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In Brianza quasi terminata la vaccinazione contro la blue tongue

Partita ad aprile la profilassi nel territorio dell’ATS della Brianza ha interessato finora oltre 6000 capi di ovini

In Brianza quasi terminata la vaccinazione contro la blue tongue
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La campagna di vaccinazione contro la blue tongue, la febbre catarrale dei ruminanti, ha superato il giro di boa. Partita ad aprile, questa importante attività di profilassi nel territorio dell’ATS della Brianza ha interessato finora oltre 6000 capi di ovini, la specie più colpita dalla cosiddetta malattia della lingua blu, pericolosa patologia infettiva trasmessa agli animali dalle punture di insetti vettori, con esiti anche letali, ma non contagiosa per l’uomo.

In Brianza quasi terminata la vaccinazione contro la blue tongue

La copertura vaccinale al momento dunque ha già raggiunto quasi il 75% dell’intera popolazione zootecnica oggetto della campagna, un target significativo, ottenuto grazie alla fruttuosa collaborazione tra il Dipartimento Veterinario di ATS, che ha distribuito gratuitamente le dosi, i proprietari dei capi e i veterinari liberi professionisti, che in larga misura hanno somministrato i vaccini.

Il Piano vaccinale obbligatorio contro il virus della blue tongue, messo in atto da Regione Lombardia secondo le linee guida indicate dal Ministero della Salute, ha previsto di vaccinare pecore, montoni e agnelli, con priorità ai capi che praticano il pascolo vagante e la movimentazione in alpeggio.

In assenza di una terapia in grado di guarire gli animali infettati, la prevenzione costituisce infatti lo strumento più efficace per proteggere il bestiame dalla blue tongue e contrastare il manifestarsi delle sintomatologie più gravi legate alla malattia. L’obiettivo del piano infatti è abbassare le probabilità di trasmissione del contagio tra gli ovini, consentirne la regolare movimentazione, soprattutto nella stagione dell’alpeggio, contenere le perdite.

L'impegno ora è raggiungere i piccoli allevamenti familiari

Gli allevamenti a carattere commerciale ordinario, dunque più strutturati e organizzati in attività aziendale, hanno tutti già provveduto a vaccinare i loro capi, soprattutto quelli che da giugno sono stati portati al pascolo in quota. Prosegue invece l’impegno capillare a raggiungere i piccoli allevamenti familiari, quelli fatti di pochi capi, soprattutto nelle zone più disagiate. In termini numerici è una quota minoritaria, ma in termini qualitativi è una componente peculiare della nostra zootecnia che merita la massima attenzione.

“Siamo soddisfatti di come sta procedendo la campagna – dichiara il dottor Diego Perego, Direttore del Dipartimento Veterinario di ATS Brianza – ma il problema blue tongue non deve considerarsi del tutto superato, dal momento che la vaccinazione obbligatoria non è ancora terminata, e che l’effetto immunizzante del vaccino raggiunge il culmine a circa 40 giorni dalla somministrazione. Inoltre – aggiunge Perego - non dimentichiamo che l'anno scorso abbiamo avuto i primi casi di blue tongue tra fine luglio e i primi di agosto, mentre il numero maggiore di decessi si è verificato tra fine agosto e fine settembre, questo perché i vettori della malattia hanno più cariche infettanti nel mese di settembre”.

L'allerta deve rimanere alta

Il livello di allerta dunque, questo l’appello di ATS agli operatori, deve restare alto per tutta l’estate, proprio per evitare l'insorgenza di nuovi focolai futuri derivanti proprio dalla sottovalutazione delle dinamiche di diffusione della malattia. Lo scorso anno, secondo i dati del Bollettino Epidemiologico Veterinario Nazionale, i casi di blue tongue in Lombardia sono stati complessivamente 323, di cui 71 nel territorio di ATS della Brianza: 61 nel Lecchese, 10 nel Monzese.

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