Besana

Il Tar ha dato ragione agli islamici: i lavori per la nuova sede possono ripartire

Il Comune, però, promette nuova battaglia: ricorrerà infatti al Consiglio di Stato contro la sentenza

Il Tar ha dato ragione agli islamici: i lavori per la nuova sede possono ripartire
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Irregolare il «no» avanzato dal Comune: il Tar ha dato ragione a «La Pace» che può ora far ripartire il cantiere per la ristrutturazione del capannone della Visconta, a Besana in Brianza. Quest’ultimo destinato ad ospitare la sede dell’associazione islamica e non una moschea, come garantito dal presidente Kamar Abdelatif.

Ricorso accolto: gli islamici hanno ragione

E’ quanto ha stabilito la sentenza pronunciata il 6 agosto a seguito dell’udienza del 29 giugno, con la quale il Comune di Besana è stato condannato anche a rifondere a «La Pace» le spese di giudizio, pari a 4 mila euro.

Erano stati i musulmani - proprietari del fabbricato di via Visconta 36 - a presentare ricorso contro Villa Borella che aveva annullato la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) e vietato così la prosecuzione dei lavori all'interno dell'immobile.

Il cantiere può ripartire

Nel dispositivo della sentenza i giudici del Tar, accogliendo il ricorso dell'associazione islamica, sottolineano come il provvedimento comunale risulti irregolare. Di conseguenza, venuto meno l’annullamento della Scia, cade anche il divieto di prosecuzione dei lavori. Allo stesso modo finisce nel cassetto anche il diniego di voltura della Scia in quanto frutto di «un evidente eccesso di potere dell’azione amministrativa».
L’Amministrazione comunale, comunque, non ha intenzione di fermarsi: ricorrerà al Consiglio di Stato contro la sentenza dei giudici contabili.

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