Un lento recupero

In ospedale da un mese il fotografo Viganò «si cura» con i suoi scatti e con la pittura

Ha perso 10 chili e si alimenta per vena, ma il giussanese non ha perso la sua vena artistica

In ospedale da un mese il fotografo Viganò «si cura» con i suoi scatti e con la pittura
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Da un mese è in ospedale al San Gerardo di Monza a causa di una pancreatite acuta, che l’ha molto provato fisicamente e psicologicamente, ma nonostante i seri problemi di salute, Alessandro Viganò, 68 anni, noto fotografo di Giussano, ha cercato sempre di non perdere il buonumore e la sua voglia di fare foto ed essere «social».

In ospedale da un mese il fotografo Viganò «si cura» con i suoi scatti e con la pittura

Non ha con se la sua macchina fotografica, ma si diletta a scattare foto con il cellulare dal reparto in cui si trova ormai dal 10 febbraio: tramonti, albe, con vista dall’ospedale, che poi pubblica sul suo profilo Facebook, molto seguito da tanti. La sua stanza è diventato un piccolo studio con dipinti e immagini attaccati al muro.
Molti in città e non solo apprezzano le sue foto, sia di tipo naturalistico, ma anche di paesaggi, di eventi e di persone che incontra nei suoi vari giri in Brianza. Viganò è anche il fotografo «ufficiale» della parrocchia: sono sempre sue le foto a tutte le cerimonie importanti che si svolgono in basilica. Una passione, la sua per la fotografia, che lo sta aiutando molto ad affrontare anche questo delicato momento di salute: non riesce ad alimentarsi e ha già perso più di 10 kg in quest’ultimo mese di ricovero. La paura è stata tanta, ma a prevalere c’è sempre stata la positività. I suoi problemi sono iniziati ad ottobre dello scorso anno, quando era diventato giallo a causa dell’ittero ed era stato ricoverato all’ospedale di Carate.

Alessandro Viganò

Il ricovero

«Mi hanno fatto una serie di esami e trovato delle macchie al pancreas - ha raccontato il giussanese - da Carate sono poi passato all’ospedale di Monza, per altri esami. Serviva però la mia cartella clinica e ho dovuto attendere giorni, prima di averla e poterla inviare al San Gerardo. Ho temuto il peggio, pensando a qualche brutto male; i medici, però, dopo una serie di valutazioni, Tac e biopsie mi hanno ricoverato con la diagnosi di pancreatite cronica, e hanno deciso di operarmi. L’11 febbraio mi hanno tolto un pezzo di pancreas, di duodeno, la cistifellea e ricollegato tutto all’intestino. E’ stato un intervento molto delicato e complesso. Sotto il pancreas, infiammato, c’erano delle vene schiacciate e intrecciate e il chirurgo che mi ha operato è stato molto bravo, sarei potuto morire se non avesse fatto tutto correttamente, ci sono volute 8 ore di sala operatoria. Ora il mio stomaco è molto più piccolo e faccio fatica a mangiare. Sono stato sottoposto a digiunostomia. Per un mese ho mangiato solo liquidi per vena».

La lenta ripresa

Un lungo calvario che sembra essersi interrotto; negli ultimi giorni infatti i medici hanno tentato di introdurre alimenti per bocca.

«Hanno provato ad introdurre i primi alimenti: devo mangiare poco e spesso, ma purtroppo sono stato male di nuovo e sono tornato all’alimentazione liquida - ha spiegato Viganò - sarei dovuto tornare a casa dall’ospedale, se tutto fosse andato come doveva, giovedì 13 marzo, invece dovrò restare ancora in ospedale. Purtroppo ci vorrà ancora del tempo e tanta pazienza. Nel frattempo continuo a perdere peso, ma sono fiducioso e spero di poter tornare alla mia vita, anche se so già non sarà più come prima».

Viganò dovrà cambiare il suo stile di vita e la sua alimentazione. «Mi manca mangiare, ma abituerò alla nuova dieta; spero di poter tornare al più presto a casa, dove sarò seguito da un’infermiera. E spero anche di poter tornare presto a fare le mie foto in giro. In questo periodo mi sono dilettato con qualche foto scattata con il cellulare dal reparto, lavori di post produzione e mi sono messo a dipingere: regalo i quadri a medici e infermieri, ma ho voglia di stare all’aria aperta».

In tutto questo periodo molte sono state le persone che gli sono state vicine, anche leggendo i suoi «bollettini medici» pubblicati quotidianamente su Facebook: «Ho ricevuto moltissimi messaggi e commenti ai miei post; i social sono stati utili a tirarmi su il morale in questi giorni, mi hanno un po’ distratto da questo lungo ricovero».

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