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In metropolitana installati i tornelli anti salto

La decisione di Atm per contrastare il fenomeno del'abusivismo, oggi sotto il 2,6%

In metropolitana installati i tornelli anti salto
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L'obiettivo è contrastare l'evasione tariffaria, in parole povere gli scrocconi che utilizzano la metropolitana senza pagare il biglietto. Per questo Atm ha installato i primi nuovi tornelli anti salto. E nei prossimi mesi ne saranno posizionati altri 172 in sette stazioni

I nuovi tornelli in metropolitana

Prosegue l'impegno di Atm nel contrasto all'evasione tariffaria. È terminata l'installazione nella stazione M3 di San Donato dei primi 4 tornelli alti, che sono entrati  in servizio oggi, martedì 2 gennaio. Entro la fine di febbraio tutta la stazione sarà interamente dotata dei nuovi varchi, 27 in totale.

I nuovi tornelli sono progettati per impedire di entrare e uscire senza pagare il biglietto. Sarà infatti impossibile scavalcare o passare sotto alla barriera.

Nei prossimi mesi la sostituzione dei tornelli attuali con i maxi tornelli proseguirà in altre 6 stazioni: Duomo M3, Duomo M1, Cadorna M1, Cadorna M2, Centrale M3, Rogoredo M3 ed entro la fine del 2024 saranno 172 i varchi di nuova generazione sulla rete metropolitana, che si aggiungono a quelli già in uso sulle linee M4 e M5.

La conformazione

La struttura dei nuovi tornelli, dotati di due porte scorrevoli, è alta 2.30 metri, impedendo così di essere scavalcata. Inoltre, un sensore rileva l’attraversamento in contemporanea di due o più persone, inviando una segnalazione al sistema centrale di supervisione che monitora gli accessi anomali.

L'iniziativa rafforza l'impegno di Atm nel contrasto all’evasione tariffaria. L'azienda già da tempo ha aumentato il numero dei controllori portandolo a 150 persone, e ha intensificato le attività di controllo con nuove modalità come la marcatura a zone per l’intera giornata in una sola stazione. Un ruolo cruciale, quello del personale di controllo, la cui azione di deterrenza ha contribuito a riportare il tasso di evasione sotto il 2,6% dopo gli anni della pandemia nei quali, non essendo possibile svolgere controlli per legge, era aumentata l’attitudine a non rispettare le regole.

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