La vicenda nel lontano 2002

La Corte dei Conti chiede "il conto" per i derivati

L’atto d’accusa della Procura contabile per l’acquisto di prodotti finanziari nel 2002, con una delibera votata dal Consiglio provinciale di Milano. Contestato un danno erariale di oltre settanta milioni.

La Corte dei Conti chiede "il conto" per i derivati
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A giudizio della Corte dei Conti avrebbero procurato un danno erariale di oltre 70 milioni di euro quando sedevano nel Consiglio provinciale di Milano. Nel mirino, nel lontano 2002, l’acquisto di prodotti finanziari derivati gestiti da banche d’affari: avrebbero dovuto migliorare i conti della Provincia, invece i contratti si sono rivelati "manifestamente diseconomici" per l’ente.

La Corte dei Conti chiede "il conto" per i derivati

A distanza di quasi vent’anni, la Procura contabile chiede conto di quell’operazione a due intermediari finanziari e 64 fra ex amministratori pubblici e dirigenti del Consiglio provinciale milanese, poi diventato Città Metropolitana. Nell’elenco ci sono anche l’ex consigliere provinciale di Milano Attilio Gavazzi (Forza Italia) e l’ex assessore provinciale Gigi Ponti (Partito Democratico).
La scorsa settimana la Corte dei Conti ha notificato l’invito a dedurre agli ex amministratori di Palazzo Isimbardi, fra cui l’ex presidente Ombretta Colli ma anche assessori e consiglieri che avevano approvato la delibera dell’acquisto di «swap» oppure i successivi passaggi formali. Sugli sviluppi dell’indagine condotta dalla Guardia di finanza, la Corte dei conti contesta agli istituti di credito "un doloso occultamento delle reali condizioni finanziarie" delle operazioni, nonché le "condotte, anche omissive, improntate a grave imperizia, imprudenza e negligenza degli organi decisionali e dei vertici burocratici dell’ente", che avrebbero stipulato e gestito i contratti derivati "in assenza di congrue valutazioni circa il rischio e l’effettiva convenienza economica delle operazioni".

Gli interessati rischiano di dover pagare un risarcimento per i "flussi finanziari negativi" e per le "commissioni occulte" incassate dalle due banche, nonché per le somme versate in seguito da Città Metropolitana per la causa persa con una delle banche intermediarie davanti alla High Court of Justice di Londra. Importi differenti, a seconda del ruolo ricoperto dagli allora amministratori nell’ente pubblico.
Hanno settanta giorni per "discolparsi" davanti alla Giustizia contabile ed evitare di mettere mano al portafogli.

Gavazzi: "Una vicenda assurda"

"Una vicenda assurda, che non sta in piedi - commenta Attilio Gavazzi, già vicesindaco a Seregno - Nel novembre 2002 ero consigliere provinciale come Francesco Giordano per Forza Italia. Abbiamo votato una delibera di bilancio per l’estinzione di mutui onerosi per la Provincia, che erano una zavorra pesantissima per il bilancio. Era stata presentata dall’assessore, fra l’altro un commercialista, come una soluzione per risparmiare e abbassare al tre per cento il costo degli interessi, all’epoca si pagava il 18 per cento. Il Consiglio dà l’indirizzo politico, poi la delibera viene predisposta dai tecnici che scelgono le banche e a chi affidare l’acquisto. C’era il parere favorevole dei revisori dei conti, del segretario generale e degli advisor. E’ stato un fulmine a ciel sereno quando ho appreso la notizia. La Corte dei Conti ipotizza che i consiglieri debbano rispondere per il 15 per cento del danno erariale, fatti due conti 40mila euro a testa. Comunque siamo alle controdeduzioni alla fase istruttoria della Corte dei Conti".

Sulla controversa e annosa vicenda nessun commento dal cesanese Gigi Ponti, interpellato ieri (lunedì).

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