La prima pietra d'inciampo di Agrate è per Domenico Rigamonti
Posata a Omate, davanti alla casa dove era nato e cresciuto, alla presenza dei ragazzi delle classi terze della scuola secondaria di primo grado.
Una pietra per inciampare nella memoria. Per non dimenticare chi ha perso la vita per difendere gli ideali e per combattere il nazifascismo. Agrate ha la sua prima pietra d'inciampo, dedicata a Domenico Rigamonti, ucciso nell'agosto del 1944 in un campo di sterminio nazista.
La pietra per Domenico Rigamonti nella sua Omate
La cerimonia di posa della pietra si è tenuta nella mattinata di oggi, venerdì 26 gennaio, in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria (27 gennaio, ricorrenza della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz) a Omate, in piazza Trivulzio, a due passi dalla casa dove Ripamonti era nato e cresciuto.
Protagonisti i ragazzi di terza media
Una cerimonia suggestiva organizzata dal Comune in collaborazione con la sezione cittadina di Anpi, che ha visto la presenza di un centinaio di studenti delle classi terze della scuola secondaria di Agrate accompagnati dalle insegnanti e dalla dirigente scolastica Maria Giordano. A loro il compito di scoprire il cartello dedicato a Rigamonti e di leggere alcune passaggi della sua vita fino alla deportazione e all'uccisione.
Presenti anche alcuni parenti del deportato. Tra loro anche alcuni parenti; per loro ha parlato la pronipote di Domenico Rigamonti.
L'inizio con l'inno nazionale e la posa della pietra
A guidare la cerimonia il presidenti di Anpi Agrate, Dario Carzaniga, e naturalmente il sindaco Simone Sironi che nel novembre scorso aveva ritirato la pietra d'inciampo dedicata all'omatese in occasione di una cerimonia che si era tenuta nella sede della Provincia di Monza e Brianza. Primo cittadino che ha anche annunciato di aver inoltrato al Comitato per le pietre d'inciampo la richiesta per la posa di altre due pietre in memoria di altrettanti agratesi vittime del nazifascismo.
Ospite Milena Bracesco, vicepresidente del Comitato pietre d'inciampo di Monza e Brianza e della sezione di Sesto San Giovanni-Monza di Aned (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) anche lei figlia di un deportato che trovò la morte ad Hartheim, come Rigamonti.
La storia di Domenico Rigamonti
Nato il 30 luglio del 1901 in piazza Trivulzio 4, Domenico Rigamonti vi ha abitato fino al matrimonio con Vittoria Faifer nel 1929. Per molti anni fu dipendente delle regie ferrovie fino all’incidente sul lavoro nel quale perse un braccio. In seguito riuscì ad avviare una piccola impresa; di fede comunista e come tale schedato al Casellario politico centrale. Arrestato nell’aprile 1943 per appartenenza a tale organizzazione politica considerata sovversiva, deferito al Tribunale speciale per la difesa dello Stato, fu condannato con altri 35 imputati. Liberato dopo il 25 luglio 1943, venne nuovamente arrestato durante l’occupazione nazista con l’accusa di aver prodotto e diffuso stampa clandestina antifascista. Rinchiuso a San Vittore, il 18 febbraio 1944 venne aggregato al trasporto che partendo dal Binario 21 della stazione centrale di Milano giunse a Mauthausen. Dopo un ricovero all’ospedale del campo, fu trasferito al castello di Hartheim, dove venne ucciso il 22 agosto 1944.