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In centinaia alla Marcia per la Palestina

Decine di bandiere e slogan per chiedere la fine dei bombardamenti al corteo organizzato  dall’Anpi a Limbiate

In centinaia alla Marcia per la Palestina
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In centinaia alla Marcia per la Palestina. Decine di bandiere e slogan per chiedere la fine dei bombardamenti al corteo organizzato  dall’Anpi a Limbiate

Centinaia di persone in marcia

Centinaia di  persone hanno partecipato alla Marcia per la Palestina organizzata dall'Anpi di Limbiate. Sabato pomeriggio, in testa al corteo partito da piazza Tobagi e che ha attraversato le vie del centro cittadino, lo striscione «Limbiate con la Palestina»: una manifestazione pacifica per chiedere con determinazione la fine dei bombardamenti e dell’assedio israeliano a Gaza e nei territori palestinesi.

Canti e slogan

Tanti i giovani, le donne e le ragazze arabe che con i loro canti e i loro slogan hanno coinvolto tutti i presenti. Decine le bandiere della Palestina e numerose anche le persone che, da balconi e finestre, al passaggio del corteo, fotografavano, salutavano e applaudivano. Alla partenza i partecipanti erano 300/400 ma tantissimi si sono aggiunti durante il percorso culminato in  piazza V Giornate per gli interventi conclusivi

La comunità palestinese

Muhammed Saleh ha parlato in rappresentanza della Comunità palestinese in Italia.

"Sono felice per questa manifestazione nella mia Limbiate, ma sento la sofferenza dei miei fratelli e sorelle in Palestina, il mio popolo potrà essere bombardato, affamato ma non riusciranno a piegarlo. Israele ha già perso"

Quindi  ha invitato al boicottaggio di tutto ciò che proviene da Israele.

Comitato Pal e gli altri conflitti in corso

Daniele Lodola  è intervenuto in rappresentanza del Comitato cittadino Pro Pal. che ha spiegato il senso della manifestazione cittadina contro l'occupazione dei territori palestinesi da parte dei coloni israeliani che dura ormai da 75 anni. Subito dopo ha preso la parola Zahid Raza Khokhar originario del Kashmir che ha parlato del decennale conflitto che insanguina il suo Paese conteso da India e Pakistan e ha rivendicato Pace e fine delle guerre nel Kashmir, in Palestina e in ogni altra parte del globo in cui si stanno combattendo le decine di guerre in corso.

L'impegno di Rete Limbiate

Corrado Mandreoli, vicepresidente di ResQ ha parlato in rappresentanza della Rete delle Associazioni cittadine e ha auspicato un impegno sempre maggiore contro l'indifferenza verso l'evidente negazione ad un popolo di esistere.

Ricordato Luca Attanasio

Molto applaudito l'intervento di Pierre Kabiza di origine congolese che ha citato più volte  l'ambasciatore Luca Attanasio, assassinato proprio in Congo, e di come l'esempio e il suo sacrificio siano oggi, in Congo, un ulteriore stimolo per una presa di coscienza dello sfruttamento e dell'oppressione che il colonialismo occidentale ha inflitto all'Africa.

Associazione Brucaliffo

E' seguito l'intervento dell'Associazione Brucaliffo, rappresentata da Andrea che ha portato l'esempio di come concretamente si può essere dalla parte di chi altrimenti non avrebbe voce. Brucaliffo, infatti, organizza annualmente corsi di italiano per stranieri e ha dato un significativo contributo alla Manifestazione producendo alcune locandine della Manifestazione in varie lingue, dall'arabo all'urdu al bangla, etc.

Il presidente dell'Anpi provinciale

E' toccato a Fulvio Franchini, presidente provinciale Anpi Monza Brianza, concludere la manifestazione ribadendo la posizione dell'Anpi da sempre favorevole al riconoscimento dello Stato di Palestina e ha preannunciato l'organizzazione di una manifestazione nazionale dell'Anoi da Marzabotto a Montesole per stabilire un collegamento fra quanto accade oggi nella Striscia di Gaza e i luoghi dove nel 1944 si realizzò un massacro inaudito ad opera dei nazisti e proprio significativamente da quei luoghi ci si metterà in Marcia per fermare un rinnovato orrore.

Il presidente di Anpi Limbiate

L'intervento presidente dell'Anpi Rosario Traina:

Grazie, grazie per essere così tanti oggi in piazza per la Palestina. Una presenza che da onore alla nostra città. Con lo schieramento di molte Amministrazioni comunali, con la volontà di alcuni Consigli regionali di sospendere ogni accordo di collaborazione con lo Stato di Israele, con le centinaia di tele bianche fuori dai balconi anche a Limbiate, con il tripudio di bandiere palestinesi a ogni tappa del Giro d'Italia, la parte migliore del nostro Paese ha manifestato e non si è piegata agli interessi dei trafficanti di armi, ai silenzi e alle complicità di certa stampa asservita. Noi oggi, anche a Limbiate, siamo in piazza affinché in ogni città grande o piccola che sia gli occhi siano puntati su Gaza e sulla Palestina e per fare pressioni affinchè quelle che oggi sono dichiarazioni di solidarietà da parte di esponenti politici, istituzionali e sindacali si traducano in atti concreti. ognuno faccia la sua parte perché prevalgano i sentimenti migliori anche a partire da questa piazza. Usiamo tutti i canali e tutti gli strumenti, petizioni, mail, presidi, prese di posizione, proteste nei Palazzi istituzionali. E' di oggi la notizia che alcune Sale Consiliari sono state simbolicamente occupate. tutti gli occhi devono essere puntati su Gaza e sulla Palestina perché quello che facciamo oggi scrive la Storia di quello che succederà domani. Ci dicono che a Gaza c'è una guerra. Ma di che razza di guerra stiamo parlando ? Quando si parla di guerra si parla di due o più eserciti che si fronteggiano. E allora vediamola più da vicino questa cosiddetta "guerra". Le risorse militari ufficiali ci dicono queste cifre: Carri armati: Israele 1.370, Gaza 0; Jet d'attacco al suolo: Israele 241, Gaza 0; Veicoli corazzati; Israele 43.500, Gaza 0; Artiglieria semovente: Israele 352, Gaza 0; Artiglieria trainata: Israele 171, Gaza 0; Elicotteri d'attacco: Israele 48, Gaza 0. La gran parte di questi armamenti è fornita dal civilissimo, si fa per dire, Occidente. L'Italia è al 3° posto per forniture di armamenti ad Israele, dopo USA e Germania. Vogliamo ancora chiamarla guerra ? Davvero una guerra mai vista nella storia in cui un esercito combatte armato di tutto punto contro un popolo che prega, che ha fame. Un popolo con la sola prospettiva della fuga verso confini sbarrati o, in alternativa, la morte certa sul posto. Certo, gli ipocriti di ogni risma ci mettono in mezzo il 7 ottobre e Hamas per dire ne con.... ne con.... Ma dire questo è come dire, faccio un esempio: io sono di origine siciliana e mi viene facile citare le tante stragi che hanno insanguinato quella regione da Portella delle Ginestre a Falcone e Borsellino. se seguissimo la logica israeliana dovremmo bombardare la Sicilia, radere al suolo Palermo, Catania e ridurre in macerie ogni altra città. Questa non è una guerra, è lo sterminio di un popolo, è una pulizia etnica. Una guerra che non è iniziata l'indomani del 7 ottobre, è iniziata più di 70 anni fa, quella di adesso è solo drammaticamente la "soluzione finale"

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