Seveso

La chiesa di San Carlo all’Altopiano non è stata consacrata: al via l’iter

Incontro con don Marco Mindrone, responsabile dell’Ufficio dei Beni culturali dell’Arcidiocesi

La chiesa di San Carlo all’Altopiano non è stata consacrata: al via l’iter
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La chiesa di San Carlo Borromeo all’Altopiano a Seveso non è mai stata consacrata, al via l’iter. Ha preso il via il 28 aprile la serie di incontri organizzati dalla Comunità pastorale per illustrare ai cittadini il percorso che porterà alla consacrazione della chiesa.

La chiesa di San Carlo all’Altopiano non è stata consacrata: al via l’iter

Una procedura avviata su indicazione dell’attuale parroco don Maurilio Mazzoleni, il quale ha portato all’attenzione il fatto che la parrocchia, fondata il 23 maggio 1959 con la posa della prima pietra e benedetta da Monsignor Luigi Oldani il 3 dicembre 1960, in tutti questi 65 anni non è ancora stata consacrata.
Durante il primo incontro don Marco Mindrone, responsabile dell’Ufficio dei Beni culturali dell’Arcidiocesi di Milano, ha spiegato alla comunità alcuni dei passi necessari per la consacrazione della parrocchia, partendo da alcuni accorgimenti della struttura dell’aula liturgica.
Presenti diversi fedeli, oltre al parroco don Maurilio Mazzoleni, a don Donato Vicini, dal 2014 vicario della parrocchia dell’Altopiano, e al coadiutore don Andrea Bianchi. 

«Quando sono arrivato in questa comunità mi è stato fatto presente che questa chiesa non era stata ancora consacrata - ha spiegato il parroco - Oggi don Marco Mindrone ci spiegherà tutti i passi necessari perché questa chiesa parrocchiale possa ottenere la consacrazione e ci è sembrato bello che fosse un momento di condivisione e ascolto con la comunità».

Don Marco Mindrone ha sottolineato l’importanza di alcuni accorgimenti nella struttura della chiesa perché possa favorire la preghiera e ottenere la consacrazione: «E’ bello essere qui a parlare della consacrazione della vostra parrocchia nel giorno in cui la liturgia ci pone di fronte alla bellezza di Dio. L’occasione della richiesta di una consacrazione permette di rendere più bella la chiesa».

Cambiamenti in vista

Per ottenere la consacrazione, ha sottolineato il sacerdote, «sono necessari alcuni accorgimenti, perché ogni elemento in una chiesa ha il suo luogo e il suo significato di natura teologica. Tutto ha un significato che è il senso della ricerca di Dio. Tra i cambiamenti necessari in questa chiesa ci sarà una maggiore ricerca di semplicità nella struttura per mettere in risalto l’essenziale di Dio, partendo dal presbiterio».

Secondo i progetti presentati, la sede del sacerdote celebrante sarà spostata dal lato opposto dell’altare di tre quarti verso l’ambone, mentre il fonte battesimale sarà posto dove ora c’è l’effige del volto di Cristo. Anche la rappresentazione dello Spirito Santo nel lampadario sarà rivista, mentre sarà dato maggiore risalto all’effige del santo patrono. «Sono alcuni accorgimenti essenziali nella struttura della chiesa, che hanno una grande importanza teologica», ha concluso don Mindrone.
Ai fedeli è stato quindi illustrato il percorso necessario per la consacrazione della chiesa, procedendo in unità di intenti con le indicazioni dell’Arcidiocesi di Milano.  Seguiranno altri incontri con i responsabili diocesani per dare finalmente la consacrazione ad un luogo di culto tanto caro ai fedeli sevesini, che da  anni frequentano le celebrazioni della parrocchia.

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