La «Taverna degli Artisti» aprirà... in oratorio: "Dopo il Covid lotto per tenere viva l’attività"
Lo storico ristorante di Costa Lambro affronta la sfida del post-pandemia con una novità.

Non la chiama «ripartenza» perché non si è mai arreso. Piuttosto è l’impegno quotidiano a mandare avanti un’attività rilevata quattordici anni fa tra sfide e sacrifici in un settore che ha pagato, non poco, lo stop imposto dalla pandemia.
A dirlo è Andrea Sanarica, dal 2008 titolare de «La Taverna degli artisti», trattoria storica di via Stanga Busca a Costa Lambro a due passi dalla chiesa parrocchiale, ricavata nel suggestivo fienile e nella mangiatoia di una villa dei Borromeo del 1700.
Da fine febbraio 2020, una settimana prima che in Italia scattasse il lockdown per l’emergenza Covid, il ristorante è sul mercato al prezzo di 198 mila euro: «Ma non è affatto un segnale di resa il mio: non chiudo affatto», ci tiene a ribadire.
La «Taverna degli Artisti» aprirà... in oratorio: "Dopo il Covid lotto per tenere viva l’attività"
Anzi, con l’arrivo dell’estate Sanarica ha chiesto e ottenuto dalla parrocchia l’utilizzo gratuito del cortile interno dell’oratorio della frazione, di fronte all’ingresso del locale, dove a giorni allestirà un curatissimo dehor con una trentina coperti per deliziare durante la bella stagione il palato dei clienti con grigliate speciali proponendo tagli speciali di ribs iberiche di suino Patanegra e costate Tomahawk oltre ad aperitivi ricercati con Prosecco, degustazioni di affettati accompagnati da pecorino di Pienza e caprini di Montevecchia.
Alle «ripartenze» Sanarica, sposato e padre di tre figli, è abituato. Prima di diventare ristoratore lavorava alle dipendenze di una multinazionale come tecnico specializzato coltivando, nel tempo libero, una smisurata passione per la cucina. Così nel 2008 quando si presentò l’occasione di rilevare un ristorante tutto suo, non ci pensò un attimo: «Rimasi folgorato dal posto incantevole e dai locali che ospitano la Taverna degli artisti e decisi di buttarmi in questa nuova avventura», racconta.
Momenti in salita, ma anche tante soddisfazioni. Poi il lockdown
Ci sono stati momenti in salita, ma anche tante soddisfazioni insieme all’apprezzamento di clienti che sono diventati storici. Fino al lockdown: cinque mesi di apertura nell’arco di un anno solare tra marzo 2020 e marzo 2021, con ristori che tardavano ad arrivare, tasse e, per chi non è proprietario, affitti da pagare, personale da rimaneggiare e incassi drasticamente ridotti... Un destino comune il suo come per tanti ristoratori in Brianza e in tutta Italia fra quanti sono riusciti a resistere...
«E’ stata durissima - racconta - Ci sono state sere anche dopo l’apertura dove non si vedeva nessuno... Anche con l’asporto non è andata meglio. Nonostante tutto, siamo qui, sono qui a lottare per difendere la mia attività in cui credo e in cui ho speso anni di sudore e sacrifici».
Le limitazioni legate all’emergenza Covid, con i distanziamenti e i controlli sui Green Pass degli avventori, non hanno di certo aiutato la riapertura della «Taverna degli artisti», che non dispone di spazi all’aperto per il servizio a tavola: «Dall’estate - ha concluso Sanarica - proviamo ad offrire anche un dehor davvero unico ai nostri clienti grazie alla disponibilità della parrocchia che ha concesso l’uso del cortile dell’oratorio davanti alla mia attività. Mi auguro possa essere l’occasione per tanti di riscoprire la nostra cucina raffinata con profonde radici nella tradizione».