Vimercate

La "Bollani" chiude dopo una cavalcata lunga 110 anni

La storica azienda di minuterie metalliche aveva aperto in città nel 1913; il 31 dicembre sarà l'ultimo giorno.

La "Bollani" chiude dopo una cavalcata lunga 110 anni
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Una cavalcata lunga 150 anni, 110 dei quali a Vimercate nel glorioso stabilimento di via Pinamonte. Chiude ufficialmente il 31 dicembre la "Figli di Geremia Bollani", ditta storica di produzione di minuterie metalliche; una delle più longeve di Vimercate e del territorio.

Una decisione dettata non da difficoltà di mercato, ma dai raggiunti limiti di età di chi è al timone e dalla mancanza di un ulteriore cambio generazionale.

Due fratelli alla guida

I fratelli Luigi e Marco Bollani, quarta generazione della famiglia alla guida dell’azienda, hanno deciso di dire basta mettendo fine, loro malgrado, a una storia incominciata addirittura nel 1850.

L'inizio addirittura a metà dell'Ottocento

"La ditta si stabilì a Vimercate, in questa sede di via Pinamonte, nel 1913 grazie al nostro bisnonno Geremia - raccontano i due fratelli - Ma l’attività di produzione di minuterie metalliche ebbe inizio in realtà a metà Ottocento prima a Varese e successivamente a Milano. Il bisnonno nel 1910 comprò questo terreno che all’epoca era periferia di Vimercate e costruì lo stabilimento".

Impianto che è ancora al suo posto, perfettamente funzionante. Anche se di acqua sotto i ponti ne è passata tanta.

I passaggi tra generazioni

"A Geremia subentrò lo zio Enrico, che fu anche podestà di Vimercate - proseguono nel racconto i due fratelli - A Enrico si affiancò poi anche il fratello Luigi, nostro nonno, che purtroppo morì giovane".

Subentrò quindi il figlio Adone, padre di Luigi e Marco, che, tornato dalla Seconda guerra mondiale, decise di prendere in mano le redini dell’azienda accanto a Enrico. E dalla fine degli anni Settanta ad oggi è toccato ai due fratelli.

L'epilogo

"Ogni generazione ha cercato di dare impulso e di rinnovare l’azienda - raccontano ancora - Anche noi abbiamo fatto la nostra parte soprattutto con l’introduzione di nuovi macchinari e dell’automazione".

Macchinari che hanno, giocoforza, ridotto la forza lavoro che negli anni Settanta, quando ancora dominavano le lavorazioni manuali, aveva toccato quota 30 unità.

"Lasciamo non perché il lavoro manchi - concludono -  Anche se gli ordini dall’Esercito, che in passato è stato il nostro cliente principale, con la fine della leva obbligatoria sono calati sensibilmente, le commesse comunque non mancano. Ad oggi lavoriamo molto con il settore dell’automotive (guarnizioni, pompe ad acqua in ottone) e dell’abbigliamento (fibbie, ganci e cerniere). Abbiamo capito che è arrivato il momento di chiudere. Lo facciamo a malincuore. Tutti i clienti si sono detti dispiaciuti. Naturalmente non lasceremo nessuno per strada secondo lo stile della nostra azienda".

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