Limbiate

La dottoressa va in pensione, tanti disagi per 1.700 pazienti

Lorena Parravicini: «In questi anni ai medici di base sono state fatte tante richieste, io ho fatto tutto quello che ho potuto»

La dottoressa va in pensione, tanti disagi per 1.700 pazienti
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Dopo 35 anni di onorato servizio, la dottoressa Lorena Parravicini, storico membro della comunità medica di Limbiate, è andata in pensione e ha salutato quindi i suoi circa 1.700 pazienti, che hanno dovuto trovare un sostituto.

La dottoressa va in pensione, tanti disagi per 1.700 pazienti

«Nell’ultimo anno ho avvisato che ero in procinto di ritirarmi e molti sono già riusciti a trovare una soluzione da altri medici, oppure al Corberi, dove so che ci sono due bravissime dottoresse - spiega - Ma non sarà tutto rose e fiori. Sono riuscita a garantire “scorte” di ricette per i pazienti che ne hanno bisogno e ho aiutato a prenotare esami anche a un anno di distanza, ma la situazione non sarà troppo comoda e tutti avranno incombenze».

"La Medicina di base non attrae più i giovani"

La crisi della Medicina generale in realtà parte da molto più lontano rispetto alla guadagnata pensione che molti medici di base stanno maturando in questi anni. Posto che i dottori sono una risorsa che si vorrebbe sempre avere con più abbondanza rispetto a quanti se ne hanno, la Medicina di base non attrae più i giovani e le ragioni sono molteplici, fra cui sicuramente la retribuzione. Ma per la dottoressa Parravicini le ragioni sono più profonde:

«La situazione è già piuttosto grave: negli ultimi anni noi medici di base siamo stati caricati di incombenze burocratiche e impiegatizie che non ci appartenevano. Certo, anche quando ho iniziato c’erano già i computer, ma c’era anche un distretto sanitario molto più presente. Oggi, specie a Limbiate dove non ci sono ospedali, mancano le strutture di appoggio: siamo la prima linea di trincea».

La situazione a Limbiate

Insomma, un lavoro sempre più gravoso e sempre meno appetibile, ma di fondamentale importanza per tutti. A Limbiate, oltre all’ambulatorio temporaneo, sono in procinto di completare la specializzazione due giovani medici, che già operano e che potranno aumentare il loro carico di lavoro, ma è un palliativo. La soluzione a questa crisi infatti non può che arrivare da monte e non dalla valle: «Le soluzioni non le dobbiamo trovare noi medici ma le Ats - continua la dottoressa - Io ho fatto tutto quello che ho potuto. Per esempio l’ambulatorio può essere molto utile per chi ha bisogno solo delle ricette dei farmaci, ma bisogna comunque visitare i pazienti».

Internet e il Covid hanno poi cambiato radicalmente il modo in cui ci si rapporta con il medico:

«Le persone oggi sono più informate ed è un bene, ma ho notato anche richieste sempre più elevate, talvolta proprio una pressione, un fiato sul collo. Io ho sempre voluto ascoltare i miei pazienti, sono riuscita ad avere un ottimo rapporto e ho ricevuto tanto affetto, ma mi sono sentita anche schiava del computer e dei tempi sempre più stretti. In generale però posso dire di aver dato tutto quello che ho potuto e l’ho fatto con il cuore».

Riguardo la carenza di medici di Medicina generale, Ats annuncia che la settimana prossima arriverà a compimento un bando di regione Lombardia in cui si definiscono le assunzioni. Bando che era stato indetto a giugno e le domande sono state presentate fino a luglio, ma il tutto sarà reso pubblico all'inizio della prossima settimana.

La riflessione del dottor Luciano Camerra sulla sua professione «Sul territorio siamo rimasti soli»

Con una lunga riflessione il medico di famiglia limbiatese Luciano Camerra ha condiviso le sue preoccupazioni sulla Medicina generale.

Luciano Camerra

«E’ una situazione che non si riesce a capire bene: c’è carenza di medici anche in ospedale, ma la mia è una professione che non attrae più i giovani e a Limbiate siamo forse messi meglio che in altri Comuni vicini - afferma - C’è un problema sulla retribuzione, ma siamo gravati di tante incombenze burocratiche e sul territorio siamo rimasti soli: una volta ci si incontrava con i coordinatori del distretto socio-sanitario e discutevamo molto francamente, adesso non so nemmeno chi sia il mio coordinatore».

Con il pensionamento della collega, la dottoressa Lorena Parravicini, Limbiate ha perso un altro medico di base.

«Su sei posti disponibili solo due sono stati coperti - prosegue - Da 28 medici che eravamo quando ho iniziato siamo passati a 15. Io per esempio ho circa 60-70 contatti al giorno, fra visite e telefonate, a cui dedico in media 10 minuti, faccia lei i conti. Se non ci saremo più noi lo farà qualcun altro, però io spero che ci permetteranno di continuare a fare il nostro lavoro. Credo che la motivazione sia alla base di tutto e bisogna tornare a dare considerazione al medico di famiglia. Vedo però tanto sconforto e rassegnazione di chi non lotta più contro le storture del sistema, non solo nel mio campo, ed è triste che molti giovani debbano andare all’estero, anche se li comprendo».

Anche il rapporto con i pazienti negli anni è cambiato.

«Dopo la pandemia adesso i pazienti stanno tornando da noi - conclude - Prima c’era più empatia e più fiducia reciproca fra medico e paziente e credevo che il Covid potesse portare più comprensione, ma la situazione si è invece esacerbata».

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