La storia

La storia di Nicola in tv, rinato dopo il doppio tumore di cuore e fegato

Il 35enne di Mezzago ha raccontato l'intervento ospite della trasmissione "Che tempo che fa" di Fabio Fazio

La storia di Nicola in tv, rinato dopo il doppio tumore di cuore e fegato
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Una rinascita dal cuore al fegato, è questa l’incredibile storia di Nicola, primo caso in Italia di doppio trapianto combinato. Di fronte alla malattia, ci sono due modi per reagire: arrendersi o combattere. Nicola Malara ha scelto la seconda strada, e lo ha fatto con un coraggio, una determinazione e una gratitudine che oggi possono commuovere e ispirare. La sua è la storia di una rinascita, come ha raccontato lui stesso, ospite da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto a  «Che Tempo Che Fa».

La storia di Nicola in tv, rinato dopo il doppio tumore di cuore e fegato

Malara ha 35 anni, è originario della Calabria ma da più di dieci anni vive a Mezzago. E’ un magazziniere, ma la sua vera forza non sta nei muscoli: sta nel cuore, nella mente e in una capacità rara di affrontare la sofferenza con lucidità, speranza e rispetto per la vita. Affetto da cardiopatia restrittiva fin da bambino, a soli 9 anni ha subito il suo primo intervento. Da lì è iniziata una lunga convivenza con la malattia, gestita con attenzione e coraggio. Ma con il passare degli anni, il suo corpo ha iniziato a presentare il conto: si sono manifestati gravi problemi al fegato e nel 2018 è arrivata la diagnosi che ha cambiato tutto: cirrosi epatica.

«Da lì sono cominciati i veri problemi - ha raccontato Nicola - Perché il fegato malato ha iniziato a influenzare anche il cuore, e gli scompensi sono diventati sempre più evidenti».

La situazione è precipitata nel settembre 2023, quando i medici gli hanno detto, con la freddezza necessaria ma con la responsabilità del caso, che era giunto il momento di affrontare un trapianto. Non uno, ma due: cuore e fegato. Un’operazione così complessa da non avere precedenti in Italia. È iniziato così il viaggio di Nicola verso la speranza. Le visite a Torino, i colloqui con i medici dell’ospedale Molinette, la burocrazia per entrare nella lista d’attesa.

«All’inizio i medici erano molto titubanti - ha ricordato - Perché un doppio trapianto di questo tipo non era mai stato fatto in Italia su un paziente italiano. Era la prima volta. Ma io ero deciso. Non avevo alternative».

Il ricovero e la notizia del trapianto

Nicola Malara di Mezzago trapianto cuore e fegato a Che tempo che fa
Il 35enne Nicola Malara di Mezzago,
ha subito un doppio trapianto di cuore
e fegato, raccontando la sua storia
in tv a Che tempo che fa

Nel febbraio 2024 è arriva la svolta: Nicola è entrato ufficialmente in lista. Si è trasferito a Torino per essere più vicino all’ospedale, in attesa della chiamata che avrebbe potuto cambiare la sua vita:

«A novembre sono stato ricoverato per alcune complicanze, ma è stato proprio durante quel ricovero che è arrivata la notizia: c’era un donatore compatibile. Il trapianto si sarebbe fatto».

L’operazione, un intervento combinato di trapianto cuore-fegato, dura molte ore. Le complicanze non sono mancano, ma la professionalità del team medico e la forza di Nicola hanno fatto la differenza. Dopo giorni difficili e tanta fisioterapia, il suo nuovo cuore ha cominciato a battere con regolarità e il fegato a funzionare correttamente.

«E’ stata come una rinascita - ha dichiarato oggi con emozione - Come se mi avessero dato una seconda vita». Nei mesi passati all’ospedale, Nicola ha stretto un rapporto speciale con tutto il personale sanitario. «Ci siamo affezionati gli uni agli altri. In un ambiente così, fatto di notti lunghe, incertezze e speranza, si crea un legame che va oltre la medicina. Sono diventati come una seconda famiglia».

A confermare la portata straordinaria della sua storia è stato anche il dottor Mauro Romagnoli, primario del reparto trapianti delle Molinette, che qualche tempo prima aveva partecipato alla trasmissione televisiva «Che Tempo Che Fa» per parlare proprio dell’importanza della donazione degli organi. Dopo l’operazione, è stato lo stesso dottor Romagnoli a invitare Nicola in trasmissione per condividere la sua esperienza: la testimonianza di un uomo che oggi è vivo grazie alla scienza, all’equipe medica, ma soprattutto alla generosità di un donatore.

«L’11 aprile si è celebrata la Giornata Nazionale per la donazione degli organi - ha ricordato Malara - Ed è importante che passi un messaggio: donare è un gesto semplicissimo che può salvare vite».

Oggi Nicola è tornato a casa. Continua la fisioterapia e sta riprendendo in mano la sua vita. Cammina, sorride, guarda avanti. Ma non dimentica:

«Voglio dire grazie al mio donatore, ovunque sia. Grazie a lui, oggi respiro, cammino, vivo. Ogni giorno mi sveglio e so che la mia esistenza è stata possibile grazie a qualcuno che ha scelto di donare».

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