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La Lombardia si mobilita per offrire assistenza sanitaria e medicinali ai bambini ucraini

Fontana "Abbiamo dato la nostra disponibilità a ospitare i bambini malati oncologici trasferendoli prima in Polonia e poi in Lombardia".

La Lombardia si mobilita per offrire assistenza sanitaria e medicinali ai bambini ucraini
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La Lombardia al lavoro per offrire il massimo dell'assistenza sanitaria ai piccoli profughi ucraini e per inviare medicinali nel Paese. Come confermato dal Presidente della Regione Attilio Fontana e dall'assessore al Welfare Letizia Moratti in queste ore la macchina dei soccorsi si sta muovendo su più fronti.

La Lombardia si mobilita per offrire assistenza sanitaria e medicinali ai bambini ucraini

"C'è grande preoccupazione, seguiamo costantemente l'evoluzione e stiamo lavorando per cercare di dare risposte concrete ai cittadini ucraini" - ha detto Fontana.

"Sono in contatto costante con la onlus Soleterre, che opera a stretto contattato con l'IRCCS San Matteo di Pavia, e - ha aggiunto il Governatore - che ha una rete consolidata in Ucraina. Abbiamo dato la nostra disponibilità a ospitare i bambini malati oncologici trasferendoli prima in Polonia e poi in Lombardia. Una volta arrivati in Italia sarebbero accolti proprio al San Matteo di Pavia e all'Istituto dei Tumori di Milano che hanno già dato la loro disponibilità".

"Stiamo inoltre organizzando, sempre con Soleterre e con la Croce Rossa Internazionale, trasporti di medicinali. Siamo al lavoro con grande impegno - ha concluso Fontana - e, proprio per questo, ho rinunciato alla programmata trasferta di Dubai dove avremmo presentato le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026".

Pediatri e neonatologi pronti a partire per favorire il trasporto di chi ha bisogno di cure

Non solo. In queste ore anche l'assessore al Welfare Letizia Moratti ha confermato che un'equipe di pediatri e neonatologi è pronta a partire per il confine ucraino per favorire il trasporto a Milano di bambini e ragazzi che necessitano cure e ricovero in una struttura ospedaliera.

Nel dettaglio la Moratti ha inviato una lettera all'ambasciatore Ettore Francesco Sequi, segretario generale del ministero degli Affari esteri, offrendo un’articolata disponibilità di assistenza e sostegno ai piccoli profughi e ai loro genitori.

"In accordo con il direttore del Dipartimento e Struttura complessa Casa Pediatrica del Fatebenefratelli di Milano, professor Luca Bernardo - spiega Letizia Moratti - abbiamo organizzato un'equipe di medici pediatri e neonatologi in grado di recarsi immediatamente al confine ucraino per coordinare l'assistenza e il trasferimento di profughi bambini che necessitano ricovero e cura".

"A disposizione al momento - precisa la vicepresidente di Regione Lombardia - dodici posti letto per bambini più altri 12 per i loro genitori al primo piano della Struttura Complessa Casa Pediatrica del Fatebenefratelli in modalità convitto con la possibilità di accertamenti medici, visite e vaccinazioni.

Altri 15 posti letto per piccoli pazienti e genitori, inclusi sei posti di isolamento, saranno resi disponibili al piano terra della stessa struttura, mentre sono 15 i posti di neonatologia riservati a neonati fisiologici, cui si aggiungono sei posti per neonati necessitanti di cure intermedie e altri 4 di terapia intensiva neonatale".

I trasporti sanitari saranno curati per via aerea dall'Agenzia Regionale per l'Emergenza-Urgenza (Areu) di Regione Lombardia che trasferirà i bambini ucraini in condizione di maggiore fragilità sanitaria a Milano, presso il Fatebenefratelli e la clinica Macedonio Melloni.

"La macchina organizzativa e solidale lombarda è pronta - conclude Letizia Moratti - attendiamo solo le istruzioni dalla Farnesina con le modalità operative per procedere."

Conversione dei Covid Hotel

L'assessorato al Welfare di Regione Lombardia ha inoltre dato disponibilità al Prefetto di Milano, Renato Saccone, per la conversione di alcuni 'Covid Hotel' in centri di accoglienza per profughi ucraini.

"Si tratta - ha precisato Letizia Moratti - di 5 hotel di Milano, due a Bergamo e uno a Varese. Un gesto di doverosa solidarietà ed accoglienza per coloro che fuggono da una guerra scatenata in Europa".

 

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