Tribunale

Inchiesta Gelsia Ambiente, assolto in Appello l'ex direttore Antonio Capozza

La notizia dell’assoluzione in secondo grado di Capozza è emersa nell’ambito del processo in corso all’unico imputato che aveva scelto il dibattimento, l’imprenditore pugliese Cosimo Damiano Sfrecola.

Inchiesta Gelsia Ambiente, assolto in Appello l'ex direttore Antonio Capozza
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Assolto in appello l’ex direttore generale di Gelsia Ambiente Antonio Capozza, dopo la condanna in primo grado a 2 anni e 8 mesi di reclusione. 

Inchiesta Gelsia Ambiente, assolto in Appello l'ex direttore Antonio Capozza

A ottobre 2022 l’ex direttore Capozza era stato riconosciuto colpevole di turbativa d’asta (ma non di corruzione) e condannato a due anni e 8 mesi, a fronte di una richiesta di pena a 5 anni avanzata dalla procura, al termine del processo celebrato con il rito abbreviato davanti al gup del tribunale di Monza Gianluca Tenchio.

In tre avevano patteggiato invece tra i 3 e i 4 anni. La pena più alta, tra queste, era stata pronunciata nei confronti dell’ex presidente del consiglio di amministrazione di Gelsia Ambiente Massimo BorgatoL’accusa principale riguardava la fornitura dei sacchi per i rifiuti «indifferenziati», muniti di microchip per il tracciamento degli stessi, sulla quale sono state contestate varie irregolarità. 

La notizia dell’assoluzione in secondo grado di Capozza è emersa nell’ambito del processo in corso all’unico imputato che aveva scelto il dibattimento, l’imprenditore pugliese Cosimo Damiano Sfrecola. Lunedì pomeriggio si è celebrato il dibattimento, durante il quale è stato sentito l’investigatore della Guardia di Finanza di Monza che ha eseguito le indagini.

«Avevamo ricevuto dalla Procura di Monza la delega per indagare su presunti fatti corruttivi relativi alla Aeb di Seregno – ha spiegato in aula il finanziere – L’attenzione è caduta sui servizi di raccolta dei rifiuti che la Aeb svolgeva attraverso Gelsia Ambiente, e in particolar modo su un appalto per la fornitura di sacchi dotati di un microchip abbinato al codice fiscale dell’utente dove emergeva un’ipotesi di accordo corruttivo con i vertici della società».  

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