Giornata in memoria delle vittime di mafia

Il vento della memoria semina giustizia: la storia di Paolo Giorgetti arriva a Cologno Monzese

Gli studenti della scuola secondaria di primo grado Alessandro Volta hanno incontrato i famigliari dello studente ucciso dalla 'ndrangheta.

Il vento della memoria semina giustizia: la storia di Paolo Giorgetti arriva a Cologno Monzese
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La storia di Paolo Giorgetti, il 16enne di Meda rapito e ucciso dalla 'ndrangheta il 9 novembre 1978, arriva a Cologno Monzese. Venerdì 21 marzo 2025, in occasione della 30esima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, dedicata quest’anno al tema “Il vento della memoria semina giustizia”, si è tenuto a Cologno Monzese un evento significativo, organizzato dall'associazione Libera Casa contro le Mafie, in collaborazione con Libera e l’Amministrazione comunale.

Paolo Giorgetti

La storia di Paolo Giorgetti a Cologno Monzese

L’iniziativa mirava a far incontrare gli studenti con i famigliari di Paolo Giorgetti, il giovane simbolicamente “adottato” lo scorso anno dagli alunni della scuola secondaria di primo grado Alessandro Volta durante la marcia per la legalità, che aveva coinvolto diversi Comuni della Martesana.
All’incontro, che ha visto la partecipazione di oltre 350 studenti delle scuole medie cittadine, hanno preso la parola il referente di Libera Casa, Antonio D’Arrigo, il sindaco Stefano Zanella e la dirigente scolastica Incoronata Nigro. Tutti hanno sottolineato l’importanza di mantenere viva la memoria di chi ha perso la vita per mano della criminalità organizzata, affinché il ricordo si trasformi in un impegno concreto. Un impegno che deve permeare la quotidianità attraverso il rispetto delle regole e la difesa dei valori di giustizia e solidarietà.

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La testimonianza della sorella di Paolo Giorgetti

Il momento centrale della mattinata è stata la testimonianza toccante di Roberta Giorgetti, sorella di Paolo, che ha condiviso con grande intensità il dolore vissuto dalla sua famiglia durante quella drammatica vicenda. Roberta ha raccontato come, travolti dalla disperazione e dalla rabbia, lei e i suoi cari abbiano deciso di lasciare l’Italia dopo la tragica perdita di Paolo. Solo grazie all’aiuto di fra Fiorenzo Priuli, dell’ordine dei Fatebenefratelli, la famiglia ha gradualmente ritrovato un senso nella propria esistenza, trasformando la sofferenza in qualcosa di costruttivo: la realizzazione di un reparto di Pediatria dedicato a Paolo nell’ospedale di Tanguiéta, in Benin.

Dal dolore alla solidarietà: l'impegno dell'Associazione Amici di Tanguiéta

A sostegno di questa importante opera, l’associazione Amici di Tanguiéta si impegna da oltre 40 anni in attività di raccolta fondi per garantire il funzionamento del reparto pediatrico, contribuendo a salvare la vita di migliaia di bambini e mantenendo viva la memoria di Paolo attraverso un gesto concreto di solidarietà e speranza. Con voce permeata dall’emozione, Roberta ha trasmesso ai giovani un messaggio forte e profondamente etico: non cedere alla vendetta, che genera ulteriore dolore, ma rispondere con gesti orientati al bene. Un invito potente a trasformare il male subito in azioni di solidarietà e speranza, proprio come più volte rimarcato da papà Carlo nel suo libro "Se questo può servire", in cui ribadisce l’importanza dell’aiuto all’Africa affinché gli africani possano continuare a vivere nella propria terra, nel rispetto degli usi e costumi. Ed è proprio nell’opera meravigliosa della Pediatria di Tanguiéta, che salva bambini dalla fame e dalla morte, che ogni giorno rivive la memoria di Paolo.

Gli studenti hanno ascoltato con interesse la storia di Paolo Giorgetti

L’attenzione e la partecipazione dei ragazzi hanno reso palpabile l’impatto di questa testimonianza. Con compostezza e sincero coinvolgimento, gli studenti hanno dimostrato quanto sia importante ascoltare storie vere, capaci di far riflettere sui valori che contano davvero e che possono guidarci verso una società più giusta e più umana.

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