Dall’anno scolastico 2026-2027 la scuola dell’Infanzia San Giuseppe a Desio, ospitata nella storica sede di via Conciliazione, chiuderà i battenti: l’immobile non è più idoneo ad ospitare questo tipo di attività. Questa la spiegazione arrivata dalla parrocchia ai genitori, che non l’hanno presa per niente bene. Anche perché la comunicazione è arrivata settimana scorsa, ad anno appena iniziato.
La scuola dell’infanzia San Giuseppe chiude i battenti a fine giugno 2026
La decisione era già stata ventilata nei mesi scorsi, di fronte ai debiti di circa 700mila euro, e la necessità di coprire le ingenti spese per tutti gli immobili di proprietà della comunità Santa Teresa di Gesù Bambino. Prima di decidere ci sono state riflessioni e incontri, con il coinvolgimento del Consiglio pastorale e Affari economici. La scelta di chiudere è stata comunicata alle famiglie nella riunione di giovedì 11 settembre, al termine «di un lungo, complesso, condiviso e anche sofferto» percorso avviato dalla Comunità pastorale desiana insieme alla direzione della scuola:
«Questa scelta non è stata fatta assolutamente a cuor leggero – afferma monsignor Mauro Barlassina, responsabile della Comunità pastorale cittadina – Non è tuttavia corretto parlare di chiusura, di abbassamento delle saracinesche. Non è così, perché in realtà si tratta di un processo di razionalizzazione inevitabile e necessario per garantire una sempre più efficace e autentica azione educativa nei confronti dei più piccoli, che la comunità cristiana intende confermare e anzi rafforzare».
Un punto di vista che il prevosto ha provato a spiegare ai genitori, particolarmente dispiaciuti per il destino della storica scuola dell’infanzia, che ha visto passare generazioni di desiani.
I motivi della decisione
A spingere in questa direzione da una parte «la necessità di una radicale e assai costosa ristrutturazione dell’immobile (soggetto, peraltro, alla supervisione della Sovrintendenza alle Belle Arti per la propria valenza storica)», dall’altra la presa di coscienza « del netto calo delle nascite che interessa anche Desio, con la conseguente esigenza di un generale ripensamento della presenza della comunità cristiana nell’ambito educativo».
Monsignor Barlassina ha così promosso e avviato, con i responsabili delle strutture educative attive in città, un processo per mettere maggiormente in rete le scuole dell’infanzia parrocchiali e quelle paritarie cittadine, che comprendono la scuola dell’infanzia San Giorgio di via Sant’Apollinare, la Umberto I di via Sciesa, l’Opera Pia Sacro Cuore di Gesù di via Don Minzoni e la Santa Teresa nell’Istituto Paola di Rosa di via San Pietro. Una revisione delle strutture di proprietà della parrocchia, in linea con il recente Bilancio di Missione della Chiesa di Milano, con i responsabili diocesani a sottolineare che le scuole dell’infanzia cattoliche rappresentano «una presenza consistente, disseminata geograficamente, che offre un servizio a moltissimi cittadini» e che, come tale, va salvaguardata e potenziata: «Vogliamo rafforzare l’identità delle scuole cattoliche – aggiunge monsignor Barlassina – facendole lavorare insieme, aumentando il legame con le comunità parrocchiali e con la città tutta, nella logica della sussidiarietà».
Durante l’incontro, alle famiglie è stato proposto un percorso di inserimento nelle altre strutture cittadine, lasciando la massima libertà di scelta. Sono state date rassicurazioni ai genitori, ma anche chi opera nella struttura. A questo proposito sono in fase di definizione delle soluzioni di ricollocazione.
L’edificio va adeguato e ristrutturato
Per quel che riguarda l’edificio di via Conciliazione, è necessario un radicale intervento di adeguamento e ristrutturazione. Inoltre, quello che era l’ex oratorio femminile si trova accanto alla vasta area del Centro parrocchiale, a sua volta oggetto di una possibile alienazione: «Oggi siamo di fronte a scelte gravose, ma necessarie – chiarisce don Mauro – Ci sono alcuni edifici che richiedono molteplici interventi di messa a norma e di adeguamento con costi che al momento risultano insostenibili per la Comunità pastorale, nonostante la sempre significativa generosità da parte dei fedeli, che, peraltro, ha permesso negli anni recenti il restauro della cupola della Basilica. Si tratta spesso di edifici pensati in epoche che presentavano diverse necessità pastorali. Da qui è nata una profonda riflessione che ha interessato il Consiglio pastorale e il Consiglio economico e che ha condotto alla decisione che oggi intendiamo condividere con tutta la cittadinanza».
L’attuale sede dell’asilo – opportunamente e radicalmente ristrutturata – dovrebbe diventare, entro il 2028, uno spazio polivalente e fruibile per attività pastorali e culturali: sala conferenze, centro di ascolto cittadino, aule per gruppi e associazioni, impianti e strutture moderne, con la valorizzazione degli spazi esterni, quelli caratterizzati dalla grotta dedicata alla Madonna.
Il sindaco ha chiesto un tavolo di confronto
Il sindaco, Carlo Moscatelli, è intervenuto in merito alla scelta: «Anche noi abbiamo appreso la decisione della comunità pastorale di interrompere dal prossimo anno scolastico l’attività dell’asilo San Giuseppe, uno degli esempi di formazione e carità cristiana più longevi presenti sul nostro territorio. Il Comune, seppur non direttamente coinvolto in questa decisione, ha chiesto al prevosto un tavolo di confronto per ascoltare e approfondire le reali motivazioni per cui la Comunità pastorale sarebbe in sofferenza a proseguire con questa esperienza: ci saremo al fianco delle famiglie per tutelare la continuità formativa dei bambini e i percorsi lavorativi degli educatori. A breve sarà calendarizzato questo percorso di confronto».
Costi troppo elevati, sarà alienato il Centro parrocchiale
Un progetto che è direttamente legato all’alienazione del Centro parrocchiale. Costruito nella seconda metà del secolo scorso e pensato come casa di tante attività della Parrocchia dei Santi Siro e Materno, da alcuni anni presenta il conto di costi di gestione che la comunità non può più sostenere e di spazi che, stando alle valutazioni avviate dallo stesso prevosto, don Mauro Barlassina con il Consiglio pastorale, appaiono sovrastimati rispetto alle necessità, tenuto conto anche delle numerose strutture delle altre parrocchie cittadine. Un impegno particolarmente gravoso, che ha avviato una razionalizzazione degli spazi, che potrebbe interessare anche gli oratori.
Rispetto al futuro del Centro parrocchiale, il prevosto ha precisato:
«Stiamo avviando un’interlocuzione con l’Amministrazione comunale, perché riteniamo che questa vasta area centrale possa diventare l’embrione di un nuovo disegno del centro cittadino – afferma – Mi piace anche un po’ sognare un centro città che rinasce proprio anche a partire dal ripensamento di strutture da sempre legate alla comunità cristiana. La Basilica al centro; al suo fianco, da una parte il nuovo volto della casa natale di Papa Ratti, oggetto di un avviato intervento di riqualificazione in collaborazione tra la Fondazione Casa Natale Pio XI ed Equa Cooperativa Sociale, e dall’altra il nuovo spazio polivalente pastorale nell’attuale asilo San Giuseppe e le strutture che saranno realizzate dove oggi sorge Il Centro, anche se è ancora prematuro definire cosa potrà ospitare questa area. Dobbiamo avere coraggio, audacia e creatività: l’ho detto anche alcuni mesi fa, a inizio anno, quando ho voluto dare in qualche modo una scossa salutare alla città, invitando tutti ad avere una visione di insieme e richiamando l’urgenza di non lasciare a un destino di abbandono la nostra bella città. Bene, io credo che anche questa possa essere l’occasione per una rinascita, per un rilancio autentico. La comunità cristiana vuole fare la propria parte, anche attraverso un difficile e coraggioso percorso di ripensamento, fatto camminando uniti, in una comunione di intenti e di fraternità».
La rabbia delle famiglie
Una notizia che per tante famiglie è stata inaspettata, una vera e propria doccia gelata. Delusione, rabbia, forte dispiacere: queste le reazioni all’annuncio della chiusura dello storico asilo, un punto di riferimento per tante generazioni di desiani. Molti non hanno condiviso i tempi della comunicazione, soprattutto chi sta iniziando l’inserimento ora e il prossimo anno dovrà scegliere una nuova scuola dell’infanzia. Di seguito alcuni dei pensieri espressi dai genitori e la loro gratitudine per l’esperienza di crescita dei loro figli.
«Non vi ringrazieremo mai abbastanza – scrive una mamma – per quello che avete fatto per i nostri figli. Per noi questa scuola è stata come una seconda casa: mia figlia oggi è in quarta elementare, ha vissuto qui quattro anni indimenticabili; il fratellino più piccolo sta concludendo proprio adesso il suo percorso e anche per lui ogni giorno al San Giuseppe è un giorno di felicità. I nostri bambini sono sempre entrati con il sorriso e tornati con un sorriso ancora più grande. Sempre ascoltati, accolti e coccolati ma soprattutto sempre sereni e felici. Questo per noi genitori non ha eguali. Abbiamo riposto nel personale sempre la massima fiducia ed è stata sempre pienamente ripagata da tutte le cure e le attenzioni avute con i bambini. E’ questo che abbiamo trovato al San Giuseppe: persone Speciali, che anche in mezzo a mille difficoltà continuano a regalare gioia e sorrisi ai bambini. Si potranno cercare altre scuole ma mai nessuna sarà come la nostra San Giuseppe. Porteremo per sempre nel cuore questi anni speciali. Grazie di tutto»
«In questa scuola la diversità è ricchezza»
«Ho conosciuto il San Giuseppe in un momento difficile della mia vita. Mia figlia, una bimba estremamente fragile, aveva bisogno di un posto dove fiorire e crescere, ma allo stesso tempo essere protetta. Ho visitato diverse scuole e la sensazione che avevo era che non ci fosse posto per una bambina così fragile, tanto nel corpo quanto nell’emotività. Quando ho assistito all’open day del San Giuseppe sono uscita con le lacrime agli occhi: avevo finalmente trovato chi l’avrebbe compresa, sostenuta, aiutata. Le prime parole che ho sentito sono state “in questa scuola la diversità è ricchezza”. Avevo finalmente trovato un luogo dove la mia piccola avrebbe avuto voce. La passione di Sara e dello staff educativo, l’amore delle ausiliarie, della cuoca, il progetto educativo che porta il bambino al centro di tutto, mi hanno conquistata. Dal primo giorno tutti vedevano la mia bambina. Non le sue difficoltà, non la sua diagnosi, ma lei, i suoi punti di forza, la sua ricchezza, le sue possibilità. E da allora il San Giuseppe è diventato casa. La mia bimba è sbocciata. Determinata, sicura di sé, solare, sorridente. La notizia della chiusura è arrivata come un fulmine a ciel sereno. E, nonostante noi genitori comprendiamo che ci sono cose più grosse contro cui non possiamo combattere, ancora abbiamo un piccolo barlume di speranza che il San Giuseppe si possa salvare. Un’eccellenza dell’educativa desiana, che ha solo bisogno di un posto nuovo dove ricollocarsi. Per poter ancora far fiorire tanti nuovi bambini. Grazie».
«La chiusura è una grande perdita»
«Il San Giuseppe non è stata solo una scuola: è stata una seconda casa, un luogo accogliente e pieno di amore, dove mia figlia è cresciuta, ha imparato, è maturata e, soprattutto, è stata amata per ciò che è. La chiusura della scuola San Giuseppe è una grande perdita, ma ciò che ci lascia in eredità – i ricordi, i sorrisi, l’affetto sincero – resterà per sempre nei nostri cuori. Con infinita riconoscenza»
«Qui abbiamo trovato tanta dolcezza, disponibilità ed empatia»
«La scuola San Giuseppe è stata, è, e sarà sempre la nostra seconda casa… un posto dove per 7 anni i miei figli hanno vissuto delle esperienze meravigliose sia a livello pedagogico, attraverso dei progetti ricchi di attività innovative, che a livello emotivo, grazie all’infinita disponibilità, dolcezza ed empatia da parte di tutte le figure che operano al suo interno. La notizia della sua chiusura definitiva ci addolora immensamente e fa tanta rabbia che nessuna istituzione possa fare qualcosa per impedire tutto questo».
«Noi tutti genitori speriamo che qualcosa possa cambiare»
«La notizia ci ha spiazzati, ammutoliti e questo è l’unico modo che ci rimane per far sentire la nostra voce. Pensare che da domani i Nostri “Piccoli” debbano interrompere il loro percorso di crescita per essere spostati un altro ambiente, sicuramente altrettanto bello ma certamente meno familiare, ci distrugge. Il San Giuseppe è FAMIGLIA. Noi tutti genitori speriamo ovviamente che qualcosa possa cambiare quantomeno per concedere ai Nostri figli di concludere il percorso iniziato. Grazie».