«Ricordo ancora le gocce scendere dalla prima sacca e la sensazione di vita che scorreva nelle vene. Stavo vivendo il privilegio di assistere vigile alla mia rinascita». Sono le parole di Francesca Macheda, 27enne e cittadina benemerita, mentre ha raccontato i momenti del trapianto di midollo osseo, lunedì, allo scoccare del «decimo compleanno della sua seconda vita».
Il ricordo di quei giorni in bilico tra la vita e la morte
Nel 2011 le era stata diagnosticata una forma grave di leucemia mieloide acuta che l’aveva tenuta in bilico tra la vita e la morte nel reparto di Ematologia pediatrica del San Gerardo. Il cancro l’aveva privata delle forze con i suoi 30 chili.
Era il 17 gennaio 2012 quando Francesca, ha subito il trapianto di midollo osseo con un intervento durato sei ore: la sua salvezza.«Sono state sei ore di emozioni indescrivibili in cui il senso di vittoria lo sentivo sempre più vicino» ha spiegato.
Tornare a scuola era stata la prima conquista
La prima conquista è stato ritornare sui banchi di scuola, per prendersi la maturità al Parini di Seregno, ancora debilitata, con le mani che faticavano a reggere una penna per i farmaci antirigetto per il midollo, come ci aveva raccontato.
Sono passati dieci anni e l’autrice di «Nata due volte» si è ripresa con le unghie e la grinta ogni attimo di vita: si è laureata, lavora e sta prendendo casa. Il suo è ancora una volta un messaggio di coraggio e di forza per chi sta lottando contro una malattia.
«Se mi guardo indietro vedo tutto quello che mi ha tolto il cancro, ma quanto amore e coraggio mi hanno dato tutte le persone che avevo attorno: la famiglia, gli amici, i medici, gli infermieri, i volontari, gli insegnanti del Parini in ospedale e anche tutte le persone che disinfettavano la stanza perchè rimanesse sterile – ha detto Francesca – Ma molto dipende da te: dalla tua forza, dal tuo pensiero positivo, dal vedere il domani».
L’importanza del dono e di donarsi
Se non ci fosse stato quel grande gesto d’amore di una donatrice, Francesca non sarebbe qui a portare la sua testimonianza.
«Donare può aiutare a salvare una vita e il dono è un gesto che può arricchire tutti – ha detto – Ci sono molti modi per donarsi: con il tempo, il denaro, con il sangue, con il midollo. Anch’io cerco di dare quello che posso. Non è facile raccontarsi e mettersi a nudo ma può essere d’aiuto a chi si sente solo nella malattia e infondergli coraggio. Quando mi sono ammalata io i social non c’erano ed è importante confrontarsi con qualcuno. Ci vuole tanto amore per sconfiggere questa malattia e l’invito che rivolgo è quello di donare». In questo secondo compleanno l’auspicio di Francesca è che ci sia una seconda possibilità anche per gli altri.