà, finché il buon Dio vorrà, legame indelebile con la comunità di Meda.
Cari amici, salutare è sempre un po’ faticoso e spesso le parole lasciano spazio a sentimenti e a gesti di ringraziamento che si intensificano con la comunione nella Chiesa. Confidando nella vostra vicinanza e nel vostro sostegno, chiedo una preghiera e auguro a tutta la Comunità S. Crocifisso di Meda di continuare ad essere sempre testimone del Crocifisso Risorto; Lui deve crescere, io diminuire.
Il nuovo parroco da settembre sarà don Fulvio Rossi
Prossimamente ci sarà modo di salutarlo ufficialmente e anche di accogliere don Fulvio Rossi, che proprio recentemente ha festeggiato i 40 anni di sacerdozio. Originario di Binago (Como), è stato ordinato sacerdote l’8 giugno 1985 dal cardinale Carlo Maria Martini, scegliendo il motto «Rimanete nel mio amore». Questo è il credo che tiene sempre nel cuore e che vuole trasmettere ai suoi parrocchiani. Il primo incarico è stato quello di coadiutore a Milano (1985-1988), poi a San Vittore Olona (1988-2001) e parroco alla Taccona di Muggiò (gennaio 2002-2012). Nel 2012 l’arrivo a Lainate, i primi anni al fianco di don Ernesto Ceriani e poi da parroco. Appassionato di arte, che usa spesso per le catechesi, è anche un grande tifoso dell’Inter e un ciclista: non si sottrae a parlare dell’ultima partita di calcio e a fare una bella pedalata per le vie del paese e non solo. E ora è pronto a «pedalare» verso una nuova avventura a Meda.