La Brianza che si mobilita per i referendum dell'8 e 9 giugno
Un migliaio di volontari impegnati insieme in oltre 350 volantinaggi nel mese di maggio e fino al giorno precedente la consultazione referendaria: La Cgil: "Abbiamo l’occasione di cambiare delle leggi sbagliate"

In totale 27 comitati intercomunali che comprendono tutti i 55 comuni della provincia di Monza e Brianza, un comitato giovani under 30, un comitato delle liste civiche, oltre ai comitati costituiti nelle fabbriche e nelle aziende dei vari settori lavorativi pubblici e privati. Questa è la rete organizzativa che sostiene i 5 referendum su lavoro e cittadinanza, coordinata da un comitato provinciale di cui fanno parte associazioni, sindacati, liste civiche e forze politiche. In totale un migliaio di volontari impegnati insieme in oltre 350 volantinaggi nel mese di maggio e fino al giorno precedente la consultazione referendaria.
La Brianza che si mobilita per i referendum dell'8 e 9 giugno
Piazze, centri storici, mercati, ospedali, stazioni, centri commerciali, concerti ed eventi, scuole, parchi, ingressi dei luoghi di lavoro: ogni settimana, dal lunedì alla domenica, dal mattino presto alla sera tardi, capiterà di incontrare le pettorine gialle delle volontarie e dei volontari in mezzo alla gente per spiegare i contenuti dei quesiti referendari.
Per cosa si vota
Due referendum riguardano i licenziamenti illegittimi, il primo per prevedere il potere del giudice di reintegrare al proprio posto di lavoro il dipendente licenziato ingiustamente, il secondo per cancellare il tetto massimo di 6 mensilità di risarcimento al lavoratore nelle aziende sotto i 15 dipendenti e affidarne la misura, anche in questo caso, al magistrato.
Il terzo referendum ripristina le causali nel contratto a tempo determinato limitandone utilizzo e abuso e il quarto cancella la norma che oggi impedisce di chiamare a rispondere in solido il committente di un appalto, in caso di infortunio sul lavoro di un dipendente dell’azienda appaltatrice.
Il quinto referendum prevede di portare gli anni di residenza legale in Italia da 10 a 5 anni per ottenere la cittadinanza da parte di cittadini stranieri che la richiedano. I 5 anni erano già previsti prima del 1992 e sono previsti negli altri paesi dell’Unione Europea. Gli altri adempimenti richiesti per ottenere la cittadinanza e che non vengono toccati dal referendum riguardano un reddito stabile, l’alloggio, la conoscenza dell’italiano e l’assenza di pendenze penali.
“Abbiamo l’occasione di cambiare delle leggi sbagliate. Con il nostro voto abbiamo l’opportunità di migliorare la condizione di vita e di lavoro di milioni di persone”, affermano dal Comitato: “Quasi otto milioni conquisterebbero diritti importanti sul lavoro, tre milioni sono i contratti a tempo determinato, di cui ben 60.000 all’anno in Brianza, cinque milioni lavorano negli appalti e due milioni e mezzo sono le persone in attesa di cittadinanza”.
Ovviamente il primo obiettivo è raggiungere il quorum del 50% degli elettori per garantire la validità del referendum.
“Ci rivolgiamo a tutti coloro che hanno ben presente che la democrazia italiana vive di partecipazione e che il diritto di voto è irrinunciabile. Ci rivolgiamo anche a tutti coloro che spesso ci dicono di essere delusi e che hanno rinunciato a votare”, spiegano ancora dal Comitato provinciale. “Con i referendum si cambia direttamente, basta votare 5 SI. Non ci sono pretesti che reggano. Se si vuole cambiare si vota. Si deve votare, si devono convincere altri e si può anche partecipare direttamente alle varie iniziative organizzate sul territorio. Possiamo farcela insieme.”
Le informazioni aggiornate sui luoghi dei volantinaggi si trovano sul sito www.cgilbrianza.it e sui siti degli altri promotori.
(foto di copertina dalla pagina Facebook della Cgil Monza Brianza)