La testimonianza del Vigile del fuoco monzese nell’inferno del terremoto
Mario Scimone, in forze al Comando provinciale di via Mauri, ha fatto parte del contingente italiano in Turchia
I segni della devastazione sono apparsi sotto i suoi occhi non appena uscito dalla base militare di Adana, dove il contingente italiano è atterrato. Centinaia di chilometri quadrati di distruzione. Case crollate, macerie, sfollati. Vite, che in una manciata di secondi, hanno perso tutto. Genitori che non potranno riabbracciare i propri figli. Bambini che si chiedono dove si trovino la propria mamma e il proprio papà. Frammenti di esistenze che difficilmente potranno ricomporsi.
La testimonianza del Vigile del fuoco monzese
Immagini che Mario Scimone - unico Vigile del Fuoco del Comando Provinciale di Monza inviato in Turchia all’indomani del terremoto dalla terribile forza distruttiva che lunedì 6 febbraio ha colpito il paese - non dimenticherà.
"Un’apocalisse", ha commentato ripensando ai giorni trascorsi a coordinare le operazioni di soccorso nella zona di Antiochia, vicino al confine siriano.
"Mai visto una devastazione simile"
Quarant’anni appena compiuti, in forze al Comando di via Mauri dal 2009, Scimone - che fa parte del team Usar (Urban search and rescue) specializzato nella ricerca e nel soccorso tra le macerie - ha alle spalle interventi di soccorso a Genova, dopo il crollo del ponte Morandi, e a Bologna per l’esplosione dell’autocisterna che trasportava il gpl. Esperienze che lo hanno preparato agli scenari peggiori, "anche se non avrei mai creduto di potermi trovare di fronte una devastazione di tale estensione".
La partenza del contingente italiano per la Turchia
Il primo contingente italiano di Vigili del Fuoco è partito subito dopo il terremoto. Scimone ha fatto parte del secondo team partito la settimana successiva. Una squadra composta da da quarantotto soccorritori Usar di Lazio, Toscana, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Veneto.
La partenza, l’11 febbraio, da Pratica di Mare, con scalo a Pisa, a bordo di due aerei Atr 42 della Guardia di finanza, con arrivo nella notte ad Adana, da dove il contingente è poi partito con l’autobus per raggiungere Antiochia, nella provincia di Hatay, dove si trovava il campo base per il personale operativo italiano.
Sfollati e palazzi distrutti
"Abbiamo attraversato 150 chilometri di territorio distrutto - ha ricostruito il Vigile del Fuoco coordinatore - C’erano interi paesi spazzati via. Palazzi mezzo diroccati, altri completamente implosi. Nel campo base mi sono occupato della gestione del team italiano. Ci era stato assegnato un sito corrispondente a una palazzina di 6 piani crollata, cantiere nel quale, purtroppo, i colleghi sul posto hanno estratto 25 persone senza vita, di cui otto bambini, il più piccolo dei quali aveva appena tre mesi".
La squadra impegnata 24 ore su 24
La zona in cui hanno operato era residenziale, caratterizzata dalla presenza di moderni palazzi a più piani che, sia pur di recente realizzazione, non hanno retto alla forza della scossa magnitudo 7.9. "Il team italiano è stato l’unico a lavorare 24 ore su 24 - ha spiegato Scimone - della squadra facevano parte operatori Usar, unità cinofile e personale sanitario abilitato a operare sotto le macerie". Per ovviare all’ostacolo della lingua, i team internazionali presenti hanno potuto contare su interpreti. "Il nostro si è offerto volontario. Si è precipitato da Istanbul, raggiungendo il suo luogo natio e si è offerto di aiutarci. Ci è stato accanto in tutte le operazioni".
"Un'esperienza che lascia il segno"
Operazioni delicatissime, nelle quali c’erano coinvolte vite, affetti.
"I famigliari dei dispersi non si sono mai allontanati - ha sottolineato - Ciascuno con la speranza che il proprio caro venisse ritrovato ancora in vita. Purtroppo non sempre è stato così. E’ stata un’esperienza forte, sia dal punto di vista lavorativo che emotivo. Anche chi è sopravvissuto ha perso tutto ed è cosciente che il paese difficilmente si risolleverà".
Il Comandante
Una missione complicata e importantissima allo stesso momento, motivo di orgoglio anche e soprattutto per il Comandante del Comando provinciale Vito Cristino.
"Siamo fieri che un Vigile del Comando di Monza abbia partecipato alle operazioni di soccorso che hanno visto impegnati Vigili del Fuoco provenienti da tutto il mondo. Anche perché si trattava di un incarico estremamente delicato, per il quale serviva una grande preparazione".