In pensione due storici medici di base
A Vimercate dal primo gennaio il dottor Fabio Antonio Ravasi è in pensione. Anche per la dottoressa di Concorezzo Rossella Stucchi è tempo di dedicarsi al meritato riposo
Per quasi 40 anni al servizio dei pazienti, Vimercate perde una colonna dei medici di base: dal primo gennaio infatti il dottor Fabio Antonio Ravasi è in pensione. Anche per la dottoressa di Concorezzo Rossella Stucchi è tempo di dedicarsi al meritato riposo.
In pensione Fabio Antonio Ravasi
Dopo decenni di dedizione e cura verso la comunità, dal primo gennaio si è chiuso un capitolo importante per lo storico medico di base Fabio Antonio Ravasi, giunto alla meritata pensione.
Figura di riferimento per intere generazioni di vimercatesi, il dottor Ravasi ha praticato Medicina generale in città per più di trent’anni, dapprima nell’ambulatorio in via San Rocco, in seguito nello studio in via Trieste.
Tuttavia, l’amato medico non è ancora pronto ad appendere l’abito bianco al chiodo: continuerà infatti ad esercitare privatamente come psicoterapeuta, avendo il forte desiderio di portare a termine i percorsi terapeutici intrapresi negli anni con i propri pazienti.
Classe 1957, vimercatese doc, il dottor Ravasi ha studiato Medicina a Milano e ha ottenuto la specializzazione in Psichiatria a Pavia. «I primi tempi ho lavorato come psicoterapeuta, fino a quando, nel novembre del 1990, è arrivata la nomina a medico di base a Vimercate - ci racconta - Da quel momento ho sempre esercitato in città, portando avanti in parallelo l’attività privata di psicoterapeuta. Negli anni Novanta («All’epoca scrivevo le ricette con la penna stilografica e per me era un piacere») avevo un massimale di 500 pazienti. Poi, a causa della carenza di medici di base, i numeri sono aumentati vertiginosamente. Fino a qualche settimana fa seguivo 1.650 assistiti».
Una quindicina di anni fa il dottor Ravasi è stato anche protagonista nella costituzione di uno dei primi studi associati per medici di base in Brianza, lo «Studio Associato dottor Mauro Motta», in onore del medico Motta, anche lui vimercatese doc, venuto a mancare pochi mesi prima del via ufficiale.
Ora che il duro lavoro e l’impegno continuo lasciano il passo a ritmi più lenti, il dottore sfrutterà il nuovo tempo libero per coltivare passioni che negli anni ha dovuto necessariamente mettere in secondo piano: «Mi dedicherò alla lettura di classici, saggi di storia e arte, alla visita di mostre e musei, alla musica e alla pittura», rivela.
Interrogato sullo stato della sanità in Italia commenta: «Il mio giudizio non può che essere molto critico. Trovo che la burocrazia soffochi il potenziale del medico di base, costringendolo a ripetere innumerevoli ricette e certificati, compiti che potrebbero essere svolti da un impiegato».
Non essendo stato individuato un sostituto, i pazienti del dottor Ravasi sono stati reindirizzati ai medici di base già operanti a Vimercate.
«Sarei potuta andare in pensione allo scoppio della pandemia ma il giuramento di Ippocrate... »
Prima suo padre Giovanni e poi lei, Rossella Stucchi, sono stati un punto di riferimento fondamentale per molti pazienti concorezzesi per quasi un secolo. Ma ora per la 66enne dottoressa è tempo di dedicarsi al meritato riposo.
Lo scorso 31 dicembre la storica dottoressa, moglie dell’ex sindaco Riccardo Borgonovo e mamma di Gloria e Gabriele (quest’ultimo assessore della Giunta guidata da Mauro Capitanio) ha raggiunto la meritata pensione. Un traguardo che in realtà, per sua stessa ammissione, aveva già raggiunto proprio in concomitanza con lo scoppio della pandemia. Ma l’aver vissuto una professione come una vera e propria missione l’ha portata a rinviare di anno in anno la decisione di andare in pensione. Un gesto di amore e di altruismo sempre più rari. «Il giuramento di Ippocrate, in quei mesi così frenetici e pieni di paura, ha avuto la meglio e così ho deciso di rimanere per amore della medicina e dei miei pazienti - ha sottolineato Stucchi - Devo ammettere che non è stato facile prendere questa decisione ma sento che è arrivato il momento di girare pagina e di iniziare un nuovo capitolo della mia vita.
Ad inizio del 2020, dopo aver riscattato gli anni di laurea, avevo tutti i requisiti per la pensione. Ma in quel momento il giuramento di Ippocrate si è fatto strada nel mio cuore. In quel momento di emergenza è emerso il vero significato dell’essere medico, nonostante la paura fosse tanta. Tra l’altro in quegli anni i miei colleghi erano andati in pensione ed io ero rimasta praticamente sola nel mio studio. Per non parlare del distacco con i pazienti che mi ha fatto soffrire non poco perchè mi è mancato tanto il rapporto fisico con i pazienti. In quel momento è cambiato il mondo anche per noi medici».
Concorezzese doc, è stato proprio papà Giovanni Stucchi a tramandare la passione per la medicina di base alla figlia Rossella.
«Fin da piccola osservavo il lavoro che faceva mio papà e fin da quando avevo 8 anni mi ero messa in mente che volevo fare il medico proprio come lo faceva lui - ha sottolineato la dottoressa con la voce rotta dall’emozione - Sì, posso confessare che papà per me è stato una guida anche dal punto di vista professionale. E’ stato lui a trasmettermi la passione per questo lavoro che io reputo il più bello del mondo. Per me è stato un maestro perchè lavorando accanto a lui ho imparato a visitare i pazienti. E allora non c’era la tecnologia che abbiamo la fortuna di avere oggi. Da lui ho imparato che un medico non è solo colui che prescrive ricette o farmaci ma che cerca di capire i motivi per i quali un paziente viene in ambulatorio, che cerca di entrare in empatia con lui e che cerca di mettersi nei panni di chi in quel momento ti chiede aiuto. Ricordo ancora che nel 1985, quando iniziai la mia professione, i primi pazienti, che prima erano di mio padre, mi salutavano chiamandomi per nome. Insomma posso dire di aver accompagnato pazienti per oltre tre generazioni: insomma di molte famiglie ho conosciuto vita, morte e miracoli».
Tanti i ricordi e gli aneddoti di quarant’anni trascorsi in ambulatorio
«I ricordi che lascio sono tanti e con essi anche gli aneddoti - ha continuato Stucchi - Custodirò nel cuore le tante lettere che ho ricevuto dai miei pazienti. Molti di loro addirittura mi hanno ringraziata per aver intuito subito la patologia che li faceva soffrire. Un aspetto che mi ha lusingata. Credo di avere portato avanti questa professione sempre con passione e cuore e credo di aver lasciato qualcosa nel loro cuore, soprattutto per il fatto che ho sentito addosso la loro fiducia nei miei confronti».
Ed ora si apre un nuovo capitolo famigliare e professionale per la 66enne.
«In primis vorrei dedicarmi alla famiglia che in questi anni ho un pochino trascurato per via della professione - ha concluso Stucchi - In aggiunta a questo posso dire che ultimamente rivestivo anche tanti incarichi professionali: dal ruolo di consigliere dell’ordine dei medici a referente dei dottori di famiglia del territorio. Ora Ats, con la quale collaboro da tanti anni, mi ha chiesto la disponibilità di collaborare con loro per quanto riguarda la formazione dei giovani medici. Si tratta di un incarico stimolante che mi interessa molto».
I pazienti della dottoressa, per i prossimi mesi, potranno fare riferimento all’ambulatorio temporaneo. Nel frattempo, a marzo, ci sarà il nuovo bando che decreterà il suo sostituto.