Concorezzo

In migliaia all'alba per la processione del Sabato Santo tra le vie della città

Si rinnova la tradizione con la Via Crucis per le vie del centro guidata da monsignor Michele Elli e dai sacerdoti della parrocchia

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Le strade sono ancora avvolte nelle tenebre quando i primi fedeli salgono le scale del sagrato. Passano pochi minuti e la chiesa parrocchiale di Concorezzo è già stracolma nonostante, fuori, l’alba del Sabato Santo di Pasqua non sia ancora sorta del tutto.

All'alba per la processione del Sabato Santo

Il freddo del mattino è ancora pungente. Ma a colpire maggiormente, come sempre, è la devozione della gente che, in occasione della processione del Sabato Santo, vera pietra miliare della tradizione quaresimale di Concorezzo, anche quest’anno non ha voluto mancare all’appuntamento con la Pasqua. Migliaia, infatti, le persone che alle prime luci del giorno hanno partecipato a uno dei momenti solenni più forti e sentiti dall’intera comunità. Che ancora una volta diventa tutt’uno con la Passione del Signore accompagnandolo verso il giorno della Resurrezione.

La fede illumina le vie della città

Prima il momento di preghiera celebrato in chiesa; poi, il corteo per le vie del centro, aperto dal maestoso Crocefisso portato a spalla dai tanti volontari che si sono alternati durante la processione. Dietro ad esso, le due foltissime ali di fedeli, precedute dal parroco don Angelo Puricelli, i sacerdoti della comunità e monsignor Michele Elli, vicario episcopale per la zona di Monza, che ha guidato l’intera celebrazione.
Lungo il percorso, i giovani e i volontari della Protezione civile sorreggono i megafoni impegnati a scandire le letture e le orazioni legate alle quattordici stazioni della Via Crucis, ripercorsa per intero prima di fare ritorno in chiesa. Dove, sul sagrato, i volontari hanno raccolto le offerte della Quaresima destinate alle attività caritative della parrocchia.

"La Croce: luogo di orrore e salvezza"

Significative e solenni le parole di monsignor Elli dall'ambone:

"Due, tra i molti, sono i segni che questa mattina diventano occasione di riflessione. Il primo è la Croce: abominio e orrore, che indica quanto l'uomo, quanto noi, sia capace di male. L'abbiamo indorata ed esaltata la Croce, ma resta comunque luogo del fallimento dell'umanità: siamo stati capaci di uccidere il figlio di Dio. Rileggendo la storia dell'umanità, oggi come ieri, quanto male, quanti innocenti crocifissi, quanto sangue versato: la Croce ci sbatte davanti tutta la nostra fragilità, ma allo stesso tempo è anche il simbolo di colui che ci salva ogni giorno da tutto questo. Resta la verità profonda: ognuno di noi ha bisogno di essere salvato per vivere al meglio la propria vocazione. Il secondo segno: voi, noi, un popolo. Il popolo della Via Crucis. Un popolo che attraversa la città e la storia cantando la meraviglia di Dio. E' compito nostro indicare con umiltà, da peccatori, a ogni uomo Gesù Cristo come unica possibilità data all'uomo di fiorire in pienezza".

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