Lissone

Il vescovo lissonese di Brescia lascia l’incarico per sei mesi: «Torno in città, sono malato»

Sarà operato al San Gerardo: «In questi momenti si capisce l’importanza della fede».

Il vescovo lissonese di Brescia lascia l’incarico per sei mesi: «Torno in città, sono malato»
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«Sono malato, lascio per sei mesi». Apprensione per monsignor Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia dal 2017, originario di Bareggia di Lissone, che dovrà subire un delicato intervento chirurgico. Il prelato ha comunicato le sue condizioni di salute con un messaggio rivolto a preti e fedeli (pubblicato sul sito della diocesi di Brescia).

Il vescovo bareggese di Brescia lascia l’incarico per sei mesi: «Torno in città, sono malato»

«Per un improvviso aggravamento di una patologia del sangue che mi affligge da tanto tempo, i cui sviluppi potevano essere del tutto sostenibili, si è reso necessario per me un intervento di notevole importanza che consiste nel trapianto del midollo - si legge nel comunicato del vescovo di Brescia, che il 4 ottobre compirà 66 anni - Il midollo spinale non è più in grado di svolgere il suo compito come deve, l’unica chance rimasta è quella del trapianto».

L’intervento chirurgico sarà eseguito all’ospedale San Gerardo di Monza

«Un intervento che ha un sensibile margine di incertezza. Vedremo cosa il Signore mi riserverà. L’operazione si farà a Monza: questo mi consentirà di essere accolto dai miei familiari. Uno dei miei fratelli mi ha ritagliato un angolo di casa. C’è bisogno che la distanza tra l’équipe dell’ospedale e il luogo di residenza sia il più possibile ridotta per consentire un contatto che dovrà essere frequente. Ci sarà un periodo di ricovero, il più importante e delicato, di tre-quattro settimane. Seguirà un periodo di circa sei mesi, durante i quali non sarò fisicamente presente in diocesi ma potrò tenermi in contatto, nella misura in cui le condizioni lo consentiranno».

Durante il periodo di assenza, della durata di circa sei mesi, il vescovo Tremolada sarà sostituito dal vicario generale, monsignor Gaetano Fontana, e dal vicario per la pastorale e i laici, don Carlo Tartari.
«Ci sono momenti nella vita in cui si capisce un po’ di più che cos’è la fede. Perché ti guardi avanti e ti accorgi che è tutto molto incerto – ha detto Tremolada - In questi momenti si capisce anche quanto importante è la fede. Perché se noi puntiamo tutto su noi stessi, in momenti come questi ci accorgiamo che non ci rimane più nulla, perché diventiamo improvvisamente molto fragili ma, soprattutto, diventiamo incapaci di garantire quelle sicurezze che le persone a cui vogliamo bene domandano».

Il legame con Lissone

La comunità di Bareggia è molto legata a monsignor Tremolada, che ha lasciato la frazione nel settembre del 2017, nominato alla guida della cattedra vescovile di Brescia. Già nel 2014 i suoi concittadini avevano avuto modo di gioire per la sua nomina come vescovo ausiliare di Milano.
Il 16 settembre 2017 ha salutato Milano e qualche giorno dopo Bareggia, «la mia parrocchia di origine. C’è sempre questo legame profondo che continua nel tempo».

«Ho capito che per un vescovo ci sono diversi modi per amare la Chiesa: uno è quello di guidarla, se il Signore l’ha chiamato a questo. Quindi, se il Signore vorrà, si tornerà a guidarla. L’altro è quello di offrire la salute, forse la stessa vita, perché la Chiesa possa veramente essere se stessa. Scelga il Signore quello che vorrà. Io vorrei che non mancasse la preghiera per me. E sono sicuro che ci sarà» ha concluso il vescovo Tremolada che non ha mai mancato di ringraziare medici e infermieri che in questi mesi lo hanno seguito.

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