Il caso

"La burocrazia ci ha uccisi, siamo costretti a chiudere"

A fine agosto la storico "Tintoria Nuova Gregorini" interromperà la sua attività.

"La burocrazia ci ha uccisi, siamo costretti a chiudere"
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"La burocrazia ci ha uccisi, siamo costretti a chiudere". A fine agosto la storica "Tintoria Nuova Gregorini" di Concorezzo interromperà la sua attività.

"Ci siamo scontrati contro un muro di gomma"

"Sono stato ucciso dalla burocrazia". C’è tanta amarezza nelle parole di Edoardo Gregorini, titolare della "Tintoria Nuova Gregorini", storica azienda di Concorezzo che alla fine del mese di agosto sarà costretta a interrompere la sua produzione. Aperta nei primi anni '70 e rilevata dalla famiglia Gregorini nel 1986, la tintoria cesserà la sua attività a causa della mancata installazione di un nuovo depuratore chimico-fisico. Mancata installazione dovuta alle lungaggini burocratiche e ai rallentamenti legati alla pandemia.

"Senza il depuratore Ato Monza e Brianza non ci concede l'Aua, l'Autorizzazone unica ambientale - spiega Gregorini - Purtroppo in questi mesi non siamo riusciti a installarlo: non è un problema economico, ma di tempistiche. La cosa che più mi amareggia è essermi trovato di fronte a un vero e proprio muro. In due anni non sono mai riuscito a confrontarmi con i vertici di Ato per trovare un punto di incontro".

Il futuro dei dipendenti

Con la chiusura della "Tintoria Nuova Gregorini", saranno circa una decina i dipendenti che dovranno dire addio all'azienda di Concorezzo. Per tutti, per fortuna, si dovrebbero però aprire altre strade. Resta il rammarico per la mancanza di un dialogo che avrebbe potuto scrivere un finale differente alla vicenda.

"In altre Province ad aziende come la nostra è stata data la possibilità di lavorare in deroga in attesa che si completino i lavori, mentre Ato Monza e Brianza ha negato questa possibilità - continua Gregorini - Non è giusto che le cose finiscano in questo modo. Non abbiamo mai creato problemi, lavorando sempre a norma di Legge: abbiamo chiesto solo un po’ di tempo, anche a fronte di un evento come la pandemia che non è certo dipeso da noi. L’abbiamo chiesto per l’azienda, ma soprattutto per le famiglie dei nostri dipendenti: l’arroganza della burocrazia tuttavia ci ha voluto uccidere".

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