«La Madonna sanguina dalle ginocchia». Agliate e il parroco: Mai visti quei segni
Un servizio pubblicato la scorsa settimana dal settimanalwe "DiPiù" rivelerebbe un presunto nuovo misterioso accadimento legato alla vergine conservata nella cripta della Basilica
«Sono sorpreso: lo apprendo ora da voi. Sono il parroco, responsabile di questa comunità, eppure non ne so niente...». Taglia corto il prevosto don Giuseppe Conti di fronte alle tre pagine che «DiPiù», tra i più diffusi settimanali nazionali di attualità, nell’ultimo numero in edicola, ha dedicato alla notizia che la statua della Madonna, custodita nella cripta della millenaria basilica dei santi Piero e Paolo ad Agliate, avrebbe iniziato a «sanguinare» dalle ginocchia.
«La Madonna sanguina dalle ginocchia» Agliate e il parroco: Mai visti quei segni
Ma la sorpresa del parroco è anche quella dei tanti fedeli che, quotidianamente, partecipano alla Messa del mattino e alle funzioni festive che abbiamo incontrato giovedì scorso, al termine della celebrazione eucaristica, per farci accompagnare nei sotterranei del presbiterio della chiesa romanica dove la statuina bianca, lasciata in eredità da don Ambrogio Aldeghi, l'ex parroco della frazione scomparso nel 2000 e da sempre ubicata in una nicchia sotto all'altare, è conservata ormai da qualche anno all’interno di una teca di plexiglass chiusa a chiave con quattro serrature.
«Mai nessuno qui si è accorto di questo presunto sanguinamento: eppure tanti fedeli, dopo la Messa del mattino o durante le celebrazioni del fine settimana, scendono abitualmente nella cripta per pregare», racconta Mariacarla Mentegazzi, una delle referenti delle attività oratoriane della piccola frazione di fronte al gesso bianco e immacolato dell’effigie mariana.
Eppure, secondo il puntuale racconto del giornalista del settimanale nazionale, la voce della statuina bianca che raffigura la Madonna che ha iniziato a «sanguinare» all’altezza del ginocchio destro, si sarebbe sparsa negli ultimi tempi in Brianza. A documentarne il presunto «segno miracoloso» anche una fotografia abbastanza chiara, con due segni paralleli che si notano sulla superficie della tonaca della Vergine Maria, composti da un foro e da quello che - scrive il settimanale nazionale - «sembra un sanguinamento».
«Proprio come se - prosegue il servizio di DiPiù - sotto le vesti scolpite nel gesso, quella statuina fosse stata colpita in due punti con una lancia e il sangue, uscito dalle ferite, si stesse mostrando in superficie. A chi stesse pensando che possano essere lo scherzo di un buontempone, il disegno di un monelli, va detto che la Madonna di Agliate è protetta da una teca di plexiglass sigillata con quattro serrature. Inaccessibile. Intoccabile».
La foto, come ci ha riferito l’autore del servizio che abbiamo interpellato, risale allo scorso mese di maggio:
«La statua da qui non ci risulta sia mai stata essere rimossa - assicurano però i fedeli - Quando anni fa furono scoperte quelle macchie di sporco sotto gli occhi della Madonna, venne ripulita, ritinteggiata e rimessa per sicurezza dentro la teca che ancora oggi la protegge...».
Il mistero
Oggi la statua sistemata nella cripta appare candida e intatta. Non un segno sopra la tunica. Ma allora quelle macchie fotografate e descritte e che appaiono chiare nella foto pubblicata dal settimanale del gruppo Cairo come sono comparse? Sono state solo frutto di qualche temporaneo fenomeno di umidità e di particolari reazioni del gesso poi scomparse o davvero si è trattato di un evento soprannaturale che sarebbe stato «cancellato» per evitare chiacchiericci?
Impossibile dirlo. Di certo, a detta del parroco e degli agliatesi che frequentano la basilica quotidianamente, nessuno ha mai segnalato la presenza delle due ferite simili a un improvviso sanguinamento della Madonnina e nessuno avrebbe mai «messo mano» alla statua per coprirne in fretta e furia le presunte «macchie» apparse in corrispondenza delle ginocchia.
«Non servono certo segni dal Cielo per rafforzare la fede, ma la preghiera e l’affidarsi a Dio e alla Vergine Maria con totale fiducia e abbandono - commenta una donna, che preferisce mantenere l’anonimato - Una conoscente mi ha chiamato dalla provincia di Como per chiedermi come non l’avessi avvisata della presenza della statua miracolosa ad Agliate... Quale presenza miracolosa? le ho risposto, scoprendo poi da lei che su questo settimanale nazionale veniva riportata la notizia della Madonnina sanguinante... Eppure io che vivo qui e che partecipo alla Messa ogni mattina non ho mai saputo, né visto nulla di quello che viene raccontato in quel servizio...».
Nove anni fa il caso delle «impronte» rosse comparse sugli zigomi della Vergine Maria
Già nove anni fa, nel 2014, la statua della Madonna di Agliate fu protagonista di un caso eclatante. Sugli zigomi erano comparsi due segni evidenti, simili a lacrime di colore rosso scuro.
«Una semplice suggestione», secondo l’allora prevosto don Giampiero Magni che, intervistato dal nostro settimanale, chiese apertamente di evitare «inutili clamori» dopo che venne informato dell’accaduto da don Sandro Bianchi, parroco a riposo e sacerdote residente in frazione e dall’addetta alla sagrestia della basilica, Angela Borgonovo.
Il «caso» della Madonnina della cripta della basilica che avrebbe pianto lacrime di color «sangue» aveva fatto presto il giro del circondario richiamando curiosi da ogni parte della Brianza per fotografarla. Anche per questo la parrocchia aveva preferito poi chiudere temporaneamente l'accesso alla zona della cripta sbarrando con un lucchetto il cancelletto per tenere lontani i tanti curiosi che si presentavano in frazione. Il primo ad accorgersi delle macchie sotto gli occhi della statua della Vergine era stato il direttore d’orchestra Marcello Mottadelli che stava accompagnando un’amica in visita al gioiello architettonico della basilica:
«Non ho assistito ad alcun fenomeno misterioso - aveva spiegato al giornale - Ho solo raccontato quello che ho visto e che d’istinto ho fotografato con il telefonino ritenendo corretto informare poi don Sandro che mi ha raggiunto».
La statuina venne poi ripulita e rimessa al suo posto protetta da una teca dove oggi è ancora conservata.
«Le tracce sulla tunica sono state ripulite? A fine maggio c’erano e le ho fotografate»
Le fotografie le aveva scattate con il telefonino a fine maggio, dopo aver raggiunto la cripta della basilica di Agliate dove è custodita la statuina di gesso della Madonna.
«Perché e come poi siano sparite non lo so... Di certo quel giorno, quando sono arrivato ad Agliate dopo aver “raccolto” la segnalazione della presenza di alcuni strani segni comparsi sulla tunica della Vergine protetta da una teca e dopo averli fotografati, ho incontrato sul posto due addetti della chiesa, non so dire se fossero sacrestani ma erano sicuramente collaboratori della parrocchia, ai quali le ho fatte subito notare. Sbrigativamente mi hanno però liquidato, così come ha fatto l’ex prevosto don Sandro quando ho suonato alla porta della sua canonica per chiedergli se fosse informato dell’accaduto e se ricordasse l’episodio già avvenuto nel 2014 che anche il vostro giornale aveva raccontato...».
Rolando Repossi, 47 anni, milanese di nascita, casa nella Brianza lecchese, è il giornalista di «DiPiù» che ha firmato e realizzato il servizio pubblicato la scorsa settimana sul settimanale nazionale del gruppo Cairo e che ha dato ampio spazio al misterioso e presunto «sanguinamento» dalle ginocchia della statua della Madonna che si trova nella cripta della basilica di Agliate. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente dopo che in settimana il parroco e alcuni fedeli della comunità, si sono detti sorpresi dalla notizia.
«Il servizio era pronto da mesi, ma è stato posticipato per una serie di approfondimenti di attualità e cronaca che hanno tenuto banco durante l’estate - ci ha spiegato Repossi - Ho scattato io di persona, alla fine maggio, quelle foto che sono state pubblicate nel servizio dopo che, per caso, facendo la spesa al supermercato Iperal di via Marengo ero venuto a conoscenza da alcune persone che ho incontrato di questo misterioso e particolare caso. Come d’obbligo, per chi come me fa questo mestiere, sono andato poi a verificare di persona se la segnalazione avesse o meno riscontro. Con mia sorpresa, quei segni netti e scuri sopra la tunica c’erano ed erano bene evidenti - racconta ancora il giornalista di DiPiù - Li ho fotografati e poi ho cercato di raccogliere qualche indicazione sul posto, dal momento che mi è sembrato un fatto almeno singolare che fossero comparsi sulla veste della statua che è protetta da quattro serrature e da una teca in plexiglass e quindi, di fatto, inaccessibile...».
Che siano state ripulite successivamente?
«Non ho modo certo di poterlo affermare. Ma di sicuro quei due segni all’altezza del ginocchio destro c’erano, come ho visto e ho documentato con le foto che ho scattato con lo smartphone e con l’immediata segnalazione sul posto di quanto ho notato ai due “sacrestani” presenti durante il mio sopralluogo che hanno però minimizzato come, del resto, ha fatto anche l’ex prevosto al quale mi sono rivolto subito dopo aver accertato quanto mi era stato segnalato. Forse in Brianza e, in queste zone, si tende più facilmente a “nascondere” e a indagare e a non dare troppo peso a certi accadimenti o fenomeni...».
Diversamente da quanto accaduto, ad esempio, a Trevignano Romano - come ha ricordato Repossi nel servizio dedicato ad Agliate - dove è in corso un’indagine diocesana condotta dal vescovo Marco Salvi per fare luce sul singolare mistero di una Madonna che piangerebbe lacrime di sangue.