Monza

Il quartiere resta senza nuovo medico

Va in pensione Claudio Perego che riceve in via D’Annunzio da 41 anni e il sostituto non c'è ancora

Il quartiere resta senza nuovo medico
Pubblicato:

Non c’è ancora un medico che possa sostituire il dottor Claudio Luigi Perego, medico di base a San Rocco, quartiere di Monza, con ambulatorio in via D’Annunzio, che a fine luglio andrà in pensione. Un dottore per la verità era stato trovato, ma ha rinunciato all’incarico.

Il quartiere resta senza nuovo medico

«Il bando della Asst è ancora attivo -spiega l’assessore al Welfare, Egidio Riva- e quindi entro la prima decade di luglio mi troverò con l’Asst per fare il punto della situazione. Se non ci dovesse essere un medico disponibile, l’ipotesi potrebbe essere quella di aprire un ambulatorio medico temporaneo in locali comunali, al servizio del quartiere, almeno per qualche settimana finché non si risolva il problema».

Carenza di dottori

Va ricordato che mesi fa, in previsione della possibile carenza di medici per effetto dei pensionamenti, Pino Saccà, cittadino attivo della Consulta di San Rocco, lanciò l’idea di attrezzare ad ambulatori alcuni ambienti disponibili al piano terra delle case Aler di via Fiume, in modo da assicurare il servizio alla popolazione, sia pur con medici incaricati a tempo.

Il bando dell'Asst

«Stiamo chiedendo all’Asst -continua Riva- particolare attenzione per i quartieri, perché non restino sguarniti. Con il prossimo bando l’Asst darà la possibilità di fare i medici di medicina generale (cioè i medici di base) anche ai corsisti in materia. Ma su due anni di corso gli allievi sono solo una ventina su tutta la provincia. Voglio però ricordare che i pazienti, mediante la funzionalità di scelta e revoca sul portale regionale, possono verificare se ci siano medici vicini al proprio quartiere che abbiano disponibilità a prendere in carico assistiti. Piuttosto che rimanere senza medico...».

Pazienti preoccupati

Da parte sua il dottor Perego si mantiene sereno: «Sto rassicurando i miei pazienti, che sono in fibrillazione. D’altronde su 1800 assistiti ho 500 anziani, che comprensibilmente vivono con disagio la prospettiva di cambiare medico». Perego nel quartiere conosce tutti e da tutti è conosciuto: «Sono nato, sono cresciuto e ho studiato a San Rocco. Vivo nel quartiere, da 41 anni esercito qui la medicina di base dopo due anni di servizio come guardia medica. Fare il medico di medicina generale significa lavorare con sacrificio, stare vicino alle persone, soprattutto agli anziani. Servono le conoscenze scientifiche, certo, ma serve anche tanta umanità».

Il saluto del medico che va in pensione

Per Perego la sua è una vera e propria missione: «Di volta in volta il medico di famiglia è anche assistente sociale, consulente di famiglia, magari anche confessore. Stando sul territorio partecipo alle gioie e ai drammi dei miei pazienti, vivo con loro e per loro. E i miei assistiti tutto ciò lo comprendono benissimo». Di qui i timori della gente in vista del pensionamento del dottor Perego.
«Un po’ di dispiacere da parte mia c’è, certo. L’ideale sarebbe che ci fosse continuità col mio successore, cui passerei le consegne e tanti consigli. Speriamo. Purtroppo oggi i neolaureati capiscono a fatica il ruolo del medico di famiglia. Magari sanno tutto sulle sindromi più strane e rare ma poi non hanno sufficiente empatia coi pazienti. Il dottore è un riferimento per le persone. L’università dovrebbe essere non solo maestra di competenze tecniche, che ci vogliono, ma anche di vita. Io comunque dopo il 31 luglio non smetto di essere medico»

Seguici sui nostri canali
Necrologie