La parrocchia di San Pietro Martire festeggia il primo secolo di storia
Alla Messa del centenario della chiesa del quartiere ospite don Sergio Stevan
La parrocchia di San Pietro Martire di Seveso festeggia cento anni di storia. Un traguardo eccezionale, celebrato nel fine settimana con tanti appuntamenti in chiesa e in oratorio.
La parrocchia di San Pietro Martire festeggia il primo secolo di storia
Per l’occasione in chiesa sono stati allestiti quattro pannelli che hanno raccontato la storia della parrocchia e le principali figure passate in questi cento anni. Era il 17 novembre 1923 quando il cardinale Eugenio Tosi distaccò il territorio di San Pietro dalla parrocchia di Seveso, nominandolo delegazione arcivescovile. Nello stesso anno il cardinale acquistò il terreno situato in via San Carlo per destinarlo alla costruzione della chiesa e della casa parrocchiale.
Dieci anni dopo, nel 1933, il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster ribadì la necessità di un «tempio parrocchiale» e donò nell’occasione le reliquie di Papa San Lucio I. Nel 1965 il cardinale Giovanni Colombo benedisse e approvò la realizzazione di una nuova chiesa: la prima pietra sarà posata nel 1967 e la chiesa realizzata due anni dopo. Ma nei pannelli, oltre alla storia, sono stati ricordate delle figure chiave, come padre Giovanni Masciadri, a cui è dedicata la casa di riposo, che arrivò nel 1927 e sotto cui vennero completati l’oratorio femminile, quello maschile, l’asilo e le scuole elementari. Fu lui poi a rivolgersi alle Madri Canossiane. Altra figura chiave fu padre Luigi Garzoni, arrivato nel 1938 e rimasto fino alla morte, nel 1979: fu nominato parroco di San Pietro nel 1963 e sotto di lui venne consacrata la nuova chiesa.
Una serata speciale e la domenica con don Sergio Stevan
Tutte queste storie sono state anche raccontate sabato sera dai ragazzi dell’oratorio nello speciale «Tg San Peder», promosso dall’inventiva dei ragazzi e da don Andrea Bianchi.
Domenica la Messa è stata celebrata da don Sergio Stevan, sacerdote sampietrino che ha festeggiato i suoi 40 anni di sacerdozio nella sua comunità. A celebrare con lui, tra gli altri, il parroco don Maurilio Mazzoleni. Nell’omelia, riprendendo la figura di Giovanni Battista, don Sergio ha parlato di «conversione. Giovanni invitava a convertirsi perché il regno di Dio è vicino. I padri che vivevano nel deserto, come Giovanni, cadevano e si rialzavano - ha spiegato - Convertirsi significa mettere Dio al primo posto, ma per fare questo non basta una vita intera. Celebrare il centenario però significa celebrare una conversione continua, che cambia nel tempo. Dio è vicino e se Dio è vicino la mia vita cambia. Cambiare è bene. Dio viene nel cuore della vita e il peccato è trasgredire il sogno che Dio ha nell’umanità e in questa comunità. Preghiamo perché Dio ci aiuti a camminare con il desiderio di convertirci: cambiare significa vivere una vita felice. Il giorno più brutto sarà quando non ci rialzeremo più».
Il dono
Prima della fine della Messa è stato donato a don Sergio, da poco responsabile dei padri oblati di Rho dopo essere stato parroco a Giussano, una borsa per i suoi viaggi: «San Pietro, nostro patrono, era un predicatore ha affermato don Maurilio rivolgendosi a don Sergio - Anche tu, con il tuo incarico, sei costretto a viaggiare e a svolgere il ruolo di predicatore». La festa è proseguita con un pranzo insieme in oratorio e si è conclusa alla casa di riposo Padre Masciadri, con la recita del rosario.