In fuga dalla guerra a 38 settimane di gravidanza. L'arrivo a Verano e poi la nascita della piccola Yana
Ivanna, allo scoppio delle prime bombe, ha deciso di mettersi in viaggio per l’Italia, Un viaggio durato tre giorni.
Una speranza che filtra come un raggio di luce nel buio portato in Europa dal conflitto in Ucraina. Dopo l'orrore della guerra e la fuga per mezza Europa la piccola Yana è nata a Lecco. E' il più bello dei fiocchi rosa quello che è stato appeso nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Manzoni – diretto da Antonio Pellegrino.
In fuga dalla guerra a 38 settimane di gravidanza. L'arrivo a Verano e poi la nascita della piccola Yana
Come riportano i colleghi di PrimaLecco.it La piccola Yana, un batuffolo roseo di 3.230 chilogrammi, è nata sabato 19 marzo alle ore 7.58. Il lieto evento è avvenuto dopo un travagliato viaggio dall’Ucraina compiuto dalla mamma Ivanna, assistita durante il parto dall’ostetrica Raffaella Spotorno.
A trentotto settimane di gravidanza Ivanna, allo scoppio delle prime bombe, ha deciso di mettersi in viaggio per l’Italia. Con Ivanna c’è la figlia di otto anni. Un viaggio durato tre giorni in compagnia di un’amica e dei suoi due bambini di sette e tredici anni. Rimangono ventiquattro ore ferme al confine con l’Ungheria, poi ripartono alla volta di Padova e infine giungono a Verano Brianza. Il papà dall’Ucraina ha potuto conoscere la sua piccola Yana grazie alle videochiamate.
“Nella tristezza di questi giorni segnati dalla guerra in Ucraina, il sorriso della piccola Yana ha riempito di gioia tutti i nostri cuori. È nata il giorno della Festa del Papà, che è rimasto a Ivano-Frankivsk, dove la famiglia risiede” - ha detto Paolo Favini, Direttore Generale ASST Lecco.
"Abbiamo cercato di farla sentire a casa"
“Siamo riuscite a entrare in buona sintonia perché riuscivamo a comunicare in inglese. Il travaglio e il parto sono stati molto veloci e Yana è rimasta tutto il tempo con la sua mamma - ha raccontato Raffaella Spotorno, ostetrica Ospedale “Alessandro Manzoni” di Lecco. Alla nascita ho pensato che Ivanna fosse lì da sola sicuramente non per sua scelta. È riuscita a contattare telefonicamente suo marito rimasto in Ucraina e ho pensato quanto fosse crudele questa situazione. Abbiamo cercato insieme a tutto il personale, come già facciamo, di farla sentire quanto più possibile a casa sua”.