In un quadro il sacrificio della Polizia locale di Muggiò contro il Covid 19
L'opera ideata e realizzata dal comandante Marco Beccalli è stata donata al sindaco Maria Fiorito come ringraziamento per il sostegno
«Regione Lombardia. Polizia locale di Muggiò. A difesa della città: pandemia Covid-19».
E’ l’intestazione del quadro ideato dal comandante Marco Beccalli a testimonianza del lavoro profuso dal Comando di piazza Matteotti sul territorio durante l’emergenza sanitaria, e come riconoscimento di quel lavoro.
L’attività della Polizia locale per fronteggiare il Covid non è finita: si rimodula in base alle norme e all’andamento del Covid 19.
L'idea del quadro
«Il quadro è un’idea che ho sviluppato e proposto alla Regione, nella prima ondata, con il sostegno anche dell’ex comandante di Brugherio Pierangelo Villa per riconoscere il lavoro delle Polizie locali durante la pandemia – ha spiegato il comandante – In base a questa proposta, la Regione ha prodotto gli attestati di merito e i nastrini per i riconoscimenti ai Comandi».
Sullo sfondo bianco spicca la figura di un agente con guanti e mascherina: in primo piano c’è il suo braccio teso e la sua mano nell’atto di allontanare il Covid, raffigurato con il suo simbolo vettoriale. L’altro braccio, invece, cinge stretta al petto a protezione tutta la comunità.
«All’inizio è stata dura perchè non avevamo i mezzi adeguati, come le mascherine, e abbiamo dovuto cambiare il nostro modo di lavorare dall’oggi al domani – ha detto Beccalli – Ma abbiamo cercato sempre di fare il nostro meglio e siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto e che continuiamo a fare».
Nel quadro c’è il senso dell’attività svolta dal Comando in tutte le fasi del Covid 19 e che non si è manifestata solo nei controlli e nell’applicazione dei Dpcm ma per esempio anche nel dare risposte continue ai cittadini, nel coordinamento delle squadre dei volontari con le autorizzazioni, alla distribuzione di mascherine, dei pc ai ragazzi delle scuole.
In dono al sindaco Fiorito
Mercoledì il comandante ha donato il quadro al sindaco Maria Fiorito come forma di ringraziamento per la sua vicinanza e il supporto al Comando muggiorese nella fatica e complessità di quei giorni.
«Questo quadro è un simbolo che mi ricorderà per sempre un’esperienza che abbiamo vissuto, che è stata molto forte e che ha trovato una forte presenza della Polizia locale – ha detto il sindaco – Le prime mascherine che abbiamo avuto Fp3 sono state destinate ai nostri agenti perchè era chiaro che da quel momento il loro compito sarebbe stato molto importante e prezioso, perchè sarebbero stati in contatto con le persone».
Il quadro ha trovato posto nel suo ufficio di Villa Casati accanto alla foto del presidente Sergio Mattarella.
«Gli agenti si sono prodigati nella nostra comunità a svolgere non solo i loro doveri istituzionali, ma sono andati oltre. Sono stati un punto di riferimento per il sindaco e per i cittadini» ha aggiunto Maria Fiorito.
La pandemia non aveva orario. Era un nemico che richiedeva uno sforzo e una lotta continue. «Sono sempre stati presenti i nostri agenti: nessuno è mai venuto meno al proprio dovere a qualsiasi ora. Perchè la pandemia non aveva orario e quindi ringrazio il comandante e la Polizia locale» ha ribadito il sindaco
Il Comando ha donato un quadro anche al prefetto Patrizia Palmisani.
Covid: due anni di duro lavoro
«Nessuno era preparato alla pandemia. Non è come trovarsi di fronte a un terremoto o a un incidente che sai come muoverti – ha commentato il comandante – Non c’erano strumenti adeguati e il panico era forte inizialmente».
Poi sono arrivati i vaccini, i green pass e anche il lavoro della Locale si è modificato, spostandosi adesso sui controlli: alle fermate dei pullman e nei locali pubblici.
Un’esperienza drammatica che ha prodotto per l’Amministrazione anche l’aggiornamento del Piano comunale di Protezione civile approvato a maggio dal Parlamentino con l’introduzione dell’emergenza sanitaria, di cui il comandante è responsabile operativo.
«Le attuali normative inseriscono la pandemia tra le calamità naturali con gli strumenti e le conoscenze maturate nel fronteggiare il virus e quindi l’aggiornamento si è reso necessario» ha detto.
Quei giorni drammatici
«E’ un’esperienza che ha toccato il Comando sotto il profilo lavorativo e umano. Il rischio del contagio c’era anche per noi – ha commentato Beccalli – Mi vengono in mente la fragilità delle persone ma anche la grande solidarietà dei cittadini». C’è il ricordo di quella Pasqua 2020 così amara, quando in forma istituzionale il comandante con il sindaco e don Maurizio Tremolada avevano percorso le strade vuote per recitare una preghiera al cimitero. La città era deserta «con un silenzio irreale, come il “day after” di una catastrofe».
«Il Comando è stato un punto di riferimento per gli anziani: uno in particolare mi chiamava ogni mattina per sapere come comportarsi nelle varie situazioni. Era diventato un appuntamento fisso. Era importante rassicurare le persone – ha spiegato Beccalli – Ci siamo trovati ad occuparci anche della sistemazione degli animali di chi veniva ricoverato in ospedale. Tante situazioni che nella normalità sono scontate, in quel periodo sono state un grande problema».
Nel racconto del suo quadro c’è tutto questo.