Infermieri brianzoli in stato di agitazione contro la revisione delle pensioni
Per il Nursind il ricalcolo delle pensioni retributive contenuto nella manovra avrà serie ripercussioni sugli infermieri che già da anni (ancora prima della pandemia) denunciano stipendi molto bassi.
Il timore è che le decisioni del Governo in tema di pensioni e in particolare il ricalcolo delle pensioni retributive contenuto nella manovra possa avere serie ripercussioni sul futuro pensionistico degli infermieri.
Infermieri brianzoli in stato di agitazione contro la revisione delle pensioni
Da qui la profonda preoccupazione e l'annuncio dello stato di agitazione, a livello nazionale, indetto dal NurSind, il sindacato degli infermieri. Una preoccupazione che tocca da vicino anche il nostro territorio: gli infermieri di Monza e della Brianza infatti potrebbero decidere di scendere in piazza, aderendo dunque ad un possibile sciopero generale, se non si troverà presto un accordo con il Ministero del Lavoro.
"Il ricalcolo delle pensioni retributive contenuto nella manovra - si legge in una nota del NurSind - avrà serie ripercussioni sugli infermieri che già da anni (ancora prima della pandemia) denunciano stipendi molto bassi. Una situazione che negli ultimi anni si è ulteriormente esasperata con gli stipendi degli infermieri italiani che sono i più bassi a livello europeo e con il problema della fuga di personale dalla sanità pubblica verso gli ospedali stranieri. Adesso l’ultima mazzata: la revisione delle pensioni che, detto in soldoni, vedrebbe un infermiere assunto nel 1992 perdere 6mila euro lordi all’anno di pensione2.
“Lo spiraglio aperto dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, non basta a tranquillizzarci – aggiunge Donato Cosi, segretario territoriale del NurSind e componente della direzione nazionale del sindacato -. Sono cifre inaccettabili. Inoltre il cambio di regime previdenziale così improvviso non darebbe neppure il tempo di ragionare su una exit strategy”.
Il rischio del prepensionamento
Con il rischio, sempre più concreto, che ci sarà ben presto un fuggi fuggi con almeno 13 mila infermieri che andranno in prepensionamento, come riferisce la Fnopi.
“Creando così un ulteriore problema che ormai si trascina da anni - conclude Cosi -. La mancanza di infermieri nella sanità pubblica”.
Una prima fuga dalle corsie c’era stato durante la pandemia, adesso con il rischio di vedersi tolti 6mila euro lordi all’anno in molti, probabilmente, decideranno di andare in pensione.
Il sindacato denuncia anche che nella Legge di Bilancio sono state stanziate risorse insufficienti per il rinnovo del contratto. Così che il passo dallo stato di agitazione allo sciopero è sempre più vicino.
(foto archivio)