Lutto

La parrocchia di Lesmo piange don Dino

Nativo di Casatenovo, ha prestato servizio per 15 anni nella Comunità Pastorale Santa Maria: da qualche mese era ricoverato a Monticello

La parrocchia di Lesmo piange don Dino
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La Comunità Pastorale Santa Maria piange la scomparsa di don Edoardo Villa, da tutti conosciuto come don Dino. In parrocchia aveva prestato servizio per oltre 15 anni, fino al 2011, quando poi aveva fatto ritorno a Casatenovo, la sua casa natale.

L'addio a don Dino

Classe 1974, venne ordinato sacerdote nel 1969 nel Duomo di Milano: come primo incarico fu destinato ad Arosio, per due anni, e successivamente venne nominato vice rettore del Collegio di Porlezza. Nel 1972 venne indicato come cappellano ospedaliero di Desio e poi del Niguarda, a Milano, dove rimase fino al 1983. Quell’anno tornò a Casatenovo nella parrocchia di San Giorgio come sacerdote residente, ma nel 1987 assunse anche il ruolo di cappellano rettore dell’Istituto Nazionale Riposo per anziani. Nel 1996 il trasferimento nella vicina Lesmo, dove rimase fino al 2011 con vari incarichi di carattere pastorale prestando servizio anche a Gerno, Peregallo e Correzzana dopo la nascita della Comunità Pastorale.

Gli ultimi anni

Poi il ritorno nella sua Casatenovo, dove è rimasto sino a qualche mese fa: in questo periodo ha collaborato con i sacerdoti del territorio circostante. Come a Missaglia, dove ogni celebrava la messa nel convento delle suore di Contra. Don Dino ha trascorso gli ultimi mesi nella casa di riposo di Monticello, dove si è spento lo scorso mercoledì.

«E’ stato un prete, ma ancor prima un uomo semplice, sempre alla ricerca dell’affetto dei suoi familiari, e che dava grande importanza al senso del perdono - ricordano il fratello Ezio e le sorelle Rosangela e Ausilia - Nell’ultimo periodo, provato dalla malattia, ripeteva spesso che non era importante dare più anni alla vita, ma dare più vita agli anni. Un pensiero mosso dalla sua consapevolezza di essere “straniero” e un residente di passaggio su questa Terra. Come tutti del resto, perché per don Dino non c’erano persone diverse, ma solo figli di Dio uguali ai suoi occhi».

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