La storia

La sindrome non ferma Flavio e il suo sogno da chef

Una delle tante testimonianze di inclusione possibili grazie all'impegno di Capirsi Down

La sindrome non ferma Flavio e il suo sogno da chef
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Niente può fermare un sogno grande come quello di Flavio, che ha un cromosoma in più, studia all'alberghiero Olivetti di Monza e sogna di fare lo chef. Grazie all'opportunità offerta dal noto ristoratore Vincenzo Butticè e all'impegno di Capirsi Down, il suo desiderio si sta avverando.

L'esperienza di stage con lo chef

Quando lo vede, gli occhi gli si illuminano. «Butti!», il saluto che Flavio Foffa rivolge (correndolo ad abbracciare) a Vincenzo Butticè, il celebre chef del ristorante Il Moro di Monza, che lo ha accolto nella sua cucina per l’alternanza scuola-lavoro.

Un’esperienza che per il 20enne, specializzato in Pasticceria e prossimo alla maturità all’Olivetti (dove si sta trovando benissimo e dove sta «sperimentando» diverse discipline), ha significato tantissimo. Ma che ha cambiato profondamente anche lo chef stesso e l’intera sua squadra. «La mia specialità? Le creme!», ha spiegato Flavio facendo commuovere la mamma, Emanuela Di Nonno, che per quel suo figlio straordinario ha sempre lottato.
«La capacità di Flavio di mettersi in gioco è incredibile - ha affermato Di Nonno - E’ una persona molto curiosa, che impara in fretta».

La storia di Flavio

Studente dell’istituto alberghiero di via Lecco (ma anche frequentatore dell’associazione Capirsi Down e di Facciavista, nuotatore della Silvia Tremolada, nonché giocatore di golf presso Golf per la Vita e violinista al liceo Appiani), ha deciso di specializzarsi nell’ambito della pasticceria. Ed è proprio all’Olivetti che ha incontrato Butticè, in quanto suo docente.
«L’ordinamento scolastico prevede che, a partire dalla terza, gli studenti partecipino a percorsi di alternanza scuola lavoro - ha proseguito Di Nonno - Purtroppo non nascondo che ci siamo trovati di fronte a non poche porte chiuse. Si parla tanto di inclusione, ma si deve ancora fare molto in tal senso. Per questo devo ringraziare il ristorante Villa Reale di via Manara e Butticè, che invece hanno accolto Flavio». Nel ristorante di via Parravicini, Flavio ha incontrato quella che in tutto e per tutto è diventata la sua seconda famiglia. «Lo scorso anno, il giorno in cui cominciò il periodo di alternanza gli chiesi come si fosse trovato. Lui mi rispose “Mamma, sono stati tutti buoni con me” - ha ricordato Di Nonno commuovendosi - Sono state parole che mi hanno riempito di gioia». Ma l’esperienza effettuata nella cucina de Il Moro è servita anche a livello pratico. «

Pronto a spiegare le ali

Flavio ha imparato molto anche sulle modalità con cui si gestisce la cucina - ha sottolineato - Osservava quello che facevano gli altri membri dello staff, come ad esempio occuparsi delle stoviglie, e lo replicava poi a casa».

Ora per Flavio la prossima sfida è quella della maturità. «Si sta esercitando molto per la seconda prova, quella pratica - ha detto sorridendo la mamma - Ormai siamo invasi dalle crostate, dolce che gli riesce particolarmente bene». «Soprattutto la crostata con la marmellata ai frutti di bosco che piace a papà», ha precisato Flavio. «Da Flavio ho imparato moltissimo - ha spiegato lo chef Butticè - Sia quando è stato mio allievo, sia quando ha lavorato in cucina con me e la mia brigata. E’ un ragazzo che non si pone limiti, che va oltre la sua zona di comfort e per tutti noi è diventato un modello da seguire. In pratica è stato il nostro mental coach, una persona che ci ha arricchiti enormemente».

L'impegno di Capirsi Down

Quella di Flavio è solo una delle molte storie di inclusione rese possibili anche grazie all'impegno dell'associazione di Monza Capirsi Down. Metalmeccanici, magazzinieri, commesse, pasticcieri e molto altro ancora. Le testimonianze straordinarie delle ragazze e dei ragazzi dell’associazione parlano di tante storie diverse, di tanti sogni diversi che si stanno avverando. Come quello di Flavio.

«Ormai da qualche tempo le grandi aziende portano avanti iniziative volte a creare e consolidare la cultura dell’inclusione - ha spiegato Cristina Milanesi, presidente dell’associazione Capirsi Down, realtà presente sul territorio dal ‘97 che si propone di aiutare il processo di crescita della persona, lavorando per riuscire a migliorarne l’autonomia e soprattutto l’inclusione - Ciò sta dando i suoi frutti. Degli adulti che fanno parte della nostra associazione, quasi tutti lavorano: c’è chi sta facendo tirocini, chi esperienze di lavoro socializzante, chi ha già in mano un contratto a tempo determinato o indeterminato».

Per contribuire ai percorsi di autonomia dell’Associazione Capirsi Down, una donazione è importante. Per destinare il proprio 5 per mille basta inserire nella dichiarazione dei redditi il Codice Fiscale 9456800015

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