Insegnanti di Vimercate con i ragazzi di Pisa: "Siamo dalla vostra parte"
La lettera agli studenti delle docenti, dei docenti e della preside delle scuole secondarie "Calvino" e "Don Milani".
Una lettera per parlare ai propri studenti e per portare ad esempio i ragazzi di Pisa scesi in piazza per manifestare contro la guerra in Terrasanta.
La lettera delle docenti e dei docenti della "Calvino" e della "Don Saltini"
Un'iniziativa forte messa in campo dalle insegnanti, dagli insegnanti e dalla dirigente scolastica, Mariateresa Chieli, delle scuole secondarie di primo grado "Calvino" e "Don Saltini" di Vimercate.
Nel documento, che prende avvio da una sorta di "mea culpa" di docenti e in generale degli adulti, non sempre in grado di ascoltare i giovani e di interpretare i loro modi di esprimersi, si citano come esempio virtuoso e positivo i ragazzi di Pisa, scesi in strada la scorsa settimana per dire no alla guerra e al centro di una nota vicenda di cronaca per lo scontro con le forze dell'ordine, accusate di aver abusato dell'uso della forza con l'utilizzo di manganelli contro giovani disarmati.
"Abbiamo il dovere di ascoltarvi"
“Sii l’adulto di cui avevi bisogno quando eri un bambino” (Anon.) - esordiscono insegnanti e preside di Vimercate nel documento diffuso alla stampa nella giornata di oggi, venerdì 1 marzo - Una frase che noi docenti abbiamo letto diverse volte sui vostri social o nei vostri diari. Quei diari che scarabocchiate, apparentemente annoiati, sulle sedie durante le vostre mattine, incuranti e non curati, volontariamente trascurati mentre entrate dai cancelli al suono delle campanelle. Social e diari, due tra i mezzi di comunicazione ed espressione che, spesso apparentemente distratti, usate per non dire ma per esserci, invece, a modo vostro.
Un modo che noi docenti abbiamo il dovere, e l’onore, di ascoltare, anche nel vostro silenzio".
Ai ragazzi di Pisa: "Hanno tentato di fermarvi, ma non siamo tutti così"
"Un esserci che dobbiamo seminare, coltivare, nutrire - prosegue il documento dei docenti di Vimercate - Come gli studenti che a Pisa, venerdì 23 febbraio 2024, hanno deciso, scelto, di esserci. In strada, pacifici e con le idee chiare, magari non completamente. Non è facile capire cosa l’uomo può fare, non è facile capire davvero ciò che sta accadendo lontano da noi. O magari, invece, sapendo molto più di quanto noi adulti immaginiamo. E, soprattutto, consapevoli di una cosa: la guerra è brutta, la guerra è sporca, non la vogliamo, basta. Frase che qualsiasi docente di Lettere in cerca di approfondimenti potrebbe sottolineare in blu, spiegando: “Forza, usa dei sinonimi, arricchisci il concetto”. Sì, ma anche no. Non ora. Ora è proprio e soltanto così: la guerra è brutta, la guerra è sporca, non la vogliamo, basta. E camminavano, i ragazzi di Pisa, per esserci. E dirlo a modo loro, educato, pacifico. Non giovani ignoranti e sdraiati, ma giovani a testa alta in cammino. Hanno tentato di fermarvi. Vi scriviamo per ricordarvi che non siamo tutti così - fidatevi, per favore".
"Siamo molto più come voi che come loro"
"E che siamo molto più come voi che come loro: con la voglia ed il bisogno di ascoltarvi, con il desiderio di comunicare, di farci sentire e di aiutarvi a farvi sentire - scrivono ancora rivolgendosi sempre ai ragazzi di Pisa - Non smettete di farlo, a modo vostro, pacificamente, come venerdì. Siamo con voi, dalla vostra parte. Per cercare, insieme, di far sì che non diventiate quello che vi hanno fatto. Per cercare, insieme, di far sì che possiate diventare gli adulti di cui avevate bisogno da bambini".