Dedica

La Terapia intensiva intitolata a Giulio Ronzoni

La cerimonia all'ospedale Pio XI di Desio alla presenza del direttore Tirelli e della moglie Donata Saltafossi

La Terapia intensiva intitolata a Giulio Ronzoni
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Da oggi, martedì 6 dicembre,  la Terapia Intensiva dell’ospedale Pio XI di Desio è intitolata a Giulio Ronzoni, direttore della struttura per 15 anni, prima che una malattia lo strappasse alla sua famiglia, ai suoi collaboratori e al suo ospedale.

La Terapia intensiva dedicata al direttore

Alla presenza di Marco Trivelli, direttore generale di Asst Brianza, dell’attuale primario Luca Guatteri e della moglie di Ronzoni Donata Saltafossi  è stata affissa, presso l’area di accesso all’unità operativa, una targa che lo ricorda. “Un medico, un maestro, un amico” riporta e recita sobriamente.

Giulio Ronzoni s’era laureato in Medicina all’Università degli Studi di Milano, dove si era specializzato, successivamente, in Anestesia e Rianimazione. S’era formato alla “scuola” dei grandi anestesisti italiani, dei più celebrati e moderni intensivisti della Lombardia, “monumenti” della specialità che aveva scelto: Giorgio Damia, Luciano Gattinoni, Gaetano Iapichino.
Aveva cominciato a lavorare al Policlinico di Milano. Anni straordinari, prima come giovane medico, poi professionista via via apprezzato da tutti i suoi colleghi.

L'ulteriore impegno

In questo periodo Giulio Ronzoni dà il là anche al suo impegno nella ricerca e negli studi clinici e comincia a firmare diversi articoli scientifici, pubblicati sulle pagine delle principali riviste mediche internazionali. Gli anni del Policlinico gli fanno acquisire un’autorevolezza meritata e riconosciuta dai più. Nella seconda metà degli anni ’90 è anche responsabile dell’attività anestesiologica del centro trapianti di via Francesco Sforza.
Poi il concorso a Desio, nel 2000: primario di Anestesia e Rianimazione della struttura ospedaliera che sarebbe stata, in seguito, intitolata a Papa Pio XI. Lo aveva seguito, un gruppo di giovani specialisti che erano cresciuti, a loro volta, con lui. Allora l’Ospedale aveva una dotazione di oltre 300 posti letto e significativi volumi di attività.
Ha operato  a Desio per 15 anni, prima di ammalarsi: leader naturale, con grande capacità di ascolto e di comprensione dei problemi e con una strada maestra, come spiegava ai suoi: “prima i pazienti e le loro famiglie, poi la formazione dei giovani medici”.

Il viaggio quotidiano

Ronzoni arrivava ogni giorno in ospedale da Figino Serenza, nella Brianza canturina, dov’era nato nel 1956 e viveva. Qui aveva fatto scuole elementari e medie; poi si era iscritto all’ITIS “Magistri Cumacini” di Como e s’era diplomato perito meccanico.
Contemporaneamente – era il maggiore di 5 figli maschi di una famiglia operaia – era entrato in fabbrica, alla “Ferriera Acciaieria Orsenigo” di Figino, complesso siderurgico con grandi altiforni, richiamo di manodopera proveniente da tutta la Lombardia e anche oltre. Negli anni d’oro dava lavoro a 550 persone.
Poi, quella scelta di vita, forse inseguita da tempo: la decisione di iscriversi a Medicina, senza mai far venire meno – anche dopo, quando era diventato dottore e primario – le sue radici, il suo impegno sociale, il volontariato a fianco del mondo della disabilità.
Giulio Ronzoni si è ammalato nel 2015. Un tumore se lo è portato via dopo averci convissuto due anni, lasciando la moglie, Donata Saltafossi, medico anche lei (prima medico di famiglia e poi cardiologa al Pio XI) e due figli: Martina, oggi nutrizionista, e Alberto, studente di Economia alla LIUC Business School di Castellanza.

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