Il vaccino antipneumococcico anche in farmacia
La sperimentazione al via oggi durerà per i prossimi sei mesi. La campagna di prevenzione è rivolta ai cittadini tra i 65 e i 72 anni

La Lombardia alla prova del vaccino antipneumococcico in farmacia. Da oggi e per i prossimi sei mesi le ATS Brianza e Valpadana, comprendenti le province di Monza, Lecco, Mantova e Cremona, saranno coinvolte in un progetto sperimentale che porterà il vaccino nelle farmacie sul territorio. La campagna di prevenzione, rivolta in questa fase ai cittadini residenti d'età compresa tra i 65 e i 72 anni, si pone l'obiettivo di incrementare il tasso di adesione alla vaccinazione, ancora troppo bassa rispetto al 75% fissato dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025.
Il vaccino antipneumococcico anche in farmacia
Il progetto sperimentale fa seguito ad una delibera della Giunta Regionale lombarda, nell’ambito di un precedente accordo con Federfarma per la vaccinazione antinfluenzale in farmacia.
“La sanità di prossimità deve essere interpretata anche - e forse soprattutto - in chiave di prevenzione e questo non potrà che contribuire a innalzare il livello delle risposte sanitarie, oltre che alla sostenibilità della spesa”ha affermato Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, presente alla presentazione del progetto che si è tenuta ieri, martedì 21 gennaio.
L’evento di presentazione del progetto, promosso presso la sede della regione dalla rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief, con il contributo non condizionante di Pfizer, è stato anche l’occasione per stimolare un confronto tra i massimi esponenti delle istituzioni regionali, i clinici, le associazioni di pazienti e i gestori dei servizi sanitari sul territorio circa le potenzialità e le prospettive future che l’inclusione della vaccinazione antipneumococcico rappresenta nel panorama delle cure di prossimità e sull’importanza del “ruolo di servizio” che la farmacia può svolgere nel percorso di prevenzione vaccinale: la capillarità delle farmacie infatti permette di ampliare il raggio della medicina di prossimità e le vaccinazioni sul territorio.
Obiettivo 75%
“Vorrei esprimere l’auspicio che la logica e l’approccio che hanno ispirato questo progetto-pilota possano trovare un’applicazione estesa non solo a tutta la nostra regione - ha osservato Emanuele Monti, Presidente della IX Commissione permanente - Sostenibilità sociale, casa e famiglia della Regione Lombardia - ma rappresentare anche un esempio positivo e produttivo, meritevole di essere replicato su scala nazionale. Non dimentichiamo – ha proseguito – che il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025, prevede la vaccinazione antipneumococcica con l’obiettivo di copertura per le persone al di sopra dei 65 anni pari al 75 per cento”.

Nel corso degli interventi si è registrata un’ampia convergenza circa l’importanza di dare corpo con adeguate scelte organizzative anche all’indicazione che proviene dalla Missione 6 del PNRR, laddove si sottolinea la necessità per il Servizio Sanitario Nazionale di allineare i servizi ai bisogni della comunità e dei pazienti, rafforzando le strutture e i servizi sanitari di prossimità. “… in questo senso questo progetto si caratterizza come perfettamente coerente con gli obiettivi del PNRR – ha sottolineato Marco Alparone, Assessore al Bilancio e Finanza della Regione Lombardia – essendo stato concepito anche nell’intento di rafforzare la cultura della prevenzione grazie ad un approccio integrato, prossimale e capillare che, come tale, rende più agevole l’accesso alla vaccinazione, oltre a produrre positivi risultati non solo sul piano sanitario ma anche in termini di sostenibilità economico-finanziaria del sistema. Occorre uscire dalla logica dei singoli silos con un approccio olistico per la generazione di valore in termini di salute dell’individuo e dei conti pubblici”.
La pregressa importante esperienza nella somministrazione dei vaccini anti-Covid 19, l’utilità di identificare soluzioni che agevolino il mantenimento in salute della popolazione, riducendo incidenza e mortalità legate all’insorgenza della malattia pneumococcica, la semplificazione degli aspetti logistici legati ad una più agevole accessibilità grazie alla distribuzione di prossimità assicurata dalle farmacie dei territori, oltre al contributo alla riduzione delle liste di attesa nei centri vaccinali e negli ambulatori, sono stati i molteplici aspetti positivi del progetto che concordemente sono stati posti in evidenza nel corso dei loro interventi da Michele Brait, Direttore Generale della ATS Brianza e da Ida Maria Ada Ramponi, già Direttore Generale della ATS Valpadana.
Oltre 3mila strutture sul territorio
"In tutta la regione ci sono 3.059 strutture, di cui mille nelle zone di campagna", ha spiegato Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia. "Si tratta di una grande rete che fa della prevenzione la sua bandiera. D'altra parte, ricordiamo bene quanto le farmacie siano state importanti durante la pandemia da Covid-19. Ecco, da oggi i pazienti potranno chiedere anche la somministrazione del vaccino antipneumococcico".
Mandelli: "La prossimità di specialisti, un elemento di incoraggiamento"
“Il coinvolgimento dei farmacisti nella campagna di vaccinazione anti-pneumococcica consente di offrire al cittadino un’opportunità ulteriore per fare prevenzione e tutelare la propria salute, potendo contare sulla capillarità dei presìdi e sulla competenza e la disponibilità di professionisti quotidianamente al servizio delle loro comunità, con i quali si instaura un rapporto di stima e di fiducia - ha affermato Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI) e presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Milano Lodi Monza e Brianza. Come è noto, i tassi di copertura vaccinale sono ancora inadeguati, specie per le categorie più fragili, e la prossimità dei farmacisti può certamente rappresentare un elemento di incoraggiamento e facilitazione per aumentare l’adesione a questo importante strumento di prevenzione che protegge dalle gravi conseguenze della polmonite pneumococcica. Questo progetto pilota, che auspichiamo possa essere presto esteso a tutte le ATS, conferma la volontà delle istituzioni regionali di puntare sulla prossimità dei farmacisti per rendere la sanità più accessibile ai cittadini lombardi che con le campagne antinfluenzali e anti-Covid hanno dimostrato di apprezzare il servizio offerto dai farmacisti”.
Le farmacie rappresentano dunque uno snodo fondamentale per svariati motivi, riassunti da Carlo Signorelli, docente di Igiene e salute pubblica presso l'Università Salute-Vita San Raffaele. "Parliamo di strutture che hanno tre pregi fondamentali. La prima sta nella grande fiducia che la popolazione, soprattutto quella più anziana che aderisce di meno alle campagne vaccinali, nutre nei confronti dei farmacisti. L'altra caratteristica è quella degli orari di apertura, che sono decisamente più estesi rispetto a quelli dei comuni centri vaccinali o dei medici di famiglia. Infine, sono tantissime su tutto il territorio: questo, in particolare, favorisce la sanità di prossimità".
Gli obiettivi futuri
“Vorrei esprimere l’auspicio che la logica e l’approccio che hanno ispirato questo progetto-pilota possano trovare un’applicazione estesa non solo a tutta la nostra regione - ha osservato Emanuele Monti, Presidente della IX Commissione permanente - Sostenibilità sociale, casa e famiglia della Regione Lombardia - ma rappresentare anche un esempio positivo e produttivo, meritevole di essere replicato su scala nazionale. Non dimentichiamo – ha proseguito – che il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025, prevede la vaccinazione antipneumococcica con l’obiettivo di copertura per le persone al di sopra dei 65 anni pari al 75 per cento”.
Una volta terminata la fase di sperimentazione, quindi su punta ad esportare il modello in altre province lombarde, per allargare poi la rete anche a livello nazionale. L'altro passo sarà coinvolgere una fascia più ampia della popolazione, raccomandando il vaccino non solo a pazienti fragili e anziani, ma anche ai più giovani.