Esclusiva del Giornale di Monza

Il principe Emanuele Filiberto ha ricordato il regicidio di Umberto I

Il capo di Casa Savoia ha celebrato il 124esimo anniversario del regicidio del 29 luglio 1900

Il principe Emanuele Filiberto ha ricordato il regicidio di Umberto I
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E' lo stesso principe Emanuele Filiberto di Savoia a ricordare il regicidio avvenuto a Monza ben 124 anni fa.

Il ricordo del principe Emanuele Filiberto

Era il 29 luglio del 1900. In quella serata afosa Monza divenne, suo malgrado, il centro della cronaca politica internazionale.

Re Umberto I, morì sotto i colpi della rivoltella dell’anarchico Gaetano Bresci mentre ritornata alla Villa Reale in carrozza dopo aver partecipato a un saggio ginnico della Forti e liberi di viale Cesare Battisti.

Oggi, a distanza di 124 anni dall’attentato, è il principe Emanuele Filiberto di Savoia - discendente del sovrano e attuale capo della Casa reale dopo la scomparsa del padre Vittorio Emanuele - a voler ricordare il suo nobile trisavolo.

È con profondo rispetto che ricordo la tragica scomparsa del mio avo, Re Umberto I. Un evento che scosse fortemente, non solo la mia famiglia, ma tutta l’opinione pubblica sia nazionale sia internazionale per la morte così violenta del grande Re d’Italia amato dal suo popolo.

Ha spiegato il principe in esclusiva al Giornale di Monza.

La "passione" per Monza dei Savoia

Il sovrano, infatti, era solito passare le vacanze estive proprio nella Reggia di Monza sia perchè la villa gli era stata donata come regalo di nozze dal padre Re Vittorio Emanuele II, sia perchè a pochi chilometri di distanza - a Vedano al Lambro - viveva la sua amante prediletta: la duchessa Eugenia Litta.

Sul luogo del regicidio era stata poi eretta la Cappella espiatoria che ancora oggi è meta di turisti e monarchici da tutta Italia.

Re Umberto I riposa al Pantheon di Roma, accanto all’indimenticabile Regina Margherita. La Cappella espiatoria è un luogo che impressiona molto e ricorda non solo i legami di amicizia internazionali del sovrano e del Paese, ma anche la centralità che Monza rivestiva nella vita politica del Regno d’Italia.

Ha aggiunto il capo di Casa Savoia.

La Cappella espiatoria

Nella cripta della cappella, infatti, sono presenti le corone offerte da tutte le delegazioni delle Case reali e imperiali dell’epoca e dei Capi di Stato dei Paesi di mezzo mondo per commemorare la scomparsa del secondo Re dell’Italia unita.

Il legame della mia Casa con la città di Monza è ancora oggi molto vivo e personalmente torno sempre con affetto, sia per la bellezza della Villa Reale sia per la presenza della Corona Ferrea custodita nel Duomo - ha concluso il principe - Entrambi simboli di un prestigio unico e tesori da valorizzare sempre di più.

Il giorno seguente all’attentato, il 30 luglio, a Monza arrivarono i membri della famiglia reale. Il corpo del Re, in attesa dell’arrivo del figlio e nuovo sovrano Vittorio Emanuele III e della moglie Elena, venne conservato nella vasca da bagno con ghiaccio e formalina.

L’anarchico Bresci, invece, fu immediatamente fermato (ma anche salvato dalla folla inferocita) e arrestato dai Carabinieri che lo portarono alla caserma monzese.

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