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La mazzata dei ticket sanitari

La burocrazia si ingarbuglia fra errori commessi in buona fede e ricerca di trasgressori.

La mazzata dei ticket sanitari
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Sta via via divenendo sempre più controversa la questione legata alle raccomandate che da settimane l’Ats Brianza sta inviando a decine di migliaia di cittadini chiedendo loro di sanare la propria posizione in merito all’indebita fruizione di prestazioni sanitarie o di medicinali dispensati in regime di esenzione ticket fra il 2016 e il 2017.

La mazzata dei ticket sanitari

A seguito di controlli effettuati incrociando i dati delle tessere sanitarie con quelli dell’Agenzia delle Entrate l’ente sanitario è infatti risalito ai trasgressori che dovevano pagare i ticket e che invece non l’hanno fatto e ha inviato loro un verbale con la richiesta di riscossione delle somme dovute maggiorate degli interessi legali e delle spese di notifica.

Morosi ma in buona fede

Fin qui nulla di male. Se non fosse che nella stragrande maggioranza dei casi le persone colpite da tale provvedimento siano stati dei poveri pensionati. Ignari di non avere diritto alle esenzioni e dunque in buona fede. E ritrovatisi a pagare in alcuni casi anche migliaia di euro senza nemmeno la possibilità di poter rateizzare gli importi dovuti.

A raccontarlo una monzese di 79 anni, che si è vista recapitare una multa di quasi 250 euro: «Mi sono state contestate alcune ricette mediche risalenti al 2015 attraverso le quali avrei usufruito indebitamente delle agevolazioni per l’acquisto di farmaci - ha spiegato - Ma la verità è che le esenzioni mi sono state rilasciate dagli sportelli dell’Ats ove sono stati gli impiegati a dirmi quali documenti avrei dovuto presentare per averne diritto. Peccato che poi, fattami firmare un’autodichiarazione, l’errore oggi risulti mio». Come lei decine di altri pensionati che senza un’adeguata informazione da parte dell’ente hanno finito per ritrovarsi invischiati nella stessa condizione. E che anche nei prossimi anni si ritroveranno a pagare multe salatissime.

Secondo quanto stabilito dall’Ats, infatti, spetta alla persona morosa richiedere esplicitamente l’annullamento delle esenzioni per evitare le sanzioni. Fino a quel momento, dunque, essendo i controlli retroattivi le contestazioni continueranno a essere notificate anno dopo anno.

«Pensionati salassati»

A entrare a gamba tesa nella spinosa vicenda lo Spi Cgil, il sindacato dei pensionati, che ha chiesto un intervento immediato di Regione Lombardia per tentare di trovare una risoluzione il prima possibile: «Da inizio anno si sono rivolti a noi almeno una sessantina di utenti - ha spiegato Mario Castiglioni dagli uffici di via Premuda - E’ chiaro che l’autocertificazione firmata da tanti pensionati, e non solo, è frutto di una comunicazione poco chiara. Molte persone infatti non sono nemmeno in grado di distinguere esattamente quale sia il loro reddito effettivo. Se l’errore c’è stato non abbiamo nulla da eccepire in merito al pagamento di quanto dovuto. Resta però il problema della sanzione pecuniaria aggiuntiva e non rateizzabile perché di fatto fa raddoppiare gli importi da versare. Mettendo in grande difficoltà famiglie già duramente provate e per inciso pensionati con redditi bassi o titolari di pensioni al minimo».

Nello specifico, proprio la Regione negli anni anni scorsi aveva stabilito l’eliminazione della sanzione amministrativa in considerazione del fatto che nella maggioranza dei casi si trattava di errori commessi in buona fede. Sempre il Consiglio regionale, ancora a maggio, si era poi impegnato a deliberare un’ulteriore proroga per tutto il 2021. Una delibera di cui a oggi, tuttavia, non c’è traccia. E che ha dunque fatto scattare le sanzioni aggiuntive.

L’impegno di Mariani

A tal proposito il consigliere regionale ed ex sindaco di Monza Marco Mariani ha promesso di impegnarsi perché la questione sia chiarita. Affiancato anche dal consigliere comunale Salvatore Russo cui tanti cittadini si sono rivolti dopo aver ricevuto le cartelle. «Sono un medico e tutti i giorni vengo a contatto con pensionati che dopo aver ricevuto queste cartelle rischiano di non mangiare più - ha sottolineato Mariani - Se è giusto che il dovuto sia reso è altrettanto giusto non mettere in difficoltà dopo anni quei cittadini che, se probabilmente informati per tempo, avrebbero certamente pagato immediatamente quanto di loro spettanza. Senza contare che la non rateizzazione di cifre così esose va ad aggravare ulteriormente la situazione. Al momento la situazione è alquanto confusa ma mi impegno a cercare di fare chiarezza».

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