Storia di speranza

La rivincita di Laura contro l'endometriosi

La monzese 32enne è diventata mamma, oggi sta meglio e vuole aiutare altre donne malate

La rivincita di Laura contro l'endometriosi
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Laura è tante cose: un’insegnante di yoga, un’aspirante maestra, una mamma e una donna che vuole aiutare altre donne, ma di certo non è l’endometriosi.
Questo «Io non sono l’endometriosi» (diventato anche il nome del suo profilo Instagram) è il mantra che ha portato Laura Presicci, 32 anni, a fondare l’associazione «Donne lunatiche» e dopo aver imparato a tenere sotto controllo la malattia a decidere di organizzare qualcosa per sostenere le altre persone che convivono con una patologia che oggi colpisce il 10-15% delle donne in età riproduttiva, spesso con forme altamente invalidanti.

La rivincita di Laura sull'endometriosi

La storia della monzese, che ha voluto raccontare nel mese in cui si sensibilizza sull’endometriosi è in primo luogo di speranza. Perché Laura alla fine è riuscita a ritrovare il benessere e contro ogni aspettativa ha coronato anche il sogno di diventare mamma di una bellissima bambina, Sophie, che oggi ha 10 mesi.
Nel mezzo si è licenziata da un lavoro alienante e stressante nel marketing, ha seguito la sua strada (anche se significava lasciare la sua laurea in un cassetto e ricominciare daccapo), ha cambiato il suo stile di vita e anche il regime alimentare ed è riuscita a stare bene.

La scoperta della malattia

«La cura mi ha portato ad avere assenza di dolore, quando fino a qualche anno fa convivevo con  la sofferenza, quando avevo il ciclo mestruale mi capitava di finire in pronto soccorso, non bastavano cinque analgesici e dovevano trattarmi con le flebo - ha raccontato - Purtroppo l’endometriosi comporta effetti collaterali diversi da donna a donna, come colon irritabile, gonfiore, perdita di capelli, stanchezza cronica, problemi alla vesciva o alle ovaie e perfino ai polmoni, oltre al dolore fortissimo durante il ciclo ed è difficile convivere con tutto questo».
Oggi Laura ascolta le storie di altre ragazze che magari hanno appena scoperto la malattia, come capitò a una lei appena ventenne. «Le diagnosi spesso tardano ad arrivare, nel mio caso mi operarono d’urgenza per una ciste di 10 centimetri e così scoprirono la mia endometriosi. Oggi la tecnologia è migliorata, ma ci sono ancora donne che stanno male per anni prima di scoprire perché e c’è ancora poca informazione anche tra i medici che non siano ovviamente ginecologi - spiega ancora Laura - Una cura non c’è, la pillola è un palliativo e anche le gravidanze possono essere difficili, con l’aggiunta di una sofferenza emotiva al dolore fisico cronico».

La ripresa e la maternità

La svolta per Laura è arrivata con la medicina omeopatica e la riduzione dello stress, su consiglio di una vicina di casa. «Ho iniziato a “disintossicare” il mio corpo dai troppi farmaci che prendevo per il dolore, ho provato l’agopuntura, la moxa (una pratica che crea calore con un sigaro di artemisia) e la coppettazione, molto utilizzata anche dagli atleti e ho visto i primi risultati».
Laura inizia a stare meglio, si avvicina allo sport (e allo yoga in particolare) e nel giro di qualche anno dalla pratica giornaliera arriva  a diventare lei stessa insegnante. «Anche l’alimentazione ha svolto un ruolo importante nel mio caso - continua la monzese - Ho iniziato a mangiare sano, sulla base della cucina naturale, evitando i prodotti di origine animale, mangiando tanti legumi, cereali, rifacendomi a una dieta mediterranea e non all’eccesso di carne che c’è oggi a tavola. Senza contare che togliere lo zucchero è essenziale per chi soffre di endometriosi».

L’associazione Donne lunatiche


Quando Laura ha iniziato a stare bene, immediato è stato il pensiero di aiutare chi stava combattendo la sua stessa battaglia. «Attraverso lo yoga voglio arrivare alle ragazze giovani. Le ascolto sfogarsi, molte pensano al suicidio, il dolore è forte e reale, ma  non vengono capite. E’ brutto non avere una diagnosi o per anni sentirsi dire di essere esagerate e al tempo stesso sapere che non c’è una vera cura, se non operazioni chirurgiche invasive e spesso nemmeno risolutive. Nel mio caso ho seguito un percorso psicologico e penso che non bisogni vergognarsene perché è fondamentale». Laura ne esce con la consapevolezza di non «volersi sentire malata per sempre», nè di volersi identificare con la patologia. «Da qui l’idea del mio profilo Instagram “Io non solo l’endometriosi” in cui palo della mia esperienza e di quello che ha fatto stare meglio me, anche se per ognuna il percorso può essere diverso».

Il ritiro per le donne

Con l’associazione «Donne Lunatiche» e la collaborazione di due professioniste monzesi, Bianca Guarino, medico chirurgo omeopata unicista e agopuntore e Laura Castoldi, operatore olistico a indirizzo nutrizionale, fondatrice del progetto «I Buoni Sani», Presicci propone «i raduni femminili», come quello che si terrà il 23 giugno all’albergo della salute Borgo Zen.
«Dieci giorni di  Yoga, Omeopatia e Alimentazione specifica per cercare di alleviare i dolori e i sintomi della malattia. Non prometto una guarigione, una gravidanza o chissà cosa, ma un punto di partenza da cui poter rinascere piano piano per riprendere in mano la propria vita - ha spiegato - Siamo tutte diverse, ci sono patologie legate anche a livelli psicosomatici, è importante che le donne abbiano spazi di confronto, passeggiate e meditazione per uscire dallo stress e prendersi cura di loro stesse». Per saperne di più www.donnelunatiche.it.

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