Meda

«La disabilità è un pugno, una spinta e una mano tesa»: la riflessione del presidente del Consiglio

Il toccante intervento di Simone Pirovano, papà di una bambina con trisomia 21, durante la seduta di giovedì

«La disabilità è un pugno, una spinta e una mano tesa»: la riflessione del presidente del Consiglio
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«La disabilità è un pugno, perché ci sveglia e ci mostra cosa c’è al mondo, al di là delle nostre certezze e sovrastrutture, a volte vacue. E’ una spinta, perché ci guida a muoverci e a svegliarci. Una mano tesa, perché c’è qualcuno che può aiutarti, se non ci richiudiamo nei nostri fantasmi di vergogne e paure».

La riflessione del presidente del Consiglio

Si è concluso con queste profonde parole il toccante intervento che il presidente del Consiglio comunale di Meda, Simone Pirovano, ha letto in apertura della seduta di giovedì sera. Una riflessione sulla disabilità e in particolare sulla trisomia 21, alla quale proprio il 21 marzo è stata dedicata una Giornata per sensibilizzare sulla tematica.

Una tematica che tocca da vicino Pirovano, farmacista, papà di quattro figli, tra cui Vittoria, tre anni a settembre, una bimba speciale, con la sindrome di Down. Alla quale, pur non citandola, il papà ha voluto dedicare il suo intervento, puntando sull’importanza dell’inclusione, «un valore fondamentale che va difeso e promosso in ogni ambito della società. Ogni individuo, indipendentemente dalle proprie capacità o disabilità, merita rispetto, dignità e opportunità. L’inclusione non è solo un dovere morale, ma anche un investimento nel futuro di una società più equa e solidale».

Le persone con trisomia 21 «hanno bisogni specifici, ma sono anche individui unici, con talenti, sogni e aspirazioni che meritano di essere rispettati e valorizzati. In questa giornata vogliamo ribadire il nostro impegno a promuovere l’inclusione e la dignità delle persone con trisomia 21». L’inclusione non riguarda solo l’accesso a servizi e opportunità, «ma anche il riconoscimento della piena cittadinanza e dei diritti di ogni individuo, indipendentemente dalle proprie abilità o disabilità. E’ fondamentale lavorare insieme per creare una società che accolga e valorizzi la diversità in tutte le sue forme». Questo significa garantire l’accesso all’istruzione inclusiva, all’occupazione dignitosa, all’assistenza sanitaria adeguata e a tutti gli altri servizi essenziali per il benessere e lo sviluppo di ogni persona. Ma prima è necessario combattere gli stereotipi e le discriminazioni «che ancora troppo spesso colpiscono le persone con trisomia 21», ha sottolineato Pirovano, che ha invitato a riflettere sul fatto che «l’esclusione oggi non è quasi mai diretta ed esplicita. Spesso vengono addotte scuse ridicole che nascondono una verità più cruda e un atteggiamento discriminatorio. Le persone con disabilità subiscono svantaggi sistematici in tutti gli ambiti della loro vita per un meccanismo pervasivo, insidioso e invisibile, dato “per scontato”».

Una mano sempre tesa

Se purtroppo c’è ancora chi discrimina, fortunatamente c’è anche chi invece è sempre pronto a tendere una mano: Pirovano ha ringraziato «quanti si impegnano, anche in maniera volontaria, per aiutare chi ha un po’ più di bisogni e a livello medico nel fare ricerca... Ben vengano tutte le iniziative che ci portano a scoprire e conoscere chi pratica l’inclusione sul campo».

«Stereotipi e preconcetti segnano un confine spesso invalicabile che limita le possibilità delle persone con sindrome di Down a scuola, nello sport e nella vita in generale - ha aggiunto Marcello Proserpio, capogruppo del Pd, che ha voluto a sua volta dedicare il suo intervento iniziale alla trisomia 21 - Bisogna cambiare la percezione sociale della disabilità e tutti quanti devono agire per cambiare la cultura che determina la discriminazione».

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