La vicenda

La storia della famiglia che "dorme" sotto al portico del municipio

La famiglia bernareggese, grazie ad una gara di solidarietà di alcuni cittadini, ha trovato al momento un alloggio temporaneo

La storia della famiglia che "dorme" sotto al portico del municipio
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Una gara di solidarietà ha permesso loro di non dormire più per strada, dopo una settimana passata di notte sotto il porticato del municipio di Bernareggio al freddo e al gelo senza alcun riparo.

La storia della famiglia che "dorme" sotto al portico del municipio

Nel giro di pochi giorni infatti diverse persone del territorio hanno promosso una raccolta fondi, permettendo a Filippo Clemente, la sua compagna Ida Parma e la figlia Sabrina De Caro di trovare un riparo temporaneo in una pensione di Carnate. Ma per raccontare al meglio la vicenda di questa famiglia è bene riavvolgere il nastro a qualche mese fa, quando l’unica fonte di reddito del nucleo famigliare è venuta meno.

Filippo Clemente Bernareggio dormiva sotto al portico del municipio
Filippo Clemente

«Purtroppo sono rimasto senza lavoro e quindi non siamo più riusciti a pagare l’affitto della casa in cui vivevamo - spiega Clemente - A giugno ci hanno così dato lo sfratto, ma fortunatamente il proprietario di casa ci ha concesso di poter rimanere a dormire dentro il box. Da sabato scorso, però, insieme alla mia compagna e a sua figlia, abbiamo dovuto lasciare il box e siamo rimasti in strada a dormire e siamo rimasti sotto al porticato del municipio».

La notizia in paese e nella zona si è sparsa ben presto, grazie anche alla cassa di risonanza dei social network e in molti si sono mobilitati per cercare di dare una mano a questa famiglia portando coperte, fornendo del cibo e, per l’appunto, raccogliendo soldi per pagare un alloggio temporaneo, evitando che la famiglia passasse così altre notti all’addiaccio:

«Per lavarci andavamo nei bagni del cimitero, la notte però faceva freddo. Uno dei giorni scorsi è arrivata anche l’ambulanza e hanno portata la mia compagna all’ospedale di Merate perché stava male», continua Clemente.

Per quanto riguarda la parte legata al lavoro invece, tramite la rete di OffertaSociale, a partire dal mese di dicembre Clemente dovrebbe iniziare un tirocinio propedeutico all’inserimento lavorativo all’interno di un’isola ecologica dell’area della Martesana. Quella che permane però al momento è l’emergenza abitativa.

«Abbiamo partecipato al bando per la richiesta delle case comunali - conclude Clemente - Il responso arriverà nelle prossime settimane, perciò incrociamo le dita».

Le parole della politica

Sulla vicenda è intervenuto anche il gruppo di opposizione «Progetto Bernareggio» con la capogruppo Cinzia Longhi:

«Non vogliamo entrare nel merito della vicenda, sappiamo che quando si tratta di questo tipo di situazioni è sempre molto complicato trovare soluzioni, però troviamo incredibile come dei privati nel giro di poche ore siano riusciti in quello in cui i Servizi Sociali hanno fallito da diversi mesi».

Infine ha parlato la vicesindaca e assessora ai Servizi Sociali, Jamila Abouri:

«La situazione di questo nucleo famigliare è nota da tempo ai nostri Servizi Sociali che, in generale, hanno sempre lavorato con tutti coloro che si sono rivolti al Comune per chiedere assistenza per quanto in loro diritto. Come Amministrazione, inoltre, non abbiamo mai negato risorse per l'avvio di progettualità di senso che aiutassero i nostri concittadini a recuperare autonomia e serenità nel medio e lungo periodo. Chiarisco anche che gli alloggi del patrimonio pubblico non sono assegnabili a discrezione dell'Amministrazione, ma rientrano nel sistema dei Servizi Abitativi Pubblici normato da requisiti e scale di priorità nonché tempistiche di assegnazione, incompatibili con l’emergenza abitativa. Stiamo quindi facendo il possibile affinché le persone coinvolte in questa situazione possano trovare presto una ritrovata serenità. A conclusione però esprimo il mio rammarico rispetto alle basse strumentalizzazioni politiche messe in atto nelle ultime ore: non fanno altro avvelenare il clima sfruttando i bisogni, le difficoltà e le sensibilità dei diretti interessati».

Il lieto fine

La situazione si è fortunatamente risolta per il meglio nella giornata di ieri, martedì 19 novembre, quando la famiglia è stata convocata in municipio. Nel corso del colloquio con gli assistenti sociali è stata infatti trovata una soluzione per evitare che, terminati i giorni di pernottamento nella pensione pagata dai cittadini, i tre bernareggesi tornassero a dormire al freddo e al gelo.

Commenti
Paola Barzaghi

Se la figlia è minorenne nessun giudice avrebbe validato lo sfratto, si doveva ricorrere al tribunale. Purtroppo di frequente queste procedure, non so perchè non vengono fatte. oltre tutto se l'unico reddito viene mancare, non è che non ha pagato l'affitto per negligenza.

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